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 Tre donne, la vita e la speranza

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R A S S E G N A     A R G O M E N T I
Roberto Mahlab Alla Libreria Claudiana di Milano, oggi era in programma una lettura, accompagnata dalla musica di violino, dei Diari di Etty Hillesum, giovane ebrea olandese, nata nel 1914 e assassinata dai nazisti nei campi di sterminio. "Trovo bella la vita", scriveva durante la tragedia, "credo nel Signore e negli uomini", "la vita è ascoltarsi dentro e ascoltare gli altri".

Due settimane fa ho assistito al teatro Oscar di Milano alla rappresentazione musicata della vita di Alice Herz Sommer, musicista ebrea nata nel 1903 a Praga e sopravvissuta allo sterminio della sua famiglia da parte dei nazisti. "Life is wonderful", ripeteva la sua voce registrata all'inizio e alla fine dello spettacolo.

Arianna Szorenyi, autrice di "Una bambina ad Auschwitz" (Mursia editore), ci ha raccontato nei giorni scorsi alla Libreria Claudiana di Milano come fu deportata prima al lager della Risiera di San Sabba, presso Trieste, campo di sterminio nazista in Italia e poi ad Auschwitz e a Bergen Belsen. Era una bambina di undici anni e sopravvisse con il sogno di incontrare di nuovo la madre. La sua voce gentile ha narrato dei vagoni piombati in cui esseri umani venivano trasportati come fossero animali fino ad Auschwitz, degli orrori della morte nella vita di ogni giorno, degli "appelli" per le camere a gas, dei forni, delle frustate, delle baracche dei bambini, del sadismo dei nazisti. Le leggi razziali adottate anche in Italia arricchivano i delatori che denunciavano le famiglie in cui erano presenti degli ebrei. A Trieste negli anni ottanta fu celebrato un processo che terminò con la condanna dei responsabili nazisti del campo di San Sabba, ma non scontarono mai la pena, così come rimase libero e ignoto il delatore che consegnò Arianna e la sua famiglia ai carnefici. Arianna non ritrovò la madre dopo la liberazione.

Anna Frank, la ragazza ebrea che scrisse il "Diario", poco prima di essere assassinata dai nazisti rivelò che ".. continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo".

Come può un popolo che subisce il peggio, continuare ad affermare quanto sia bella la vita? E coltivare la speranza? Speranza infine rinata nella nostra Terra, Israele, centro primario di scienza e cultura dell'umanità, ancora sottoposta a minaccia da parte di chi non non sopporta la speranza e vuole distruggere quella altrui.

L'intelligenza comprende la bellezza di quanto si potrebbe raggiungere e guarda desolata quanto viene sprecato, non per colpa della vita, ma di chi nega la vita e la sua bellezza. E' la definizione di Amore, il desiderio di dire :"ascoltate dentro e fuori".

Abbiamo appreso che non ci basta la speranza che tutto attorno sia in ascolto, che è necessario difenderla. Che spreco di tempo, noi lo sentiamo. Chi lo spreca e ce lo fa sprecare, non sente nulla.

Roberto Mahlab


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