Inserito - 09/09/2006 : 13:23:09
Capitolo IITempo di vacanze La famiglia Raccontastorie si è messa in viaggio a bordo della Scatola di Biscotti, il mezzo di locomozione scelto da babbo, che offre delle comodità maggiori rispetto alla Nuvola Bianca. La meta della famiglia Raccontastorie è una località sul mare dove non ci sono pericoli e dove i ragazzi potranno giocare nella sabbia finissima, dove potranno praticare il surf o fare lunghe passeggiate in bicicletta lungo la costa o nell’interno. Poi babbo Piero dovrà tornare in città per due settimane. Partirà di nuovo per le vacanze in montagna nel mese d’agosto con tutta la famiglia. Ecco il racconto di mamma. Arrivammo ad un alberghetto all’apparenza molto tranquillo e dove avevamo trascorso vacanze serene altre volte. Decidemmo di fermarci anche questa volta. Avremmo trascorso alcuni giorni di pace prima di affrontare le vacanze in montagna nel mese d’agosto, ma qui ci avrebbe atteso una sorpresa. L’albergo era affollatissimo. Nel grande terrazzo che circondava l’edificio al pianterreno l’angolino dei bambini era stato devastato. I bellissimi giochi nuovi erano a terra rovesciati e smontati, la casetta semidistrutta, la panca usata per tutto, tranne che per sedersi. Una bambina piccolissima, che stentava a camminare, aveva trascinato il piccolo scivolo fuori dall’area bimbi, poi dopo avere salito i quattro gradini, si era messa ad urlare per la paura.
I maschietti correvano su piccoli monopattini a quattro ruote , urtando sgarbatamente le gambe dei malcapitati avventori dell’albergo. La baby sitter piangeva seduta in un angolino, disperata , pensando se ce l' avrebbe fatta a conservare l'incarico fino al rientro a scuola a settembre. Ma dove eravamo finiti? Dov’era l’anziana proprietaria che con un sorriso sapeva ottenere risultati sorprendenti? La vecchia signora era al primo piano, ammalata; l’albergo era nel caos e i dipendenti sembravano terrorizzati dalla nuova gestione . Ma il bello doveva ancora venire. Arrivato il momento del pranzo speravo che i bimbi affamati si calmassero. Vidi finalmente le famiglie ricomporsi. Erano circa una cinquantina di persone. Fui sorpresa nel vedere le mamme. Erano giovanissime, grasse di un grasso malsano e avevano l'aria malaticcia. Ognuna aveva un figlio attaccato al seno e due o tre da ogni lato. Parlavano una lingua sconosciuta e ogni tanto lanciavano urla scomposte e suoni gutturali... Orgogliosa per la mia facilità nel comprendere tutti i dialetti italiani, dopo avere avvicinato una mamma che al mio timido approccio non rispose nemmeno “buongiorno”, mi dichiarai sconfitta. “Da dove vengono ? Quale astronave le avrà inviate sulla terra?” suggerii “Non esageriamo, c’è tanta gente sul nostro pianeta, non possiamo conoscere tutte le lingue, tutti gli usi e tutti i comportamenti "dichiarò babbo I camerieri, parecchio arrabbiati con genitori e bambini, impiegarono oltre un’ora a portare un primo piatto di spaghetti e una misera bistecchina. L’insalata andava recuperata al buffet, lottando contro un’orda di affamati: pareva che non avessero mai avuto nessun tipo di cibo, nemmeno una foglia di lattuga, nè avessero mai visto un pomodoro al gratin. Alla sera, in un angolino della spiaggia dove non arrivava il frastuono, ci consultammo. Era un sogno il nostro? Eravamo esagerati nel dichiarare la nostra insoddisfazione? Restare o ripartire? Aspettiamo domani, fu la risposta unanime, magari è tutto un sogno. Il pranzo di mezzogiorno del giorno dopo segnò la fine dell’incubo. A sera tornò la normalità. Non venimmo mai a conoscenza del luogo d’origine di quel gruppo di persone, ma iniziammo a fare numerose considerazioni sul cibo e sulla necessità di una alimentazione corretta. Tornai in città con due chili di meno e anche i miei figli rinunciarono al gelato. Timore di diventare grassi? la lentezza del servizio che ai bambini sembra ancora più lento? Di questo si parlò a lungo. Non se ne venne mai a capo, ma ci furono molte altre occasioni in cui si parlò delle alimentazioni dei popoli del mondo. Elena Fiorentini
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