Non mi piace copiare testi altrui,ma ho fatto uno strappo alla regola, perché ritengo che nessuna parola può sostituire quelle dette dal regista sulla composizione della sua fantastica regia.
Le parole di Gregori sono precedute dalla presentazione che ho copiato nel sito dell'Arena.
ElenaDal sito Arena .it
"Graziano Gregori ha accettato la sfida lanciatagli dall'Arena e ha scelto di non "soffocarla" con immense scenografie, ma di lasciarla respirare, permettendo solo alle comparse di salire sulle gradinate retrostanti il palcoscenico, di volta in volta occupate a disegnare figure simboliche ( come il candelabro a sette bracci nella scena del Va' Pensiero) o a ricreare l'invasione babilonese di Gerusalemme con gli Ebrei che tentano disperatamente di sfuggire ai nemici."
........lascio la parola direttamente a Graziano Gregori che ci dà l'idea, con il suo scritto pieno di colore di come ha voluto pensare la riedizione di Nabucco.
"Un Popolo braccato, impaurito e solo si stringe a sé, e la Pietra è un tempio - casa d'oro - abbandonato da un Dio Vendicatore e Crudele. Straziato da un semidio sozzo di sangue e feroce, condotto da un branco di Dei luccicanti di nero e oro, rossi di sangue, tra cadaveri inchiodati alle porte d'oro, impiccati sacrileghi sui divini petti di cherubini d'oro dai piedi di toro, neri corvi aggrappati alle teste. Odore di sangue umano che bagna i sandali d'oro di Nabucco simulacro. Odore di carni bruciate - Soave Profumo per il Signore - inutilmente sacrificate sull'altare degli olocausti, urla di donne e bambini, bagliori di fuoco, l'Arca rovesciata - calpestate le leggi, fughe disperate spezzate con lance.
Un nuovo Dio si erge terrificante. Sotto, tra i pianti e la morte, una bambina - piccolo pulcino bruciacchiato - urla la mamma. Popolo disperso, deportato, il Tempio bruciato, sarà forzato e smarrito tra Idoli blasfemi. Il dolore e la sofferenza li redimerà. Zaccaria, vecchio forte e visionario, è la loro guida.
In una meravigliosa e crudele Babilonia - ingombra di Bambole di cristallo e ghiaccio, Pavoni trapuntati d'oro e di gemme, Uccelli variopinti, Bambole viventi e vortici di Danze, luccichio di spade insanguinate - si agita una donna meravigliosa e assassina, bambina perversa mai fatta donna, schiava e Regina,…. sanguina il petto ferito d'amore.
Tenerezza di bambina e ferocia di amazzone abitano in lei ( é Abigaille,sorella e usurpatrice di Fenena ndr). Attraverso questo "giardino" la sofferenza di un Padre già demente si fa più acuta e insopportabile. (Nabucco, re di Babilonia, che aveva temporaneamente lasciato il trono a Fenena per distruggere Gerusalemme ndr).
E' costretto, vecchio e debole, ad inginocchiarsi e piangere il perdono, ai piedi di una Dea irrigidita in un ghigno di vendetta. Nabucco, spogliato dal proprio simulacro, ritrova un uomo nuovo, dispiega la sua calda voce in un canto pieno di speranza e umanità.( “…perdono… perdono..” per salvare la vita di Fenena, imprigionata da Abigaille ndr)
Smarriti nella nebbia in questo immenso deserto di Pietra un popolo si ritrova e si stringe a sé, canta la nostalgia della sua terra perduta, un canto soffuso e struggente si diffonde nell'aria,(-Va' pensiero- comincia con un pianissimo, il Maestro inginocchiato, sono gli Ebrei ridotti in schiavitù,che invocano la patria e incatenati che cantano sulle rive dell’Eufrate) si dilata su… su, invadendo gli spalti, generando - la Menorah - candelabro segreto di corpi d'oro, il proprio corpo. Il corpo di un popolo si fa Tempio del Signore.
Un Amore
Una Figlia (Fenena) per amore rinuncia al suo Dio e al suo Regno, morirà da Ebrea, salvata da un Padre ritrovato, salvo lui stesso dall'odio e dall'orrore.
Un Giovane guerriero, per amore, tradisce il suo popolo, un amore sacrilego che diverrà sacro.
Una Donna materna che sottrae dal linciaggio il giovane guerriero appena in tempo.
Un amore che unirà due popoli sotto le ali dorate di un Dio Ritrovato.
Abigaille in povera tunica arranca, bruciata dal veleno, da sotto una testa Nera di toro di un Dio di morte, squarciata da un Fulgido Cherubino, corpo di un Dio di Giuda, finalmente placato.
Tra sangue di corpi neri e oro sfiora il cadavere del nero Sacerdote in sembianze di toro, oscuro artefice del suo destino di regina.
Un violoncello la accompagna sospingendola delicatamente, a morire redenta,riversa la testa dai neri capelli sciolti, sull'orlo della Fossa d'Orchestra che ha un ultimo violento e liberatorio sussulto.
ossuto e bruno, in
…E la musica e il canto generano il destino di popoli e personaggi, attraverso i corpi e gli spazi. A volte, inarrestabile, sovrasta fino a perdersi in un vorticoso precipizio, si fa lame luccicanti, brillio di corone, svolazzi di mantelli di porpora, massa di vesti stracciate, urla e disperazione. Attraversa i corpi "spezzandoli", raggruma e scaglia via gruppi di persone, si riverbera in echi infiniti, infrangendosi sulla nuda Pietra, o canta Idoli dorati e mostruosi, canta morti e paura. A volte ci conduce nel nero mistero della Follia e dell'incubo, nell'esaltazione, in un sorriso folle. Crea solitudini immense, sussurro flebile di terrore. Fa nascere e volteggiare rose su cui aleggia un canto di puro amore, mai avuto. Si dilata in canto di preghiera su cieli notturni tempestati di Creature d'oro e di luce. Trionfale e funebre, ad accogliere una dolcissima preghiera prima di morire. Scherza, brilla e saltella intorno a un vecchio e malfermo Padre o contorce in un ghigno, sfigurandolo, il volto di una Regina rossa trapuntata d'oro. Si diffonde, struggente e smisurato attraverso un Popolo smarrito e diventa un Inno di tutti i popoli senza terra e privati di Dio. Cerca il corpo di un uomo dal viso paramenti sacri, lo rende forte e visionario, guida possente di un intero Popolo,…. lo conduce dal tremore al coraggio della libertà. Sospende, nell'aria carica di attesa, voci e suoni che si intrecciano rilanciandosi, cadendo, riprendendo e ancora battagliando fra loro in un gioco infinito e tragico. Aleggia in una accorata e calma preghiera e il morbido e profondo canto dilata lo spazio e la Pietra diventa vasto notturno cielo. E ancora,…. rincorse forsennate, galoppo, scontri furibondi, fughe precipitose, misteriosi incontri, agguati in segretezza notturna, maledizioni sussurrate, poi esplosioni di forza e acuti di disperazione. Canti dispiegati all'immensità di Dio e della sua grandezza, la gloria di un Dio e di un Popolo ritrovato.
E ancora,…. ancora un violoncello, si aggira commosso nello spazio per accompagnare la morte,…. un flauto tanto tempo prima aveva generato su una terra di rose un canto d'amore. E dalla Fossa d'Orchestra un ultimo violento e liberatorio sussulto.
Silenzio.
Graziano Gregori
Edited by - elenafior on Jul 27 2002 23:45:49