Da Hanukkah all’Albero di Natale di Elena FiorentiniIl padre lavorava presso l’agenzia di una importante casa di assicurazioni, la mamma era maestra. Il bimbo, Gigetto, cresceva con la nonna , come si usava una volta e come si usa tuttora. Ogni anno, durante le lunghe giornate invernali del mese di dicembre, la casa si illuminava festosamente con le luci del candelabro. Si seguivano i precetti e la festa di Hanukkah, con l’accensione delle candele e i giochi con i cuginetti, era fonte di grande gioia e allegria.
In casa c’era serenità e tutti si volevano bene. Alla fine dei fantastici giorni dell'accensione delle candele, cominciavano le feste di Natale. Negli uffici dove lavorava il babbo veniva organizzata una grande festa, veniva offerta una merenda a tutti e ad ogni bimbo veniva consegnato un regalo . Si era nel 1938 e nel Regno d’Italia il Re e il Primo Ministro fecero delle leggi crudeli che fecero soffrire migliaia di persone. Si basavano su delle distinzioni tra le persone :questa famiglia è cristiana e va bene, questa famiglia è ebrea, allora è l'infelicità, la miseria...: prima la perdita del lavoro, poi la fuga e negli anni successivi altri terribili eventi. Queste leggi, conosciute come ” leggi razziali”, non erano ancora completamente attuate all’inizio della storia che vi sto raccontando. Tuttavia l’Azienda sospese il regalo a Gigetto. Al piccolo piaceva la festa di Natale delle Generali. Andava fin da piccolo alla festa dell'Assicurazione, i colleghi d'ufficio del padre gli volevano bene, lo conoscevano perchè qualche volta con la mamma si recava all'uscita dal lavoro per ritornare a casa tutti insieme, in compagnia. Pianse per non essere stato invitato. I colleghi del padre raccolsero allora del denaro e acquistarono il più adorabile trenino in legno, locomotiva e due vagoni, che si potesse immaginare.Adorava i treni Gigetto.Quando si presentava l'occasione passava il tempo libero in ammirazione delle grandi locomotive e del movimento dei treni sui binari. La sua aspirazione fu sempre quella di diventare macchinista. I protagonisti non ci sono più, ma la foto con il bambino sorridente con il suo adorato trenino di legno, fa ancora bella mostra dai vetri della mia libreria.
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