Concerto di Sogni
Main sponsor: Ideal Gomma Sport Sas
Think and Make It!

Remember Nassiriya : Appendete una bandiera ai vostri monitor Concert of the World: English Version



 Home   Elenco Autori   Forum:Elenco Argomenti   Eventi attuali e storici    Le prime pagine   Link  
Utente:
 
Password:
 
Salva password Dimenticata la password?
 
 tutti i Forum
 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 LA VITA VISSUTA DUE VOLTE
 Versione per la stampa  
Autore Tema Precedente Tema Tema Successivo  
Elisa Baracchi
Esploratore


Italy
3 Inseriti
100 Gold
8 Punti Rep.
Inserito - 02/01/2007 :  12:05:06  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Elisa Baracchi
Eccomi qui, disteso nel letto della mia casa "di seconda mano" in centro a San Fransisco, mentre ripenso a quella volta di tanti anni fa per far trascorrere più velocemente un'altra mattina fredda e buia di Dicembre.Fuori c'è la neve e il periodo di natale si avvicina, infatti ricevo molte più visite adesso che non prima.Chi sono io? Mi chiamo Lucas,occhi azzurri e capelli marroni, altezza 1,75, peso 65Kg, una vita buttata (a causa della droga,dell'alcool, della rapina e del tentato sequestro) e una reputazione inferiore a zero già da tanti anni.Cosa mi accadde tanti anni fa? Lasciate che vi racconto la vicenda dal principio.


Mi ero beccato una pallottola nel petto ma sono "stato salvato" da una moneta che ha sviato il corso del proiettile diretto al cuore. Arrivato al pronto soccorso mi hanno operato ugualmente anche se non ero in pericolo di vita.Mi trovavo a pochi passi dalla mia vecchia casa (situata nei "ghetti neri" alla periferia di nord est di Detroit)quando un uomo inseguito dalla polizia ha aperto il fuoco puntando contro di me. Quel tizio lo conoscevo bene;era Francis, un ragazzo di colore alto 25cm più di me con una muscolatura da far invidia a un pugile. Sapevo anche il perchè mi stesse correndo inconto puntandomi la sua 44 magnum. Mi stava cercando perchè mi era scaduto il tempo promesso per pagargli la merce che mi aveva procurato. Lo sapevo bene, ma stavo andando da lui per chiedergli ancora ventiquattro ore dato che l'altro compratore mi avrebbe dato l'ultima rata il giorno seguente. Quando lo vidi arrivare mi misi a correre più velocemente possibile ma non servì a nulla perchè pochi metri più avanti dovetti perforza fermarmi per la mancanza di fiato. Francis mi raggiunse e prima ancora che potessi parlare mi sparò. Da lì non ricordai nulla, furono i medici a raccontarmi il seguito.


Pochi giorni dopo io mi godevo il calduccio della stanza d'ospedale, che era maggiore rispetto a quello di casa mia, sorseggiando il tè pomeridiano. L'orario delle visite era già cominciato da dieci minuti e tra poco sarebbe arrivata mia madre. Così mi sbrigai a finire la bevanda servitami calda e adesso tiepida. Ecco mia madre che come al solito comincia:" Ciao Lucas come te la passi oggi? Va meglio rispetto all'altro ieri? Ma lo sai che fuori la neve si è alzata e la temperatura è diminuita moltissimo e sono passata da casa tua per portarti il maglione nel caso ne avessi bisogno. A proposito come mai casa tua è sempre un disastro? Il letto non lo avevi rifatto, il salotto era tutto sottosopra, per non parlare poi della cucina...Pile di piatti sporchi nel lavello, la spazzatura straboccante e poi cos'è quel puzzo che c'è in giro? Eh cos'è? E poi la polvere dovresti farla via qualche volta, e il tappeto potresti sbatterlo! Però menomale che hai una brava mamma come me che ti pulito tutto, ti ha rifatto il letto, ha messo tutto in ordine e ha anche sbattuto il tappeto e svuotato il cestino della spazzatura. E adesso sì che sembra una casa!" E io rimasi lì come al solito a fissarla, perchè da quando era entrata aveva parlato senza prendere respiro e senza darmi il tempo necessario per capire quello che diceva e rispondere alle sue domande. Per questo mi limitai a risponderle:"Ciao mamma sto meglio grazie, lo sono disordinato e ti ringrazio di aver pensato a casa mia." Così lei compiaciuta mi rispose:"Non c'è di che caro! Dai raccontami...novità?" "Sì ci sono novità. I medici dicono che potrei uscire già dopo domani perchè ormai è quasi tutto a posto." "Oh caro, è stupendo, appena in tempo a festeggiare in famiglia il Natale! Perchè verrai almeno quest'anno vero?". Continuai a fissarla chiedendomi perchè tutti gli anni me lo chiedeva e io, come tutti gli anni, le risposi:" Dai mamma tutti gli anni la solita storia! Lo sai che non mi va...papà comincerà con le prediche, la zia mi stressera sul perchè non vado quasi mai a trovarla, infine lo zio mi chiederà come mai non ho amici. Credi che non lo sappia? Siete tutti così monotoni, prevedibili..." e lei "Dai è due anni che non vieni, cosa ti costa...uh mamma com'è tardi, devo andare. Ti saluto Lucas, stammi bene!"


Il giorno dopo alle 7.30 del mattino, il medico di turno, dopo avermi visitato mi disse:" Lei è a posto. Faccia i bagagli e vada giù a firmare il modulo delle dimissioni." " Quindi sono guarito?" "Sì.Dovrà però venire una volta a settimana per fare la medicazione.Non se lo dimentichi." "Non lo dimenticherò, stia tranquillo!" Così dopo aver fatto tutto misi di nuovo i piedi fuori dall'ospedale e tornai a vestirmi come piaceva a me, ovvero con dei pantaloni comodi, maglietta larga, felpa nera con cappuccio e sotto al cappuccio il cappello di lana che comprai il mese prima, senza però dimenticarmi delle mie scarpe da ginnastica preferite sempre color nero.A un chilometro dall'ospedale, trovai una cabina telefonica che usai per chiamare a casa:" Pronto?" Era mio padre e fui tentato di richiamare dopo, ma mi decisi e parlai lo stesso:" Ciao papà sono Lucas" "Oh ciao Lucas dimmi..." " Sono stato dimesso dall'ospedale e va tutto bene, adesso torno a casa mia." " Vuoi un passaggio?" La domanda di mio padre mi stupì, ma mi stupì ancor di più il fatto che non avesse obiettato. Gli risposi:" No ti ringrazio" "Sii ragionevole! Casa tua è dall'altra parte della città, fa freddo e nelle tue condizioni non puoi permetterti una fatica simile." "Daccordo allora, ti aspetto, sono davanti al negozio di animali a Daiane Street!" "Ok,sarò da te tra 10 minuti." Aspettando mio padre guardai la vetrina dove c'erano i cuccioli e uno in particolare mi colpì. Aveva lo sguardo triste, perso nel vuoto. Arrivò mio padre, salì in macchina e in un'ora fui davanti a casa mia. Entrai e mi guardai attorno. Era tutto aperto per far entrare la luce, c'era un buon profumo e un calduccio che mi invitava a togliermi il cappello e la felpa pesante. Era tutto in ordine e così mi venne voglia di stendermi sul divano, ma nemmeno il tempo di slacciarmi le scarpe sentì una voce che disse:"E no caro mio, c'è la scarpiera e le metti lì! Mi voltai verso la porta della cucina e vidi mia sorella che mi guardava male. Mi venne spontaneo chiederle:"Ciao Alexis, cosa ci fai qui e come mai le pareti del salotto non sono più bianche ma gialle e quelle della cucina pure?" "Te le ho imbiancate, così come ti ho fatto azzurrina la camera e bianco il bagno.Comunque, vieni a mangiare che si fredda!" "Arrivo,maripeto la domanda...Cosa ci fai qui?" "Sono venuta a trovarti, papà mi ha detto che eri stato dimesso e così ti ho reso accogliente la casa...Se non ti fa piacere tolgo il disturbo!" Dopo una pausa di silenzio le risposi:"Ma no, non mi dispiace affatto. Tu qui sei la benvenuta!" E lei piena di gioia:"Oh grazie!Come mai sono così privilegiata?" E mi aprì le braccia come volesse abbracciarmi, così con un sorriso sincero le andai incontro e accettai il suo abbraccio dandoglielo a mia volta. Tutto sommato sono felice di rivedere Alexis, perchè è l'unica a non avermi mai criticato e non si è mai intromessa nella mia vita. Finito di mangiare, sparecchiammo e lei gentilmente mi lavò i piatti, mentre le raccontai tutto.Erano ormai le 14 e lei doveva rientrare in ufficio così io ne approfittai per lavarmi e sistemarmi. Verso le 16.30 andai a fare un giro e prendendo il bus arrivai fino al negozio di animali dove la mattina vidi il cucciolo che mi colpì. Ero un pò a corto di soldi( però l'indomani mi sarebbero arrivati la bellezza di 5000 dollari come risarcimento dei danni subiti da Francis, perchè il tribunale decise che nella vicenda io non c'entravo nulla). Entrai. La commessa mi venne incontro con un sorriso e cordialmente mi chiese:"Buon giorno, posso aiutarla?" "Sì, vorrei prendere un cucciolo" "Mi segua." Arrivammo davanti alla gabbia dei cuccioli e le indicai quello con il musino marrone, lei lo prese e disse:"Lui ha due mesi ed è stato abbandonato.E' un Doberman, deve trovargli un nome perchè non lo ha. Costa 25 dollari." (Costa... Come può un animale costare? Un essere vivente non dovrebbe avere un costo.) Distolta l'attenzione dalla mia riflessione, decisi di prenderlo così pagai ed uscii con il cane al guinzaglio (regalatomi dalla commessa). Fuori il cucciolo sembrava aver freddo, allora mi affrettai a salire sul bus tenendo il cane in braccio. Dovevo scendere alla fermata numero 9. In questo modo passò un'ora. Entrato in casa il cane si sistemò subito sul divano e osservava a tratti me a tratti la sala. Telefonai a mia sorella ma a casa c'era la segreteria telefonica, quindi provai sul telefonino. Neanche lì mi rispose e le lasciai un messaggio:"Ciao Alexis sono Lucas...Avrei bisogno della roba che usavi con il tuo cane...Me la porti? Grazie ciao!" Il giorno dopo mi alzai di buon'ora e decisi mentre facevo colazione il nome da dare al cane. Spike. Neanche farlo apposta si presentò sulla soglia della cucina e dopo essersi guardato attorno, si avvicinò alla ciotola piena d'acqua e poi a quella del cibo. Andai a cambiarmi e indossai una tuta da ginnastica grigia e blu. Non tanto distante c'era un parco molto grande dove i cani potevano entrare (ovviamente al guinzaglio). Dopo averlo girato quasi tutto mi guardai attorno cercando una panchina, l'unica che vidi era occupata da una ragazza, allora presi coraggio, mi avvicinai e le chiesi:"Posso sedermi?" Visto che tutti quelli a cui lo chiedevo mi rispondevano che era occupato mi aspettavo la stessa risposta ma invece una voce dolce mi rispose:"Certo siediti pure...Io mi chiamo Torrie, tu?" Ebbi un attimo di esitazione poi dissi:"Grazie! Io mi chiamo Lucas! Bella giornata vero?" Domanda stupida dato che era Dicembre e il cielo era livido, comunque lei mi rispose con un sorriso:"Si, bella giornata!" Da lì cominciò una lunga chiacchierata e colsi al volo l'occasione di invitarla a casa mia il giorno seguente.


Il mattino mi recai come d'accordo con il dottore in ospedale, a fare la medicazione. Di ritorno a casa vidi seduto sui gradini dell'ingresso Francis e quando feci per andarmene un'altro mi fermò da dietro. Francis mi venne incontro con un sorriso e mi disse:"Carissimo...Quanto tempo che non ci vediamo! Sono stato dimesso ieri ma in tutto questo tempo non ho perso la memoria! Mi devi 100 dollari e ti ho fatto anche lo sconto; gentile vero? Allora...sto aspettando...entra in casa e prendili! Non è buona educazione far aspettare gli altri!" Io con un filo di voce risposi:"Si...si te li dò aspettami quì!" Entrai in casa e presi i soldi dalla cassaforte e glieli diedi. Lui , felice, fece un cenno a quello dietro che mi prese a bastonate fino a farmi sanguinare, poi di corsa se ne andarono. Rimasi a terra senza sensi per due ore, il tempo che mancava all'appuntamento con Torrie. E fù proprio lei a rianimarmi, medicarmi e a stendermi sul divano. Lì mi chiese:"Và tutto bene?" "Si...grazie...adesso si!" "Ma cosa ti è successo, chi ti ha ridotto così?" "Francis, un delinquente!" "Ti va di parlarne?". Nessun altro mi aveva mai chiesto una cosa così, e spontaneamente cominciai a raccontarle tutto dal principio. Ci vollero due ore e lei mi ascoltò sempre con interesse, concludendo con la frase:"Poverino chissà come soffri!" E poi mi abbracciò. Io capii subito che di Torrie mi potevo fidare, era sincera. Passati due mesi io e lei fummo ufficialmente fidanzati. Furono mesi indimenticabili. Arrivò Marzo e sia io che Torrie compimmo vent'anni e la sera stessa le chiesi di sposarmi. Lei accettò e dopo tre mesi fummo marito e moglie. In quel periodo cominciarono i primi litigi ma fù superato tutto in maniera molto semplice, cercando di chiarire le divergenze qualora si presentassero. L'anno dopo ci aspettava un'impresa ben più grossa...quella di crescere due figli. A Giugno infatti nacquero due gemelli che chiamammo Dennys e Lorence. Non ero mai stato così felice in tutta la mia vita.


Quella di avere dei figli fù per me la più bella esperienza, anche se dovetti cambiare casa. Ne presi una nel centro di San Francisco. Era una villetta a due piani con giardino recintato da una staccionata di legno lavorata a mano da me, la cassetta delle lettere rossa come piaceva ai miei figli, e nel giardino ci misi la cuccia di Spike e dei giochi per loro. Trovai anche lavoro come vice direttore di un'industria di caramelle la "Candy Andy" e Torrie lavorava come impiegata nella più importante ditta di autotrasporti la "The Fast" di San Francisco.


Adesso a Quarantadue anni, guardando la faccia del mio nipotino Nicholas gli chiedo:"A cosa pensi?" E lui con un sorriso:"Penso che da quando hai conosciuto nonna Torrie, hai vissuto un'altra vita" e già, ha proprio ragione...è come se avessi vissuto la vita due volte.

Elisa Baracchi

   
Clicca qui per la scheda generale dell'autore
Altri testi dello stesso autore
 
 Nessun Tema...
 
-----------------------------------------
Vai a:

Pagina Caricata in :1,78
Imposta come tua pagina di avvio aggiungi ai favoriti Privacy Segnala Errori © 2001-2021 Concerto di Sogni - B.A. & R.M MaxWebPortal Snitz Forums Go To Top Of Page