Tram che vanno, che vengono, che si fermano improvvisamente per mancanza di corrente, potrei scrivere un romanzo sul comportamento dell'ATM di Milano. Accadde ieri, 4 dicembre 2006, al capolinea del tram di cui mi servo quando ho dei pacchi pesanti da portare, in questo caso due chili di belle mele della val di Sarca, che ho trovato al mercato di via...
Il tram in genere ferma qualche minuto. La sosta serve a ripristinare il tempo del giro delle vetture, intanto il tranviere approffitta per fumare una sigaretta o per raggiungere il bar per un caffè. Per i passeggeri c'è sempre tempo per scendere con comodità. Io però considero la fermata del capolinea come una fermata qualsiasi, perciò anche ieri non indugiai e scesi subito.
Mentre ero con un piede sul primo e un piede sul secondo gradino sentii le due portiere attanagliarsi in modo lento e regolare alle mie braccia. Ero intrappolata, senza possibilità di movimento, le braccia mi dolevano. Il conducente, invece di scendere a sgranchiursi le gambe, chissà perchè, mi chiudeva nella portiera.
Non avevo voglia di litigare, tantomeno di urlare, aspettavo di essere trasformata in un hamburgher o, per lo meno, volevo capire fin dove voleva arrivare.
Poi di colpo, riaprì la portiera, scese e se ne andò al bar.
Ero libera e senza danni: il tutto in un lampo. Restai come un'allocca, tra meraviglia e rabbia.
Per la stranezza sullo svolgimento di questo piccolo episodio a cui avevano assistito vigliaccamente i passeggeri senza muovere un dito, non volli dare a nessuno la soddisfazione di cantarne quattro al conducente nè, tantomeno, di scrivere la raccomandata a/r d'uso all'ATM.
Quanto è bello andare in tram!
Elena F.