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 LA VERITA' E' FIGLIA DEL TEMPO ULTIMA PARTE
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zanin roberto
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Inserito - 07/02/2006 :  21:59:49  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a zanin roberto
LA VERITA' E' FIGLIA DEL TEMPO
ULTIMA PARTE

Non ci volle molto a intuire che quella sepoltura si era avvalsa di una procedura insolita e per certi versi misteriosa.
" Veritas filia temporis" - disse con voce solenne Zaino - "...è molto interessante questa scoperta, ma complica ancora di più il nostro mistero!"
L'odore di polvere e di muffa era per loro fonte di vita e la luce incerta che lasciava in penombra le persone che vi sostavano, dava un'atmosfera cupa e irreale, si guardarono a lungo in silenzio, poi Diana non ce la fece più e con un gesto rapido tirò fuori dalla tasca, lo spillone in bronzo. Lo soppesò sul palmo della mano, guardò fuori dalla porta principale e vide le sagome dei poliziotti che continuavano i rilievi, si sedette su un banco di legno.
Zaino intuiva o sapeva ma non voleva iniziare lui a rompere il ghiaccio, aspettò che il coraggio fluisce alla bella assistente, si accorse che una lacrima le scendeva lenta e brillante dai suoi occhi azzurri, le costava tutto quello che di buono era riuscita a fare, il suo orgoglio, la sua onestà. Continuava a tambureggiare con quel monile, fonte della sua cupidigia momentanea e cercava ora di trovare le parole, ma che senso poteva avere?
- " Proff. giorni fa mentre scavavo a fianco della tomba, ho trovato questo spillone in bronzo, a mio modesto avviso, si tratta di un gioiello di fattura celtica, tardo celtica, che farebbe pensare a un microinsediamento o forse a una stazione di rito religioso in prossimità di un guado, sul fiume Tagliamento o su un suo ramo minore...!" disse tutto d'un fiato con apparente distacco e lasciando l'oggetto cadere nelle mani di Zaino.
Guardava il pavimento ondulato e crepato di quel rosso cotto che fa antico, non respirava nemmeno, lasciando che tutto quello che aveva dentro uscisse, si liberasse del peso, continuò:
-" Non ho mai avuto il coraggio di esaminarlo con cura, avevo intenzione di venderlo, di ricavarne qualch'cosa,forse pensavo di trovare dell'altro, forse sono stufa di tirare la cinghia, forse non sono adatta a un lavoro di sacrificio e rinuncie, forse sono corrotta dentro, forse....!"
singhiozzò con un tremito della gola, si mise le mani nella faccia, e allora Zaino si senti di rincuorarla:
-" Diana, hai sbagliato ma stai riparando all'errore, è questo l'importante, so che il nostro è un lavoro ingrato,il più delle volte irriconoscente e mal pagato, so che la fama si conquista solo con una grande preparazione professionale e accademica ma anche abinata a tanta fortuna, io l'ho inseguita da troppi anni, farei carte false, per raggiungerla ma questa tua avventura mi ha aperto gli occhi!...ne vale la pena?...Siamo sempre schiavi della nostra coscienza comunque, come faremmo a convivere con la convinzione di aver tradito la verità?..."
parlava più con se stesso che con lei, erano alla resa dei conti, il suo sguardo vagava incerto alla cantoria, all'altare per poi esplodere fino al soffitto di legno travato, ognuno aveva nel piatto i veleni dell'egoismo umano, delle miserie cje sporcano anche i più nobili ideali.
-" Senti Diana, diamoci una mano, mettiamoci sopra una pietra, su tutto e finiamo il nostro lavoro con dignità, questo mistero è da risolvere!"
Il vecchio confessionale in fondo alla parete laterale, sgamgherato e consumato dagli anni, scricchiolò, erano molti lustri che in quella chiesa dismessa, non si sentivano più confessioni.
Diana si girò verso l'altare, fece il segno della croce, e chiuse gli occhi, Zaino la guardò paterno, la imitò con un gesto goffo che non era bituato a fare.
-" Ecco, proff. forse quell'oggetto ci aiuterà a mettere insieme il puzzle!" Lo spillone era effettivamente di origine celtica, aveva delle decorazioni vegetali ed era di grandezza mediocre, usati per tenere assieme mantelli, si annotarono tutto e sigillarono la tomba.
A Cordovado, non c'era molta vita, alla domenica le persone andavano alla messa e verso mezzogiorno si acquistava il quotidiano e si andava a bere l'aperitivo. Zaino e Diana, entrarono al Bar Centrale, si sedettero ad un tavolo e ordinarono un analcolico misto a vino bianco, verduzzo, lo spriz. Gli avventori avevano iniziato una discussione animata su come restaurare l'adiacente piazza Santa Caterina, chi voleva eliminare la fontana centrale, chi voleva farne un parcheggio, chi la voleva isola verde con tanti alberi,chi non voleva niente, purchè non rompessero le scatole, il barista con sensibilità cercò di placare gli animi ma fu tacitato di farsi i fatti suoi.
Zaino decise di fare una visita al vecchio parroco, Don Farinata, che qui era un'istituzione culturale, grande oratore, profondo conoscitore di letteratura e di storia, vecchio simpatizzante conservatore che non disdegnava di battersi in lotte politiche.
Aveva scritto un libro, sulla storia di Cordovado ed era uno dei pochi a conoscere l'archivio parocchiale in modo perfetto. Diana aveva espresso perplessità sulla iniziativa che le sembrava tempo perso, ma il proff. non lasciava niente di intentato.
Entrarono in canonica, sempre buia e spartana, si sedettero su due vecchie sedie di legno in una stanza studio, ricolma di libri alla rinfusa, il vecchio curato era ammalto ma sprigionava energie inconsuete, caratterizzate da un temperamento sanguigno.
Offri loro un liquore dolce e si mise a disposizione dicendo:
-" Allora professore, il mio vecchio Duomo, come le sembra ?...Eh, ne vero, un raro gioiello, vero?...Procedono i lavori di recupero?" era evidente l'entusiasmo di Don Farinata.
-" Monsignore, sono veramente grato per la disponibilità ricevuta e vi ringrazio ancora, i lavori sono quasi ultimati, la chiesa di San Andrea è davvero interessante, direi che in zona è unica!...ma il vero motivo della mia visita è chiedervi un ulteriore aiuto....non consideratemi uno sfacciato irriverente ma capite il mio punto di vista!" faceva ora leva su tutta la sua arte diplomatica.
-" Caro professore, l'animo umano è una selva oscura, come dice il divino poeta, che la diritta via a volte smarrisce, ne vero, ma la virtù in un'uomo è incancellabile, NOBILITAS SOLA EST ATQUE UNICA VIRTUS, la virtù è la sola e unica nobiltà e rende l'uomo migliore ai suoi simili. Osi dunque chi ha nobiltà, perchè viviamo in un mondo di codardi e vili, non solo hanno perso la condizione di buoni cristiani ma anche la ragione e soprattutto il buon senso. Non c'è più il senso della vergogna, della memoria, della rettitudine. Mi perdoni ma il vizio della predica, a volte, sfugge al mio controllo, ho letto nei suoi occhi quella nobiltà di cui accennavo e sono qui per accontentarla, nei limiti del mio modesto uffizio." - disse il curato, con una totale sicurezza e il dominio della situazione.
- " Le sue generose parole mi lusingano, mi sento a disagio, lei sa che la scienza è molte volte atea e non faccio purtroppo parte di quella schiera che crede, inoltre i miei peccati non depongono a mio favore, ma chiedo l'indulgenza che so appartenere alla sua pietà di uomo di carità!" rispose Zaino, con un tono dimesso e assai sincero.
Diana se ne stava in silezio ad ascoltare rapita, il tempo sembrava essersi fermato alla porta nord del Castello e mentre i due facevano accademia, si sentiva trasportata in un limbo di insolita apatia, ad aspettare l'inevitabile risveglio.
-" Mi dica dunque, in che cosa posso esserle utile?"
-" Veda Don Farinata, il sarcofago rinvenuto, aveva due scheletri, uno databile all'età tardo quattrocentesca e una molto più arcaica. Ora mi chiedevo se lei disponesse di...cronache dell'epoca, o di notizie sull'utilizzo del sito come cimitero. Sembrerebbe, dai primi rilievi che ...in epoca medioevale, qualcuno abbia trovato il manufatto e lo abbia riutilizzato, in modo...strano!" lo disse con un leggero impaccio, temedo la reazione del monsignore.
-" Ma è impossibile, ne vero!...che una tomba sia stata riutilizzata, sacrilegio!...la sacralità di una tomba non veniva messa in discussione...in quegli anni di fervore religioso, e di sottomissione a nostra madre Chiesa. L'archivio in mio possesso parte solo molti anni dopo, no,no....non ho nessun documento,no,no...non c'è niente, nella mia parrocchia non c'è dubbio alcuno su eresie o malaffare!" tossi, arrossi, iniziò a roteare gli occhi con evidente insicurezza.
-" La peste colpi il paese nel 1348 e nel 1454, i Turchi invasero e devastarono la nostra terra nel 1499, insomma le catastrofi, la fame erano tante, le distruzioni continue, i pochi documenti non si salvarono!" lo disse in maniera frettolosa e ambigua, si capiva subito che non era vero, ma perchè? Lui sapeva, certamente aveva già collegato le circostanze, ma non voleva divulgare la cosa, per chissà quale motivo!
Bisognava farlo parlare, avevano centrato la fonte giusta per risalire alla verità agogniata, bisognava scucirgli quel segreto, prima che il tempo se lo prendesse per sempre.
-" Don Farinata, mi permetta di dire che se vi era una anomalia nelle procedure religiose, sicuramente si sarebbero tramandate, e se non altro si sarebbero inventate leggende che ne ricordassero la memoria. La verità è un sentimento che prima o poi emerge potentemente, non mi sembra che si possa nascondere, non si faccia degli scrupoli, niente può screditare la sua cittadina più che la menzogna, monsignore!"
-" Stiamo andando in un vicolo buio e può portarci fino ad un girone infernale di nefasta conclusione, io sono il custode di una memoria che non può essere macchiata, ho proclamato la fede dei nostri avi, a imitazione futura e perenne, la indistruttibile onestà, la nobiltà dei nostri padri che si rivolgevano a Dio per ogni loro affanno, non può un singolo e isolato episodio infangare la tradizione, mettere i valori immortali alla pubblica derisione, bisogna che il passato ci erediti la virtù di cui abbiamo bisogno!"
Si era alzato in piedi, il lungo abito talare nero svolazzava ondulando con il suo incedere frenetico e a tratti iroso, gli occhi s'erano arrossati, le mani fendevano l'aria con la minaccia di ricadere come una lama affilata, il tono si era fatto grave e enfatico, passava con una scorrevolezza accademica da Dante a Manzoni, da Shakspeare a Pascoli e non si poteva placare il suo incedere come un fiume trattenuto da una diga per troppi anni.
Il segreto ben mantenuto era ora solo difeso da quel suo esile setto di morale, che ben sapeva destinato a capitolare quel giorno. L'angelo implacabile con il fuoco, pronto all'apocalisse, si farà guidare dalla pietas?
-" Le miserie umane , a volte, sono prove cosi dure da far cedere anche l'animo più granitico, il demone astuto è sempre pronto a sfruttare le nostre debolezze, ma non è una colpa, è la situazione! capite?...le circostanze che inducono alla ...perdizione. Nel 1454 Cordovado viene decimata dalla peste, il borgo sembrava un'antro di fantasmi, nel 1499 i Turchi, sanguinari e crudeli, saccheggiano il Friuli, nel 1403 un terremoto tremendo sconvolge le nostre terre, insomma la fame, i lupi che assaltano i viandanti, le innondazioni del fiume Tagliamento, mettevano le nostri genti in ginocchio, vivere era un martirio continuo, fatto di paure e di vigliaccheria.
Accadde che nel 1501, un certo abate in pellegrinaggio, si fermò ospite dell'allora parroco Domenico Luciano da Trieste, un certo ...don Alonso Hanger de Tridentum che dovendo guadare il Tagliamento allora in piena, soggiornò il tempo necessario al deflusso delle acque. Questi era uomo senza scrupoli, avezzo al potere e poco adatto alla vocazione sacerdotale, Dio lo perdoni e mi sia terstimone che ho sempre tenuto il segreto come i miei predecessori, ma credo sia venuto il momento che la verità trionfi!"
Diana si era attivata, accendendo il registratore portatile e visto il prete fermarsi per versarsi un goccio d'acqua, si decise ad intervenire per sollevarlo un pò dal suo sofferto gesto.
-" Ammiriamo l'onestà intelettuale e la coerenza di fede che la fa compiere questo passo, creda che mai come oggi lei fa un servizio alla verità e alla sua cittadella che non rimpiangerà mai! Lei è un uomo coraggioso! "
Don Farinata, la guardò con simpatia e le toccò la mano con un gesto amichevole di tenerezza, il tempo scorreva inesorabile ma nessuno aveva voglia di alzarsi senza prima aver sentito tutta la verità.
-" Quel demone di uomo era tormentato dal vizio delle donne e quando mise gli occhi su una bella fanciulla, figlia del campanaro, ci volle poco tempo e fu sulla preda come il lupo sull'agnello, la grande purezza della sfortunata fece che si difendesse con tenancia, all'ingordigia del depravato, che vistosi respinto con risolutezza, l'uccise per strangolamento. Apocalisse, gli inferi non lo inghiottirono, e anzi per far sparire ogni prova,decise di seppellirla ai margini del vecchio Duomo, dove nottetempo le pale avevano urtato un sepolcro marmoreo, fu deciso il giorno dopo di riutilizzarlo, il bechino incaricato di far sparire il cadavere con l'obbligo del silenzio a costo della vita, non aveva scelta ma pensò di lasciare delle prove. Scrisse la frase latina VERITAS FILIA TEMPORIS, che voi avete scoperto, era l'unico modo di far giustizia!
In confessione il parroco Domenico Luciano da Trieste apprese il segreto e lo tramandò ai suoi successori, con la preghiera del segreto. Don Alonso un paio di mesi dopo, venne ucciso da un marito vendicativo."-
Don Farinata si fermò, sorseggiò ancora dell'acqua, sembrava sfinito, si asciugò la bocca, mise le mani in tasca, guardò fuori dalla canonica, bei fiori di calicantus ingentilivano il giardino,si poteva intuire il gradevole profumo, il professore Zaino aveva tutti gli elementi per la sua risposta.
Si alzarono, aspettarono che il monsignore si girasse, gli occhi si incrociarono, un bel sorriso di riconoscenza si stampò sul viso di Zaino, tese la mano a stringere con orgoglio quella del prete che serio rispose all'invito, non senza un senso di liberatoria colpevolezza. Diana guardava ammirata i due uomini, senti di aggiungere:
- " Useremo le informazioni con estrema discrezione,Don Farinata"
- " Ne sono convinto!" rispose rassicurato.
Camminarono lungo via Battaglione Gemona, si fermarono ad ammirare l'asilo infantile, lascito Cecchini, poi si deliziarono con il palazzo Beccaris-Nonis del 1500, quindi si persero nella Piazza Santa Caterina, con l'omonina chiesetta del 1400 che poggia sulle mura in sasso del parco dell'ex convento domenicano,fino a raggiungere lo splendido scrigno del Santuario Mariano del 1602, a pianta ottogonale in stile barocco, erano turisti per un pomeriggio, non avevano avuto il tempo di assaporare la storia che un piccolo centro come Cordovado poteva dare.
Diana disse: -" Un piccolo insediamento votivo, sulla sponda di un guado, uno splendido duomo romanico a coprire le miserie di un tempo miserando, uno splendido Santuario a ricordare un miracolo, una fonte che ispirò il Nievo, quella di Venchieredo e noi che scopriamo un sepolcro celtico, bè credo professore che ci sia ottimo materiale per un romanzo.!"
- " Mia cara Diana, il romanzo più bello è la vita che viviamo, i sentimenti che travolgono la ragione, le virtù che nobilitano l'uomo in ogni momento, l'umiltà di NE DISCERE CESSA, non smettere mai di imparare, sai penso che mi dovrai accompagnare a vedere quell'abbazia benedettina del VII sec.d.c."
Passò un pettirosso, si chiuse in un cespuglio mentre la campana rintoccava il vespro e il debole sole obliava ogni rancore.

di Zanin Roberto


   
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