Proprio ieri sera, con Elena si parlava di ristoranti a misura di bambino e di come in Italia pare non esservene traccia. Ecco in proposito un divertente articoletto di Beppe Severgnini:" Curioso destino quello dei bambini italiani: Vengono vezzeggiati, ma non protetti; incensati, ma spesso non sorretti; lusingati, ma non sempre serviti. I tedeschi educano i loro figli, gli inglesi li giudicano, gli americani li spronano. Noi li ammiriamo.
Per capire di cosa sto parlando, vi invito a condurre un esperimento. Provate a entrare in un ristorante con una bimba di due anni, e chiedete una sedia per lei. Vi guarderanno come un extraterrestre. In Italia non esistono le sedie per i bambini; non esistono i seggiolini che s’agganciano al tavolo; non esistono i sedili che, appoggiati su una normale seggiola, portano il bimbo all’altezza giusta (in America questi aggeggi si chiamano boosters, “rinforzatori”). In Italia esistono i cuscini.
Provate poi a chiedere un “menu per bambini”. Vi risponderanno che non c’è. C’è un menu solo, buono per tutti. Ai miei tempi – primi anni Sessanta – esistevano almeno le “mezze porzioni”; oggi sono scomparse, uccise dal sospetto (il cliente vuole risparmiare; puniamolo). Le “mezze porzioni” italiane hanno fatto la fine dello sconto, che da noi è sempre una faccenda ufficiosa, una sorta di concessione ad personam, che permette al venditore di sembrar generoso, e al compratore di sentirsi importante. Lo sconto e la “mezza porzione”, negli Stati Uniti, sono invece scientifici. Sono lì, ne hai diritto, puoi pretenderli.
Perché i ristoratori americani (ma anche tedeschi, olandesi, svedesi) si attrezzano in questo modo? Forse perché amano teneramente l’infanzia, e vogliono provvedere alle sue necessità? Neanche per sogno. I ristoratori stranieri procurano seggiolini e children’s menus perché vogliono attirare i genitori. Si rendono conto infatti che, per dieci anni almeno, le decisoni familiari in materia di tempo libero dipendono dai figli. I bambini, in altre parole, sono un business. E la cosa, vi dirò, non mi scandalizza. Questo atteggiamento – attrezziamoci per i bambini, così aumentiamo i clienti – mi sembra un modo accettabile di combinare spirito imprenditoriale e spirito di servizio. Meno accettabile, invece, è rimbecillire i bambini di pubblicità televisiva. E qui, devo dire, noi italiani siamo all’avanguardia. "
(Beppe Severgnini, “Manuale dell’uomo domestico”, Rizzoli, 2002)
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