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 Il segreto della fontana
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riccardo resconi
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Italy
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Inserito - 07/04/2012 :  16:46:48  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a riccardo resconi
Il segreto della fontana


I tempi erano bui.
La guerra nel paese era incalzante e la popolazione stremata dalla fame e dal freddo.
Anche al paesino di Kainuu, era toccata la stessa sorte.
Un paese di un centinaio di anime,che vivevano cacciando quel poco che era rimasto nei boschi.
Qui ha inizio la storia della piccola Hengel, orfana di genitori ed adottata da uno zio che l’amava come fosse la propria figlia.
Qui ,poco più che dodicenne,la ragazza badava alla casa e alla nonna,non mancando di frequentare la scuola più vicina,che distava un’ora a piedi da casa sua.
Capitava spesso che arrivarci divenisse un’impresa, ma alla piccola piaceva studiare, e quel peso diveniva meno grave.
Le strade come dicevo erano però sempre pericolosissime,in quanto la guerra che imperversava tra due famiglie rivali, aveva ridotto il paese,in un paese povero e sofferente.
La guerra durava ormai da anni, e alcuna soluzione sembrava si vedesse all’orizzonte. Era nata per uno screzio e per l’appartenenza di un piccolo lembo di terra, a cui nessuna delle due parti voleva rinunciare.
Come dicevo poco innanzi,la piccola Hengel, percorreva giornalmente una strada irta di pericoli, ma la natura compensava quella paure che sarebbero potute sorgere.
La neve copriva tutti i campi e i filari di alberi correvano lungo il ciglio della strada.
Alberi imponenti che sembrava abbracciassero il viandante e che proteggevano dal forte vento che in quella zona soffiava sempre molto forte.
Nel percorso ,un particolare aveva attirato l’attenzione della piccola.
Una piccola fontana di pietra fredda e grigia.
Un compagno di viaggio, le raccontò un giorno che essendo assetato si fermò per bere, ma che neanche una goccia di acqua sgorgò da essa.
In seguito anche domandando agli anziani del paese, gli stessi non ricordavano che fosse mai uscita nulla da quella fontana.
Quella notte Hengel, fantasticò per ore,domandosi come e chi avesse potuto costruire una fontana che non dava acqua.
Forse un guasto o ancora di più un sortilegio. Le storie narravano ,che nelle serate buie e fredde,se tendevi bene l’orecchio da casa potevi sentire le voci.
Voci che si infilavano tra gli alberi e in giri vorticosi si lanciavano verso il cielo,disperdendosi tra le nubi bianche che coprivano la luna invernale.
Hengel, si coprì interamente la testa,sparendo sotto le coperte,come potessero le stesse difenderla da quello che c’era fuori.
Il giorno dopo,il sole era spuntato e sembrava volesse essere protagonista.
Hengel, quel giorno si sentiva diversa dal solito. Neanche lei sapeva cosa gli prendesse.
Avvertiva un misto di gioia,preoccupazione ed un peso alla bocca dello stomaco.
Cercò di tranquillizzarsi e si avviò per andare a scuola.
Quando arrivò davanti alla locanda,solo il solco delle ruote della carrozza trascinata dai vecchi finnici.
I disturbi del mattino,l’avevano fatta ritardare.
Pur conoscendo la distanza, si incamminò lentamente.
Quasi fosse attratta da una forza sconosciuta,dopo aver percorso qualche chilometro,le gambe stanche la fecero appoggiare ad una lastra che rimaneva sul ciglio della strada.
Prese fiato,ma quando stava per alzarsi,girandosi notò che il basamento era parte di quella fontana,di cui tanto aveva sentito parlare.
Ebbe un sussulto. Un brivido gli percorse la schiena. Allungò la mano per poter toccare la bocca fatta a forma di leone.
E in quell’istante una piccola lacrima di acqua,si poggiò sul dorso della sua mano.
Una lacrima fredda,ben allungata,decisa nel percorso nel suo cammino.
Non ne ebbe paura e di nuovo allungò la mano.
Quasi a volerla rassicurare Hengel, la circondò con le braccia,non solo per sentirne la grandezza.
C’era nell’intimo qualcosa di più grande in quel gesto.
Una sorta di apertura,una curiosità giovanile,un senso di scoprire il perché.
Lentamente la fontana reagì a quel gesto e a brevi intervalli ,spruzzi di acqua caddero in terra.
Hengel avvertì ,pur nella sua incomprensione,che un dialogo tra loro due sarebbe potuto avvenire,non si sarebbe ancora saputo come,ma sarebbe successo.
La ragazza iniziò a porgli delle domande e le risposte arrivarono dicendo si con uno spruzzo e dicendo no con due spruzzi.
Questa cosa andò avanti per un po’ quel giorno,ma proseguì anche nei giorni che seguirono.
Sempre più intensamente,sempre in maniera più dettagliata.
Alla domanda,più ovvia si giunse. Perché la fontana aveva smesso di mostrare l’acqua.
Per qualche minuto non ci fu risposta.
L’unico spruzzo che emise,che equivaleva ad un si. Fu quello di una storia che era avvenuta anni addietro e che Hengel aveva appreso dagli anziani del villaggio.
Come oggi,anche anni prima,c’era stata una guerra per le terre. E per via di queste , un assassinio fu compiuto davanti a quella fontana.
Un sconosciuto pugnalò a sangue un altro uomo,e come unico testimone silenzioso, la fontana.
L’assassino non fu mai trovato e probabilmente neanche cercato, e da allora la fontana smise di sgorgare acqua.
Questa fontana,con una sensibilità umana,ebbe spezzato il cuore di vedere morire una giovane vita davanti ad i suoi occhi,ma non potendo urlarlo,ebbe la unica reazione a lei consona.
Hengel capì a fondo,pur non potendo dialogare con lei,e ne rimase sconvolta.
Il segreto della fontana era stato finalmente svelato ad una giovane ragazza.
Quel terribile segreto non poteva essere più nascosto.
Forse le guerre sarebbero potute terminare,oppure no.
Ma la scelta di rivelarsi fu fatta.
Hengel corse in lacrima a casa,ma confortata dallo zio,capi che rivelare l’dentità dell’assassinio era l’unica cosa da fare.
Qualche giorno innanzi,una figura di anziano all’interno di un carro con gendarmi,percorse le stradine del paese.
La gente ne riconobbe il viso,che apparteneva ad un ricco proprietario terriero.
Anche la guerra smise,dopo che furono chiarite le cause del suo inizio.
Hengel ritornò alla fontana. L’ accarezzò un ultima volta come per salutarla ed uno spruzzo deciso di acqua venne fuori. Copioso,determinato,liberatorio.
Da allora non smise più di farlo,dando sollievo ai viandanti e ai bambini che perdevano carrozze per la scuola.
Ma anche disperdonsi nell’aria ,in momenti in cui i colpi di vento erano più decisi o sentendone la fragorosa cascata.


(patapump )

   
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