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 MORTI SENZA NOME
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zanin roberto
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Inserito - 13/01/2006 :  22:03:18  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a zanin roberto
MORTI SENZA NOME di Cristina Cattaneo

Che cos'è l'umanità ?
E' un sentimento misto di pietà e di buonismo, di tolleranza e di educato senso del limite?
Io penso che la caratteristica più importante dell'umanità sia il sacro rispetto della dignità.
CRISTINA CATTANEO, antropologa forense e paleopatologa, dirige il Laboratorio di Antropologia e Odontologia forense dell'Università Statale di Milano, ha scritto un bel libro MORTI SENZA NOME, storie di corpi e resti umani da identificare, raccontati da una patologa forense, ecco che cosa restituisce dignità ad un essere umano, il suo nome e la sua storia.
Questo libro, evidentemente crudo, in cui si descrivono le conseguenze delle malvagità umane, attraverso la descrizione di autopsie e di indagini strumentali, è però al di là del suo fascino squisitamente scientifico, un messaggio di umanità. I suoi protagonisti sono le persone che noi cittadini chiamiamo "le istituzioni" a volte accusate di immobilismo,di parzialità,di inefficienza che invece operano con entusiasmo e passione.
Ho cercato di farlo leggere a mia moglie, ma ahimè quando si è accorta che il bisturi era il filo conduttore di molte pagine ha staccato, la Cattaneo non fa sconti al suo narrare, scarno ed essenziale ma non esagera mai, anzi alla fine l'impotenza di dare un nome ai poveri resti irriconoscibili di molti casi è una sconfitta dei sentimenti prima che professionale.
Dice in una pagina del libro che mentre eseguivano l'autopsia di una giovane donna, sul lettino accanto c'era una vecchietta morta sola con il suo cane, si erano accorti del suo decesso solo dopo due giorni.
Si domandava che cosa accomunasse quelle due donne, si rispose, l'oblio.
-"....Lei aveva un nome ma in qualche modo il mondo si era dimenticato di lei.........Le tirarono via le mollette messe nei cappelli, forse per darsi una dignità, forse per sembrare ancora bella. Forse guardandosi allo specchio mentre le metteva, la donna aveva sentito la vita che le veniva meno...."-
La lucida freddezza della patologa forense deve concentrarsi sul suo lavoro, perchè altrimenti quei miseri resti non avranno l'occasione di essere riconosciuti. E' un libro molto diverso da una narrativa in cui il buono vince sempre, ma proprio per questo i risultati positivi raggiunti le fanno onore e le sconfitte sono quelle di una società che spreme l'uomo, lo condiziona, lo illude e quando c'è da fare il "lavoro sporco" bisogna che lo facciano altri e che non sia trasparente.
Dice nell'ultimo dei dieci episodi raccontati, quando viene coinvolta nel riconoscimento di ossa mescolate di più di 19 persone, recuperate nella zona di Feltre, teatro della I guerra mondiale,
- " Quelle ossa avevano innescato in noi il desiderio di saperne di più e anche un pò di proteggere la memoria di queste persone, il senso della loro sofferenza e della loro morte"
Finito il lavoro di ricomposizione e restituiti gli scheletri all'Ossario del Cimone, la Cattaneo chiude il libro cosi:
- " Non c'e nulla che potremo mai fare per sanare le tristi emozioni di chi non c'è più, ma restituire loro un'identità, dare ai loro resti una dignità, occuparci delle loro spoglie, sia un atto dovuto"
Cristina Cattaneo ha avuto il coraggio di spiegarci che ci sono impavidi professionisti che utilizzando la scienza e la tecnica, cercano di dare umanità ad una società che non ha più tempo per riflettere sui suoi mali, non si è abituata alla morte, ma la indaga con tale perizia che in questo libro passa in secondo piano la apparente crudezza del metodo e ci confida che la vera pietà è cercare la verità.
Buona lettura

di Zanin Roberto

   
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