Due grandi finestre illuminavano la stanza dalla volta a crociera dove un uomo, seduto dietro un pesante tavolo di legno intarsiato, era intento a scrivere.
Il movimento rapido della mano faceva vibrare impercettibilmente l’acqua nella brocca di cristallo posta accanto a lui che continuava a muoversi anche quando, come inseguendo un concetto difficile da tradurre in lettere, l'uomo smetteva di scrivere, indugiando un po' nell'intingere la penna nel calamaio.
In un angolo della stanza, un paravento di legno traforato schermava una panca.“Il pupillo è qui” disse rispettosamente la donna che aveva bussato “ed anche l'illustrissimo che aspettavate".
L’uomo tracciò velocemente alcuni segni in fondo alla pagina, e disse: “Falli entrare” e si alzò.
Entrarono.
Il portamento, l'abito, i gioielli sfoggiati, indicavano la condizione agiata dell'ospite, mentre il bambino, scalzo, con corti calzoni e una casacca di tela, sembrava di infima condizione sociale.
Eppure il piccolo, forse di otto o nove anni, non sembrava intimorito di trovarsi in quel contesto, davanti all'uomo corpulento, dagli occhi magnetici che, rivolgendosi all'ospite, esclamava inchinandosi con deferenza: "Eccellenza, vi stavo aspettando".
L'ospite, il potente grande elemosiniere di Francia, il nobile duca di Rohan fermò con un gesto nervoso della mano l'inchino e dirigendosi verso uno scanno posto davanti al tavolo, si sedette e "ho fretta, non perdiamo tempo, amico mio".
L'uomo sorrise compiacente e presa la brocca piena d'acqua la sistemò sulla panca dietro al paravento dove già il bambino si era prontamente diretto.
"Jean, sai cosa devi fare. Guardami…" I mobili occhi scuri dell'uomo divennero fessure di luce mentre la sua mano sinistra si posava sul capo del bimbo.
Parole sommesse e incomprensibili recitate velocemente, un segno di croce e una mano alzata sull'acqua della brocca e poi: "In verbis, in erbis, in lapidibus…" e tutto fu pronto.
L'uomo, colui che in Francia era conosciuto come Conte di Cagliostro, in piedi di fronte al cardinale di Rohan , si rivolse al ragazzo rimasto dietro al paravento con queste parole: "Descrivi ora cosa vedi".
Si udì un sospiro prima delle parole: "Una lettera …che brucia…un uomo a cavallo con un fazzoletto … ci sono tante …ha delle pietre che brillano… e …una donna marchiata a fuoco …Oh! … c'è tanto sangue………..la regina …." e dopo qualche interminabile minuto:
"Maestro…l'acqua è tornata limpida…."
Il ragazzo, pronunciando queste parole, aveva abbandonato il suo posto dietro il paravento e si era avvicinato all'uomo che, per tutto il tempo non aveva mai smesso di guardare il cardinale.
"Vai, Jean. Prendi questa moneta e torna domani".
Dopo l'uscita del ragazzo, Cagliostro si alzò per abbracciare Rohan:
"Vi supplico, amico mio, lasciate perdere quest'affare e confidatevi con il re Luigi.
Questo sarà il solo modo per evitare grandi dolori a…tutti, ……. alla Francia…".
Ma Cagliostro non fu creduto.
Il grande veggente, colui che aveva la capacità di viaggiare nel passato, di prevedere il futuro, si trovò suo malgrado implicato in quello che tutti ricordano come l' "affaire du collier".
Tutto iniziò dall'avidità di una donna, la contessa Jeanne Valois de la Motte, che millantando un'antica nobiltà, riuscì a far credere al cardinale di Rohan di essere intima di Maria Antonietta e capace di trovare il modo per restituirgli la benevolenza della regina, sua acerrima nemica a causa di antiche critiche che lo stesso cardinale aveva rivolto alla madre della regina, l'imperatrice Maria Teresa d'Austria.
La contessa, abile nel contraffare la scrittura della regina, fu artefice di un epistolario prima e di un incontro dopo, fra l'adorante cardinale e un'attrice che, nel cuore della notte nei giardini del palazzo reale, si finse Maria Antonietta.
La credulità del cardinale per tale privilegio, fece sì che l'astuta contessa gli proponesse "un presente " degno per una regina: una collana, preziosa, incredibile, composta da 575 diamanti di impareggiabile purezza.
La collana, creata per la Du Barry, favorita del re Luigi XV, alla morte del committente era rimasta senza acquirenti, proprio per l'enorme valore del monile.
Anzi, i suoi creatori, l'avevano già offerta alla regina Maria Antonietta, essendo nota per la sua passione per i gioielli, ma che aveva saggiamente risposto:"La Francia ha più bisogno di navi che di diamanti" e che ora non stavano più nella pelle per la gioia di aver concluso l'affare con il cardinale di Rohan tramite quella intraprendente contessa alla quale consegnarono la collana per l'ignara regina.
Il castello di bugie cadde rovinosamente non appena , e fortuitamente, la regina seppe del coinvolgimento del suo nome in un affare che definire losco era poco; ella pretese un pubblico processo per punire esemplarmente tutti i truffatori.
Il processo si fece, il cardinale venne pubblicamente destituito dai suoi incarichi, la de la Motte fu marchiata a fuoco, Cagliostro fu scagionato a furor di popolo.
Anche la regina ebbe ragione della sua estraneità all'affare della collana, ma il processo minò il prestigio e l'autorità della monarchia e di lì a poco il suo collo sfoggiò una collana di sangue.
La rivoluzione francese, infatti, aveva già fissato il suo appuntamento con la Storia.
Home 
Elenco Autori 
Forum:Elenco Argomenti 
Eventi attuali e storici
Le prime pagine 
Link
tutti i Forum
La collana della regina
Versione per la stampa
Inserito - 15/01/2006 : 09:54:49
