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Roberto Mahlab
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Inserito - apr 04 2002 : 17:50:24
Cari affezionati e pazienti lettori e lettrici della nostra rubrica telematica, quezta volta la help on line team di concerto affronta un quesito che si avverte aleggiare nei pensieri delle concertiste: "A che servono gli uomini?"In particolare ci soffermeremo sull'argomento dell'utilita' dell'esistenza in vita degli uomini sulla Terra e speriamo di non buttare giu' di morale ulteriormente i concertisti. Mi e' capitato tra le mani un articolo di un autorevole quotidiano americano della scorsa settimana in cui l'autore si chiede con ironia che fine abbiano fatto i ricercatori danesi che lo scorso luglio avevano annunciato la clamorosa scoperta che gli uomini avrebbero una media di quattro miliardi di cellule cerebrali in piu' di quante ne possiedano le donne. Poco male, si disse allora, tanto non usano ne' quelle in piu' ne' le altre. Anche Concerto di Sogni si e' convinta di tale scomoda realta' e ha provveduto ha colorare abbondantemente di rosa la sua bandiera, era dovuto che le rudi mani di Beppe, di Marco e mie fossero affiancate da ben piu' delicate manine. E cosi' le donne avanzano dappertutto nella societa', si pensava che dopo aver raggiunto il ruolo di primo ministro in diversi paesi del mondo si sarebbero accontentate, ma niente da fare, hanno voluto salire anche l'ultimo gradino con il chiaro e lodevole intento di buttarci giu' dalle scale. Del resto siamo sempre piu' sgomenti quando ci chiedono a che cosa serviamo ed e' per questo, ovviamente, che molti uomini si sono dati al kayak (qualcuno all'ippica). La mia segretaria, a casa indisposta, mi ha telefonato per chiedermi se mi ero ricordato di non dimenticare di mettere un po' di inchiostro nell'apposita vaschetta del fax ed io ho subito eseguito, rovesciando l'intero barattolo e mettendo fuori uso l'apparecchio e lei domani mi telefonera' ancora e mi informera' che se non sono neppure capace di portare a termine un compito cosi' semplice mi licenzia. Io le faro' presente che ho quattro miliardi di cellule cerebrali piu' di lei, prima di implorare in lacrime il suo perdono. Per tornare all'articolo del giornale, viene riportato che molti uomini avevano deciso di celebrare, nel paese preso a campione, la conferma della loro superiore quantita' di cellule cerebrali rispetto alle donne, passando due mesi a bere birra e a gettare mobili giu' dai palazzi per scoprire quello che succedeva. A me andra' gia' bene se la mia segretaria non buttera' me giu' dal palazzo per scoprire che rumore fanno almeno quattro miliardi di cellule cerebrali che si sfracellano sulla strada. Voi ponete le questioni, la help on line team propone le soluzioni. Cns - Concerto News System help on line review - @2002
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Monica
Curatore
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Inserito - apr 24 2002 : 15:29:23
Caro Roberto, è davvero molto carino il modo in cui affronti la questione "a che servono gli uomini/le donne", con la tua solita garbata ironia (a questo proposito devo dirti che leggo quasi tutto quel che scrivi qui e permettimi una manifestazione di stima: sei davvero geniale).Io, però, ti rispondo seriamente. A che servono gli uomini? A che servono le donne? Io credo che dovrebbero servire a costruire insieme un mondo migliore di quello in cui viviamo, ognuno mettendo al servizio di questo scopo la parte migliore di se e senza sterili competizioni o desiderio di sopraffazione. Ti riporto qui un breve pezzo tratto dal libro "L'albergo delle donne tristi" di Marcela Serrano, una scrittrice cilena molto brava, che tutti gli uomini dovrebbero leggere per imparare qualcosa sulle donne (a questo proposito ti dico che non desidero buttare nessun uomo giù dalle scale; se dovesse farsi male non sopporterei il senso di colpa). - a poco a poco le nuove sementi attecchirono nei campi; ma le vecchie querce, dominatrici dei pascoli, piantate la da tempo immemore, non vollero dividerli e non scostarono i loro rami per lasciar passare il sole. I semi germogliarono ugualmente, aiutati dall'acqua e dai raggi di sole che riuscivano a farsi strada comunque attraverso i folti rami. Minuscoli, pazienti, i semi attesero che i loro frutti prendessero forma. La terra è grande; il loro sogno era di poterla abitare e la sera, stanchi, di essere protetti dagli alberi. Non successe. Alcuni semi, trasformati in piante da frutto, si svilupparono tanto in altezza che, non trovando rami cui sostenersi, dovettero ripiegarsi su se stessi, incurvandosi, costretti a divenire cespugli ingarbugliati e non slanciati rampicanti. Le qurce, ritte e nerborute, non ebbero la generosità di ospitarli. Stettero a guardarli, un pò intimorite, indecise: perchè li vedevano crescere da soli, selvaggi, forti, fitti, verdi di giorno e rossi di sera. Nessuno si prese cura di loro. Le querce non li vollero: stanno diventando troppo alti, ci tolgono il sole!Ma quelli crebbero e non si incontrarono mai; c'era sole a sufficienza per tutti, ma le querce non l'avevano capito. La quercia più grande, millenaria e immortale, ferma al suo posto, maestosa, si chiedeva che cosa avesse perso mentre osservava confusa quelle sementi che non volevano crescere da sole ma accanto a lei. La quercia rimase sola. Le sementi tristi. Un saluto affettuoso da Monica
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