Sul cappello ha una piuma di struzzo,
alle mani un anello di latta,
un mantello celeste, una spada di carta
e nel petto un ardore per l'arte.
Sopra un palco di tavole vecchie ci racconta di draghi e donzelle
di regnanti, di streghe, di guerre, con le stelle negli occhi sognanti.
E' un bambino
e con voce intonata ci trasporta in un mondo fatato,
non importa se la scena è scadente e i costumi sono un po' rappezzati:
lui racconta e la gente l'ascolta
con il cuore rapito ,
in silenzio.
Su quel palco il bambino e' un eroe,
un artista, un attore
ed è strano,
quel bambino di terza,
ha il cipiglio del gran mattatore.