emofione
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Inserito - 31/07/2003 : 13:06:56
E' tempo di vacanze, anche per me. Ho già stipato la mia Polina con una decina fra borse, valigie, buste e pure una televisione 14 pollici che chiede solo di andare in pensione quanto prima. Sto partendo alla volta di Livorno, città che non solo mi ha dato i natali, ma che costituisce anche la mia unica vera casa. Lì mi godrò la piacevole compagnia di familiari, amici, conoscenti, ex ragazze, fanciulle che frequento attualmente, e via dicendo. Ma non me ne starò fermo lì, anzi girerò un bel pò, raggiungendo dapprima le coste della verde Irlanda per rimebrare il tempo che fu(cioè l'anno passato lassù), e raggiungendo poi le diversissime scogliere siciliane per una settimana all'insegna del divertimento puro insieme a tre ragazzi che, come me, hanno voglia di lasciarsi un pò di cose alla spalle e di pazzeggiare per 7 giorni e 7 notti. Il problema vero, ripensandoci bene, è dato dal fatto che, seppur lungo, il periodo di ferie che mi accingo a vivere sarà comunque insufficiente a far chiarezza nella mia offuscata mente. Il che significa che non so neanche se tornerò a lavorare a Roma, trascorso questo mesetto, o se invece accetterò una proposta interessante ma ancora in alto mare di un amico labronico, o se me ne andrò a Firenze a rimediare un'occupazione magari non ottimale ma tattica, che mi consenta cioè di vivere laggiù ma di raggiungere il mio Nirvana quando cavolo voglio (Firenze-Livorno un 100 km di distanza...), se mollerò tutto e me ne tornerò per qualche anno in Dublin(dove gestirei un locale con un amico Colleferrino), se, se, se.... E se fossi giunto alla fine di un percorso? E se mi si imponesse, una volta per tutte, di farla finita coi ripensamenti, le smanie, i "sono troppo impulsivo e troppo eccentrico per programmarmi una vita normale", e tutte, mi si passi il termine, le menate di cui è pieno il mio cervello fatto di traffico, file indiane, intrecci, grovigli, matasse di parole e sensazioni che sono passate tutte insieme dallo stesso punto nel medesimo momento ed hanno creato un tappo, nodo, un ingorgo, impossibile da districare allo stato attuale? Mah, mi sa che mi ci vorrebbe un bell'anno sabbatico per risolvere la questione. Eppure, eppure c'è qualcosa che mi induce a ritenere di voler continuare a fuggire, non tanto le resposabilità (quelle me le sobbarco tranquillamente), e neanche le situazioni opprimenti (non ne vivo di particolari in questo momento), quanto il piattume, lo squallore, la monotonia, di una vita si badi bene non noiosa o scontata(quella mi andrebbe benissimo, perché penso che la vivrei serenamente ritagliandomi i miei spazi di eccentricità e fantasia puri), ma di una vita in cui la realtà fatta di errori, di compromessi, di rivalutazioni circa il nostro operato ed il cervello delle persone che ci stanno accanto, di disincantata valutazione delle persone, degli affetti, delle cose, delle situazioni che ci gravitano intorno, mi faccia spalancare gli occhi e arrendere all'evidenza che "tutto scorre e niente lascia il segno veramente". ma oggi la voglio pensare diversamente, oggi sono ottimista, cari miei e se continuo a pensare che "chi è in qualche modo intelligente non può essere davvero felice, non fino in fondo almeno", ritengo però che, sebbene a sprazzi, questa esistenza strampalata debba essere goduta succhiandone l'essenza fino al midollo. Evviva le vacanze. E le amicizie quelle ganze (scusate il livornesismo..)Emiliano, riflessionesenzasingnificatoeppureveraperchènatadalnulla
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