La sindrome di Usher, una malattia rarissima e purtroppo inguaribile, gli sta provocando un’inesorabile cecità.

Questo giovane, consapevole del buio che lo accompagnerà in futuro, ha risposto al suo terribile destino cercando di crearsi una "riserva" di immagini belle.
Oltre a ri-vedere luoghi meravigliosi come Venezia, Roma, le Maldive, a scalare una montagna, ha deciso di portare con se' i colori e la luce dei capolavori di Van Gogh, Monet, dei grandi artisti le cui opere popolano i musei più importanti in cui lui sosta per ore e ore.

Che grande dolore deve provare Svens, ho pensato.

Ho provato allora a chiudere gli occhi, e ho fatto un esperimento.
Ho fissato il quadro che ho sulla parete di fronte a me in ufficio e poi ho chiuso gli occhi.
Il quadro, un olio di 35 per 50, raffigura un paesaggio di fantasia.
Ha una collina verde e, fra i campi gialli e rossi delimitati dai verdi piu’ scuri delle siepi, si intravvede un casolare bianco. Il cielo è celeste degradante al bianco.
Questo quadro, dipinto anni fa’, pur guardandolo con tutto l’ impegno, non riesco a trattenerlo nella mente se resto con gli occhi chiusi.
Lo stesso mi accade se guardo il mare, gli alberi i tetti, gli amati gatti…

Ho concluso che non sarei capace di portare con me i colori e la luce, ma "solo" le emozioni che tale immagini creano.
Pertanto ho deciso di crearmi, da subito, questa riserva di emozioni.
Come?
Ho cominciato a guardare tutto, anche le cose piu’ banali, con grande attenzione:
le persone che incontro, l'eleganza degli alberi, la maestria del fare, le foglie delle piante, la stoffa della poltrona, la tazza portamatite, il calendario con i gatti, la simmetria delle ombre, il poster con le ninfee, ecc.;insomma tutto mi sembra incredibilmente bello e degno di essere guardato come se fosse l’ultima volta.

O la prima.