Mentre parcheggiavo notai due donne eleganti entrare nello chalet, si stavano togliendo i guanti prima di superare la porta e ridevano e si facevano i dispetti con le mani gelate.

Il locale era caldo, un camino sullo sfondo, grandi travi di legno oblique sul soffitto, tovaglie ricamate ai tavolini e comode sedie con morbidi cuscini, una atmosfera come una coperta in un giorno di inverno. Tolsi il soprabito ancora rabbrividendo e ordinai un te' alla sorridente cameriera.

Le due donne che avevo notato erano sedute tre tavoli piu' in la', vicine alla grande finestra che dava sul bosco, un soffio di vento piego' all'improvviso le fronde e alcune foglie ingiallite volarono a stormo in cerchio prima di appoggiarsi a terra. I loro volti erano accesi, parlavano a bassa voce, come bisbigli ed ogni tanto una mano alla bocca per trattenere delle risate di cuore, gli occhi erano luminosi, qualche ruga e qualche capello bianco mostravano che si erano ritrovate per raccontarsi la loro vita, ascoltavo una sintonia d'animo, capivo che, pur lontane, avevano sempre mantenuto quel legame che rende un incontro sequenza come se ci fosse visti l'ultima volta la sera prima e non una vita prima. I vestiti erano di lana fine, colorata e ricercata, i visi curati e giovanili, un momento parevano ragazzine, un momento consapevoli donne mature. Ogni istante parevano raccontarsi vite pienamente vissute, i ricordi di gioventu' si mescolavano alle esperienze di quei momenti, l'affetto, i cuori, le memorie, i sorrisi, le gioie e le sofferenze scambiate e attraversate, la mancanza, la nostalgia, le corse affannose a cercarsi per chiedere conforto o consiglio.

Era ora per me di riprendere il viaggio e uscendo diedi un cenno con la testa alle due donne impegnate in un allegro e nostalgico discorso, una di esse ricambio' lo sguardo con un sorriso aperto, l'altra sollevo' solo gli occhi curiosi e si morse il labbro quasi a trattenersi mentre con un dito seguiva il bordo tondo della sua tazzina.

Forse si stavano chiedendo di me, come io mi chiedevo di loro.

Il sole era calato e il freddo mi gelava le mani, il vento teneva il cielo sgombro e le foglie gialle parevano lumini nel buio mentre finalmente si lasciavano andare alla brezza che le accompagnava.

Affrontavo con l'auto i tornanti della discesa dalle colline, accesi la radio, la voce dello speaker :"...preoccupazione ha destato la notizia...", cambiai canale, una musica di piano...