Gli affreschi di S. Maurizio a Monastero Maggiore
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Stampato il:
14/12/2025
Tema:
Autore Tema: Elena Fiorentini
Oggetto:
Gli affreschi di S. Maurizio a Monastero Maggiore Milano , 12 giugno 2004 Quando la sagrestana, che conobbi quando mi si condusse a visitare la prima volta questo scrigno,contenente autentici gioielli,andò in pensione, S. Maurizio venne chiusa a chiave. Dopo avere salito gli scomodi gradini, senza corrimano, si accede direttamente allinterno, senza doppia porta. La chiesa, ad una sola navata, si divide in due parti, una era riservata alle monache ed era nella parte posteriore della chiesa. Il restauro della parete divisoria, attribuita al Luini, tutta la parte delle monache di clausura, il restauro delle cappelle,del coro ligneo, del soffitto leonardesco, del matroneo ecc. hanno richiesto lunghi anni di accurato lavoro. S. Maurizio in c.so Magenta 15 ang. via Luini Elena
Inserito il:
12/06/2004 10:01:04
Messaggio:
cari amici, mentre stavo passando pigramente le notizie relative alle novità pensando di non trovarne nulla di nuovo, ecco la notizia riguardante l'apertura al pubblico di una chiesa di Milano,un tempo semisconosciuta.
La Chiesa di San Maurizio, situata all'interno dell'importante Monastero Maggiore delle Benedettine, venne costruita a partire dal 1503. Venne completata una quindicina di anni più tardi e fu divisa in due settori: una parte (quella che da verso C.so Magenta) dedicata ai fedeli e pubblica, l'altra riservata unicamente alle monache del monastero che non potevano oltrepassare la parete divisoria (solo nel 1794 l'Arcivescovo concesse alle monache di entrare nella zona pubblica per ammirare l'altare).
Per visitarla bisognava rivolgersi alla parrocchia da cui dipendeva, finchè venne riportata all'onore delle cronache per merito di società musicali ( Musica Rara ecc), che la utilizzavano per prestigiose manifestazioni musicali, congressi e concerti.
Si tratta di una splendida chiesa conventuale,S.Maurizio - Monastero Maggiore, angolo via Luini e Corso Magenta.
Si stenta a identificarla.
Nessuno può credere che si tratti dell'austero e triste edificio situato di fianco al Civico Museo archeologico,di cui la chiesa fa parte.
La Chiesa ci appare illuminata da una luce chiara, tutto è leggero, fresco, ogni angolo attrae a sè gli occhi del visitatore.E' qualche cosa di più che eleganza, è bellezza che ci circonda da ogni parte.
Gli affreschi sono incantevoli , in particolare quelli di Bernardino Luini, pittore dalle linee morbide, a cui è attribuito l'altare.
Agli affreschi lavorarono alcuni tra i più importanti del '500 lombardo: Paolo Lomazzo, Bernardino Luini e i suoi due figli, Calisto Piazza e Vincenzo Foppa. Ultimamente però, in seguito ai restauri, molte delle teorie sulla paternità di questi lavori sono state completamente ridiscusse.
Ricordo la prima cappella a destra, accanto all'altare, la storia della decapitazione di Santa Caterina di Alessandria.
C'è al proposito una leggenda.
La modella del Luini era una nobildonna che aveva commesso un reato, forse un tradimento, e venne decapitata pure lei!
Da un piccolo spioncino le monache potevano ricevere la Comunione.
La parte posteriore è l'ultima ad essere stata restaurata.
In alto, anche il matroneo riservato alle benedettine,illuminato da grandi finestre è stato finemente decorato e il restaurato incontrò non poche difficoltà.
Il prezioso organo Antegnati, commissionato a Gian Giacomo Antegnati nel 1554, venne terminato tre anni dopo e collocato nell' Aula delle Monache.
Lo strumento è munito di ante simili a quelle di un grande armadio, che vengono rinchiuse quando l'organo non è in funzione.
Le ante sono egregiamente dipinte da entrambi i lati, in modo da potere avere le decorazioni sia ad organo aperto che chiuso.
Il soffitto leonardesco è un incanto, si starebbe ore a guardarlo, come capitò a me, mentre, seduta su scomode panche,assistevo ad un congresso di musicologia. C'erano ancora le impalcature, la panca dove avevo trovato posto era scomodissima...
La profonda voce del musicologo che parlava in un inglese dolce e musicale come poche volte udii, creava un clima soporifero, ma la visione del soffitto che non era del tutto nascosto dalle impalcture,mi ripagarono della scomodità del sedile e della noia dell'intervento.
Nell'intervallo feci notare che non tutte le cornici erano state rifatte in rilievo, alcune erano state ridipinde , ma l'effetto c'era comunque.
Per info: 02. 86450011
Edited by - Elena Fiorentini on 12/06/2004 22:02:04
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