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effegi
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Inserito - 07/10/2004 :  08:39:32  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a effegi
Mostra di Andy Wahrol alla Triennale di Milano
Ottobre 2004

Conoscevo poco di Andy Wahrol; non posso dire, dopo aver visto la mostra, di esserne critico autorevole, però ora gli porto un po’ più di rispetto…
Lo consideravo fenomeno mediatico, uomo di gran fortuna più che di sublime arte…tutto sommato ciò che gli è valso fama imperitura sono stati i bidoni di Brillo e la zuppa di pomodoro Campbell’s.
Però …c’è sempre un però.

Cari amici di Concerto, ognuno vede ciò che sente, e vorrei buttarvi lì alcune riflessioni; se andrete a vedere la mostra, se vi piacerà o meno, lo deciderete da soli, non è questo lo scopo delle mie righe; vorrei solo condividere alcuni miei sentimenti e magari riuscire a parlarne.

Sono arrivata alla Triennale come un bambino va al Luna Park, con la stessa curiosità e voglia di essere stupita da qualcosa/qualcuno… Andy Wahrol c’è riuscito, non tanto e non solo per i suoi lavori, innumerevoli e per la maggior parte a me purtroppo ignoti, ma per le riflessioni a corredo degli stessi.
Sì perché sulle pareti, sul soffitto, dappertutto insomma, le immagini sono condite di sue frasi, aforismi, battute…la sua filosofia insomma.

Si è servito della pubblicità e dello stile di vita americani per descrivere la gente, la vita e le sue contraddizioni…
Un uomo di eccesso e di successo.
La vita come successo e il successo come lavoro, “business”; è evidente che c’è riuscito!

Mi ha fatto riflettere molto una delle ultime frasi lette alla fine del percorso: la morte come evento imbarazzante della vita di un uomo.

Lui che aveva avuto tutto e vissuto un mondo luccicante e strabiliante, sconfitto comunque da un passaggio tanto obbligato quanto penoso…imbarazzante. Non ho mai pensato alla morte come imbarazzo, non l’ho mai definita con tale aggettivo.

Mi ha fatto sorridere la sua affermazione sulla Coca Cola che è la stessa per me e per Marilyn Monroe, o per il presidente degli Stati Uniti...e mi ha colpito la crudezza delle sue considerazioni sulla fine che ci accomuna tutti.

Ha saputo ridere della vita, ma non ha saputo accettare la morte con la stessa dose di determinazione o anche di umorismo.


Buona visita a tutti!

effegi


   
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