Un pomeriggio
Quelli di quando giri per le strade, senza meta
Quando hai messo scarpe comode per non tornare coi piedi stanchi
Magari buttando un occhio alle vetrine
Libri, vestiti, intimo e videogame
Attratto da gelati dai gusti esotici: sembra che una semplice crema sia merce rara
Rispettando semafori che cambiano colori e circondato da macchine fumose
Una disattenzione e devii il tuo cammino
I vicoli stretti sanno di muffa e di cucina
Alzi lo sguardo e con stupore noti ancora fili che vanno da un capo all’altro delle case, con vestiti ad asciugare
Piccole piazzette e statue celebranti ti invitano nel centro
Sembra di odorare polvere da sparo di quella rivoluzione
Stridere di baionette e tonfi dei caduti
Vecchi cancelli arrugginiti bloccano entrate in cortili
Bassorilievi sui lati ed effigi di nobili famiglie
Un cigolio sinistro ed entri, accolto da musica sinfonica
Finestroni bianchi fanno intravedere soffitti dipinti con maestria
Fiori di campi dove prevale il papavero
Travi di legno tarlato li sostengono
Un putto fa pipì dentro una piccola vasca
E sul muro un gelsomino sale con piglio verso l’alto
Nei piani bassi, poltrone damascate e mobili intarsiati, disposte per favorire la parola
Un anziano alza il bastone per salutare con il sorriso di chi ha vissuto
Ha sempre vissuto li
Poche le concessioni per un uomo che ha fatto il portiere, l’autista, il giardiniere e chissà quali altre mille cose
I racconti tra noi scorrono fluidi e lucidi
Il resto rimane sospeso
Proprio come fare fermare il tempo