Nel buio della sera invernale,
tra un alito di nebbia e un soffio di Bora,
piove l'umore che non arresta la malinconia.
Tintinna con caparbia insistenza sulla scura terra,
inchioda ad ogni pozza una miriade di anelli
e screma ogni superficie indifesa.
Punteggia, orchestrando una sinfonia di esili percussioni,
la natura arresa ed ebbra di linfa.
La sua voce, amplificata dalle grondaie,
intenerisce il silenzio, punge le tegole dei tetti,
s'insinua tra le fessure non mai offese dal sole,
quando ti abitui alla sua lenta esistenza,
non puoi non sperare di essere cullato
da una pioggia senza tempo...
e le gocce rimbalzano, e il vento spruzza,
rigano e si perdono, evaporano, si dividono,
la pioggia scrive il suo pianto,
accarezzando le mie utopie !