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 1 Due chiacchiere tra amici (presentiamoci)
 Propositi di compleanno

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R A S S E G N A     A R G O M E N T I
rosvita Il 20 maggio del 2004 era il mio compleanno. E fu il giorno più sconsolato della mia vita. Non triste, perché quella è un’altra cosa, ma sconsolato.
Non avevo niente. Non avevo più niente che volessi ancora. Avevo solo me, e il mio passato.
Un concertista diede di me la definizione più reale che abbia mai avuto: caparbia ed entusiasta.
Non avevo altro. La caparbietà e l’entusiasmo, solo quelli.
Un anno fa non avevo più né progetti né speranze, solo propositi.
E i propositi hanno di positivo che si nutrono proprio di entusiasmo e di caparbietà, se ci pensate.
Forse mi avete seguito, in tutti questi mesi, e qualcuno di voi mi ha fatto compagnia, realmente o virtualmente. Forse avete letto i miei sbandamenti, le mie malinconie, le mie piccole insurrezioni interiori.
Adesso posso quasi dire di averli messi in pratica, i miei propositi, mi lusinga illudermi che forse vi interessa conoscerne l’epilogo. Un po’ come l’ultima puntata di una sit com.
Il 20 maggio 2004, dunque

Volevo avere dei conoscenti, perché di amici ne avevo già, e non bastavano.

Volevo che l'Architetto soffrisse quanto me.

Volevo essere economicamente indipendente.

Volevo dormire in modo regolare.

Volevo che le ore vuote non fossero incubi.

Volevo ricominciare a leggere.

Volevo raccogliere tanti stimoli dall'esterno.

Volevo non sentirmi estranea in mezzo alla gente.

Ecco come è finita.
Adesso frequento persone che mi considerano una di loro da anni, ma che mi conoscono da mesi.
L’Architetto ogni tanto chiama: avere compreso che possiamo sopravvivere alla reciproca assenza ci fa apprezzare la sporadica presenza. Ma stiamo bene ognuno nella propria città, e nella propria vita.
Ho un lavoro sedentario, talmente regolare da condizionare persino il mio intestino, e regolarmente pagato. Che per una che veniva dal deregolato mondo della comunicazione, beh, non si può spiegare… Ah, dimenticavo: ho dei colleghi simpatici, e tutte le colleghe sono sposate, stavolta!
Mi alzo prestissimo, e questo significa che vado a letto prestissimo, e dormo come un ghiro. Senza farmaci. Senza Tv. Solo per sonno.
Abito in una bella casa che divido con due persone normali, e anche simpatiche talvolta. Dal terrazzo vedo la distesa del parco, e i colli Euganei in lontananza. E certe volte resto a casa in compagnia di un dvd, e non mi sento sola.
Leggo poco, scrivo poco, perché sono sempre piena di altre cose da fare. Ma compro libri e butto giù appunti sul taccuino che porto sempre in borsa: presto ci sarà nuovo spazio per me.
Al principio dell’autunno ho iniziato un corso di ballo, uno di nuoto, un cineforum. A marzo ho deciso che ne avrei salvato solo uno. Il mio istruttore dice che sono un disastro, ma per una indecisa all’inverosimile persino sul colore dei calzini, avere scelto autonomamente vale più di 40 vasche delfino.
Ogni giorno tornando a casa io e la Titti costeggiamo la Piazza Ovale. Qualche volta ci vado a fare quattro passi. A noi basta uno sguardo, sappiamo già che abbiamo stretto un patto. E che stavolta non scappo.
Una sera per caso siamo finite in una enoteca con un nome sudamericano, gestita da un vecchio signore con un accento strano. Il giovane nipote trascura sempre la mia ordinazione, ma ormai siamo di casa. E stasera per il mio compleanno mi trovate lì.

Volevo dare una raddrizzata alla mia vita, e adesso sono in grado di incastrare lavatrici parrucchiere e volontariato nell’arco dello stesso fine settimana. E ho smesso con le ronde.

Volevo che la mia vita fosse facile.
A volte, quando giro disperata per un parcheggio nel traffico sabotino ed innervosito di Padova mi dico “Ho trovato un nuovo lavoro una nuova casa e nuovi amici in tre giorni: sarà mica più difficile trovare un parcheggio che cambiare vita?”
E’ una magia: dopo poco spunta fuori un angolino fatto apposta per la Titti.
E mi sento un po’ stupida, ma anche tanto felice.

Della Vita che avete incontrato lo scorso anno sono rimasti intatti caparbietà ed entusiasmo. Grazie anche a voi.

C’è una maledizione di non so quale popolo che dice: “Che tu possa realizzare tutti i tuoi sogni”.
Ditemi se vale anche per i propositi, vorrà dire che passerò ai progetti!



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