Milano - appunti su Piazza Missori
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Stampato il:
14/12/2025
Tema:
Autore Tema: Elena Fiorentini
Oggetto:
Milano - appunti su Piazza Missori
Inserito il:
30/08/2009 23:09:09
Messaggio:
A mio avviso piazza Missori è una delle più brutte piazze di Milano, anzi fa il paio con un altra piazza che detesto, largo Augusto.
La piazza attuale è un’ invenzione moderna, nata da una serie di pesanti interventi nel cuore della città storica, un confuso scenario di architetture antiche e recenti.
Fino alla metà dell’Ottocento esisteva solo una tranquilla e piccola piazza, in sostanza non era che il sagrato della chiesa di S. Giovanni in Conca.
Nel 1879 incominciò la demolizione della chiesa di S. Giovanni in Conca per aprire via Carlo Alberto, poi via Mazzini, con la giustificazione inquietante di una necessità di piano regolatore non meglio specificato.
Gli interventi moderni diedero di piccone senza riguardo alcuno ai monumenti storici e artistici che lì si trovavano.
Gli edifici che allora vennero edificati alla fine del sec XIX non furono nemmeno gli edifici più rappresentativi costruiti da quegli architetti di grido milanesi, come il palazzo edificato da Giovanni Muzio in Piazza Missori.
Sull’altro lato, c’è l’albergo dei Cavalieri,( Hotel dei Cavalieri) costruito nel 1949 da Emilio Lancia, .
La fortuna di detto hotel s’appannò vent’anni dopo la sua costruzione.
Per fare spazio all’albergo venne demolita ancora un pezzo di San Giovanni in Conca e l’intero palazzo storico, “la Ca di Can” costruito nel XIV sec, da Luchino Visconti.
La storia della Ca’ di Can merita un capitolo a parte, come del resto quella di ogni angolo della piazza.
Sarebbe stata costruita da S. Castriziano, terzo vescovo di Milano, nel 97/138, trasformando un tempietto pagano in prossimità del cimitero di Porta Romana, detto dei Pellegrini.
Nel 879 l’arcivescovo Ansperto cita S. Giovanni in Conca come basilica, rifatta nel sec XI , e distrutta dal Barbarossa nel XIII , poi ampliata a tre navate con tiburio quadrato all’incrocio dei bracci.
Non sto a ripetere la millenaria storia salvo che la facciata più volte salvata fu riutilizzata, finché , ridotta a semplice locale ( l’ho visto!!!!) con volta ad arco, il mozzicone di chiesa fu venduto ai Valdesi , che dopo poco si trasferirono via Francesco Sforza , rimontando sulla facciata della loro nuova chiesa gli avanzi di quella medioevale.
Il resto della chiesa antica fu demolito , salvo il rudere.
Costruito nel 1929 da Marcello Piacentini, il più quotato degli architetti del regime, dopo la guerra venne ceduto al "Provveditorato agli studi di Milano. "
Pretenzioso all’esterno, dentro il tutto era alto, grandioso e ... scomodo. Lo ricordo come un incubo fin da bambina , sapendo che mio padre era lì che lavorava, in quegli imponenti locali.
Ricordo quando rientravo stanco e durante l'estate gli uffici dell'ultimo piano erano dei forni. Gli impiegati chiedevano invano di bagnare le terrazze sovrastanti, per avere sollievo, ma sempre senza risposta.
L'esterno fa un contrasto inelegante col contiguo palazzo seicentesco.
A fianco del palazzo dell’INPS, al n 2, un mastodontico palazzo per uffici ha preso il posto di una casa del tardo ottocento, costruita sull’area della dimora dei principi Bentivoglio, bolognesi, in esilio a Milano. De palazzo dei Bentivoglio restò solo il portale rimontato nel castello Sforzesco.
A fianco, avvilita, la rossiccia fronte in laterizio del seicentesco collegio di S. Alessandro, poi Liceo Beccarla: era il monastero dei Barnabiti, costruito tra il 1664 e il 1682 dagli architetti Francesco Castelli e Giovan Battista Paggi.
Il progetto incompiuto prevedeva di rendere mutilo anche questo monumento.
Inaugurato nel 1916, il monumento equestre in bronzo che raffigura il colonnello Giuseppe Missori, è opera dello scultore Riccardo Ripamonti, le cui nobili intenzioni erano quelle di mettere in contrasto la fierezza del cavaliere con il cavallo spossato, diede luogo a una lunga serie di battute ironiche in lingua e in dialetto.
Appunti dai commenti di Guido Lopez, da “ Le strade di Milano”, Newton editore
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Un aneddoto mi fu raccontato da un impiegato del provveditorato agli studi. Le porte degli uffici erano ( e forse sono) imponenti ed identiche a quelle degli armadi
Un giorno un insegnante capì male dove doveva aspettare per essere ricevuto e si mise davanti ad un armadio, aspettando invano, dietro a lui intanto si formava una coda lunghissima...!
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