Ovvero, del sottile piacere di entrare nelle storie attraverso la forza evocativa della lettura.Ma questa chiave d’accesso non è conosciuta da Hanna Schimtz , solitaria e rude bigliettaia di tram a Berlino, che se la procura attraverso le letture ad alta voce del suo giovane amante.
Dopo molti anni , il ragazzo – studente in legge – apprenderà in un processo per la morte di trecento ebree, che la donna da lui amata e scomparsa all’improvviso dalla sua vita di adolescente, è stata un’aguzzina in un lager nazista e che utilizzava donne ebree per farsi leggere libri.
Il film, a mio avviso, non è granchè e mi hanno meravigliato i consensi che ha avuto.
Forse, solo dando completezza allo stupore del giovane di fronte ai crimini della donna con una decisa presa di coscienza dell’olocausto, si sarebbe potuto accettare anche il taglio decisamente voyeuristico della prima parte del film.
Anche la Winslet, premio Oscar come migliore attrice, non mi ha convinto; troppo accattivante per una donna dal passato senza umanità.
Le interpretazioni della Jolie in Changeling o della Streep ne Il Dubbio sono di gran lunga migliori.
Ophelja