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R A S S E G N A     A R G O M E N T I
elisabetta E’ come vedere se stessi ritratti dentro un quadro di uno sconosciuto pittore. Un pittore che deve ancora essere scoperto. E così anche tu.
Vedere il mare in lontananza, sentire il suo odore salmastro. L’odore della palude in cui ci si impantana per l’eternità. Così anch’io.
Quella mattina mi sentivo particolarmente triste e sola. Avevo una forte angoscia guardando dritto nello schermo il mio computer. Era l’angoscia dell’incertezza del futuro.
Il lavoro che facevo era bello, mi piaceva dentro, in fondo alla mia anima, ma non poteva riempire la mia vita. Non fatto in quel modo. Non con quella così poca convinzione e serenità.
Spesso entrando in classe li guardavo dritto negli occhi e cercavo di indagare nei loro pensieri, nelle loro anime. Non sempre ci riuscivo. Non sempre era facile il contatto necessario per stringere quel solido rapporto educativo. Ma insegnare era il mio lavoro. Lo avevo scelto.
Spesso però entravo in crisi, mi arrabbiavo, mi rendevo conto di stressarli.
Di pretendere da loro un qualcosa che non potevano darmi. Volevo insegnare loro a vivere, a leggere, a conoscere il mondo che li circondava. Ma era spesso impossibile.
Non sempre la loro barriera naturale, la loro diffidenza cedeva il passo a un sentimento di stima e di amicizia. Ma qualche volta... era possibile che ciò accadesse.
Torniamo per un attimo allo schermo del mio computer. A quella “cosa” grigiastra, che spesso diventava quasi aliena. A quel foglio bianco che chiedeva di essere scritto. Che lo chiedeva a me. Proprio a me. A quel foglio bianco che come un fanciullo voleva gli raccontassi una storia.
La mia storia. La storia di una donna che cerca disperatamente se stessa dentro gli occhi degli altri. Che cerca continuamente l’aiuto o meglio l’approvazione degli altri. E forse quella di se stessa. Soprattutto di se stessa. Di una donna che si sente un fallimento quando un ragazzo consegna una prova in bianco o quando il suo uomo preferisce questo stesso computer a lei. Una donna in crisi. In una forte crisi di identità.
E forse adesso ci sono quasi riuscita a riempire quel piccolo foglio bianco... anche se sono ancora immersa nella stessa crisi di allora anche se per motivi diversi...


elisabetta


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