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 ....e il tempo s'en va

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R A S S E G N A     A R G O M E N T I
luisa camponesco
Il tempo lascia segni che aumentano col passare degli anni. Non risparmia nulla ne il corpo ne la mente. E così mi accorgo di quelle piccole rughe, di qualche capello grigio… ma la cosa più difficile da accettare è vedere le persone che amo farsi piccole e incapaci di gestirsi.
Allora mi specchio e mi domando: A chi posso aggrapparmi adesso?
E provo quel senso di smarrimento di chi ha perso i propri punti di riferimento.
L’autocommiserazione è una cosa che non posso permettermi e allora eccomi, pronta come ogni martedì a prendere la strada che mi porta all’Istituto.
Il portone verde si apre subito, basta suonare, attraverso un bel giardino curato e salgo le scale di quella che un tempo è stata una villa padronale, corridoi lucidi, soffitti affrescati e travi a vista. Tutto tranquillo e poi la vedo seduta nella sua poltroncina, gli occhi persi chissà dove che si illuminano appena mi vede. Non chiacchieriamo, in fondo cosa c’è da dire? Ma sono lì basta la mia presenza, la mia mano sulla sua. Sono quasi quattro mesi che faccio quel percorso, mi sto abituando, e mi accorgo che anche altri volti seguono il mio arrivo. Sorrido a tutte, faccio cenni con la mano, qualcuna grida, altre dormono, ma incomincio a parlare. Mi chiedono: Che tempo fa fuori?
Anche questo è un modo per sentire la propria voce. Arrivano le signorine con il carrello della merenda, mi sposto e mi domando in che modo possa essere utile. La mia presenza sta diventando una costante.
Ci sono stata anche oggi che è martedì; erano tutte la nella grande sala a seguire il mio ingresso, qualcuna ha alzato la mano, altre mi hanno sorriso.
Rimango il più possibile ma devo tornare a casa.
Prima di andarmene però ho voluto sapere i loro nomi, e così:
“ Ciao zia, arrivederci Francesca, ….Maria ….Ernestina….Assunta.”
Mi seguono con lo sguardo, salutano con la mano e sanno che tornerò.

Il portone verde si chiude alle mie spalle, faccio un respiro profondo mentre guardo le margherite occhieggiare tra il verde delle aiuole.


Luisa Camponesco

luisa camponesco
Gli anziani sono la nostra ricchezza, ma come sovente accade ci si accorge di essa solo quando si è perduta, allora si fa il bilancio del “cosa si ha fatto, e del cosa si poteva fare”.
Tardi, si tardi per tutto. Oggi rifletto, anzi ci provo, i pensieri si accavallano senza ordine, niente mi consola, nemmeno il tepore di questa giornata , nemmeno il garrire delle rondini o il cinguettio dei passeri. Guardo quel portone verde, no, oggi non ci devo andare, ne domani, ne mai.
Oggi devo percorre un’altra strada ben più triste….. per un saluto….l’ultimo


Luisa Camponesco

Elena Fiorentini Ho un bellissimo ricordo delle zie di Luisa quando ci fu la festa dei cento anni di sua mamma Gisella.
Quando arrivai da Milano con mio figlio, la famiglia era riunita intorno al tavolo in attesa di spegnere la candelina e di tagliare la torta.

Non è da tutti doppiare i Cento Anni
perciò festa grande con gli auguri ella autorità.

Le tre impavide signore vissero allegramente la festa, gustando la torta di compleanno accompagnata dal caffè, o un liquorino senza preoccupazioni di diete e calorie!

Domenica notte una sorella se n'è andata e una grande tristezza è entrata nella casa di Luisa.

Un abbraccio a te, cara Luisa, a tua mamma Gisella e a sua sorella.

Elena e Livio


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