C’era una volta, in un paese lontano una principessa bellissima ed essendo in età da marito, suo padre, il re, chiamò a palazzo tutto i possibili pretendenti, ma questi dovevano superare tre prove, praticamente impossibili. Nessuno vi riuscì.
Un bel giorno si presentò anche un pastore e chiese la mano della principessa. Il re fece una smorfia, un pastorello non avrebbe mai potuto avere in sposa sua figlia, ma volle ugualmente sottoporlo alle tre prove, convinto che non le avrebbe mai superate.
- Domani mattina dovrai portare al pascolo le mie cento lepri e riportarle alla sera, ma ricorda non dovrà mancarne nemmeno una!
Il giovane pastore si scoraggiò, come avrebbe potuto pascolare lepri, era un’impresa impossibile.
Se ne stava sconsolato seduto ai piedi un albero, quando una vecchietta si avvicinò.
- Bel giovane ho tanta fame non avresti un pezzo di pane per me?
- Prendi pure tutta la mia colazione tanto io non ho più fame.
La vecchietta non se lo fece ripetere due volte, e mangiò avidamente, pane, formaggio e bevve anche un’abbondante sorsata di acqua fresca.
- Come mai una ragazzo come te è così addolorato tanto da perdere l’appetito?
Il pastore raccontò della principessa e delle tre prove.
- Non rammaricarti ragazzo mio, tu sei stato gentile con me, ed in cambio del cibo che mi hai dato io ti dono questo fischietto. Quando lo suonerai tutti gli animali e gli insetti accorreranno in tuo aiuto.
Il giovane ringraziò e, il giorno seguente si recò a palazzo dal re.
- Sono pronto per la prima prova!
Il re ordinò si aprisse la porta del recinto ed ecco le lepri fuggirono in tutte le direzioni e scomparvero alla vista di tutti. Il re e la principessa sorrisero soddisfatti.
Quando fu sicuro che nessuno lo stesse osservando il giovane usò il fischietto e in un attimo le lepri gli si fecero attorno, vedendo questo la principessa, pur essendo impressionata non si dette per vinta; travestita da contadina, si recò al pascolo e chiese al pastore di venderle una lepre.

Il pastore l’aveva riconosciuta.
- Ti darò una lepre se tu mi pulirai i calzari.
La principessa fu tentata di rifiutare una simile umiliazione, ma poiché nessuno lo avrebbe saputo accettò, avrebbe fatto di tutto pur di non sposare un rozzo pastore.
Il giovane dopo aver constato che i suoi calzari erano ben lucidi le consegnò una lepre. La principessa era convinta di averlo imbrogliato, ma non appena si fu allontanata, il pastore usò il fischietto e la lepre tornò da lui.
Anche il re fece un tentativo; vestito come un viandante, in groppa ad un asino, chiese al pastore di vendergli almeno una lepre.
Il giovane lo riconobbe ma fece finta di nulla
- Non potrei vendere, ma ve ne cederò una se voi abbracciate il vostro asino e gli dite che siete fratelli.
Il re pensò di rifiutare ma il pensiero che sua figlia potesse sposare quel pastore ebbe il sopravvento, del resto nessuno lo avrebbe saputo.
Il re abbracciò l’asino poi prese la lepre e si allontanò tutto contento. Quando fu abbastanza lontano, il pastore usò il fischietto e la lepre tornò da lui.
Giunta la sera il giovane riportò al recinto tutte le cento lepri.
Re e principessa erano costernati, ma preparano la seconda prova.
- Questa notte sarai chiuso nel granaio dove sono stati mescolati cento sacchi di lenticchie e cento sacchi di piselli. Dovrai separare lenticchie e piselli e rimetterli nei loro sacchi.
Non appena le porte del granaio vennero serrate, il pastore usò il fischietto ed ecco, un esercito di formiche accorse in suo aiuto e separarono le lenticchie dai piselli. Al mattino i sacchi di piselli e lenticchie erano, ordinatamente, disposti su due file.
- Bene disse il re sempre più preoccupato. Ora ti rimane la terza prova. Dovrai inghiottire nell’arco di una notte tutto il pane contenuto nella dispensa.
La dispensa era talmente colma che il pane toccava il soffitto.
Il pastore usò il fischietto e subito migliaia di topo arrivarono e si mangiarono il pane in un baleno.
- Hai superato le tre prove. – disse il re. – però prima di darti mia figlia in sposa raccontaci qualcosa di divertente, qualcosa che ci faccia ridere.
- Molto volentieri- rispose- c’era una volta la figlia di un re che lucidò i calzari ad un pastore.
- Impossibile – disse il re. - Non può essere!
- Non è finita - soggiunse il giovane - c’era una volta un re, che abbracciò il suo asino dicendo che erano fratelli.
- Può bastare - urlò il re - che si dia inizio alla festa.
E la festa durò parecchi giorni.