Festeggiamo Pesach, la festa che racconta il passaggio del popolo ebraico dalla schiavitu' alla liberta'.
Leggeremo la "Haggada'" cioe' il "racconto". Tra i piu' belli dei Libri della tradizione, in ricordo di chi doveva mangiare il "Maror", l'erba amara, tacendo sotto l'oppressione. Mangeremo la "Maza'", il pane azzimo, perche' il popolo d'Israele non ebbe neppure il tempo di far lievitare il pane per correre libero, perche' la liberta' non puo' attendere.

Ascolteremo ancora le voci delle quattro caratteristiche figure della tradizione: il saggio, che tutto ha conosciuto e sa spiegarci... il cattivo, colui che non ha altro che indifferenza, per noi o per chiunque, che ci chiede che cosa mai e' questa nostra festa, la nostra, non la sua, e che ha l'arroganza dell'ignoranza... poi la persona semplice, che sa solo, ma e' sufficiente, chiederci che cosa
festeggiamo... ed infine la piu' preziosa delle persone della nostra comunita', colui che non sa neppure fare domande, colui che ha l'umilta' dell'ignoranza, colui a cui e' un piacere spiegare, colui a cui e' un onore mettere sulla lingua le domande, la curiosita', colui che e' tutti noi...

Sara' ancora una volta la festa della Memoria, il ricordo che altri hanno cercato di cancellare, dopo aver cancellato le vite. E ci ricorderemo come la liberta' sia un bene che e' stato dato ad ognuno di noi, singolarmente. E avremo in mente e onoreremo chi ha salvato anche una sola vita perche', ci hanno insegnato, chi salva una vita salva il mondo intero, che quella vita contiene.

Nella celebrazione del Seder di Pesach, e' d'uso lasciare una sedia libera. Io vorrei che stasera ognuno di noi lasciasse una sedia libera per ognuna di quelle meravigliose persone che abbiamo incontrato nella nostra vita e che si sono messe al nostro fianco nella difesa contro l'antisemitismo insieme a noi e senza chiederci nulla, proprio perche' hanno considerato l'offesa diretta anche a loro personalmente. E li onoriamo come coloro che hanno salvato anche una sola vita.

Shalom e buon Seder di Pesach, amici, buona liberta'. Non abbiamo bisogno del permesso di nessuno per godercela. Forse questo e' uno degli insegnamenti della Memoria.

Roberto
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