Mi è stato chiesto di procurare la foto di un quadro o di un disegno del volto di Wolfang Amadeus Mozart per la presentazione del Flauto Magico nella brochure da distrubuire in sala.

Dalla mia ricerca emersero questi interessanti risultati, che vennero pubblicati insieme alla illustrazione scelta.

Fare riprodurre la propria immagine era stato per secoli prerogativa di personaggi illustri, naturalmente con molti mezzi finanziari, che potevano pagare pittori celebri e alla moda.

La fotografia, che apparve solo ai primi decenni del ventesimo secolo, era la sintesi di una ricerca che aveva coinvolto scienziati, pittori, chimici.

Gli studi, durati secoli, sugli effetti della luce e la costruzione di camere oscure, a volte gigantesche, che potevano contenere una persona, produssero nel 1700 la costruzione di alcuni marchingegni per la produzione economica di ritratti e paesaggi.
Con lo svilupparsi del ceto borghese, che cercava di avere ritratti a prezzi contenuti, ebbero un certo successo la “silhouettes”, la “phisionotrace” e la “camera lucida”.

La “silhouettes” deriva il suo nome da Etienne de Silhouette, controllore delle finanze alla corte di Luigi XV .
Il procedimento era il seguente: venivano tracciati i contorni del profilo, proiettati in forma d’ombra, sulla carta, nera in genere, per poi ritagliarli.
Silhouettes di Mozart sono conservate presso la Biblioteca Nazionale Austriaca di Vienna.
Molto interessante anche la silhouette dell’intera famiglia Mozart dell’editore Breitkopf , conservata a Lipsia, che ritrae i profili dei componenti la famiglia, inseriti in un contesto preparato con altra tecnica.

Abbiamo preferito inserire nel nostro lavoro la silhouette di famiglia della collezione Kippenberg di Lipsia che non il bellissimo ritratto di Wolfgang, che dà una interpretazione troppo romantica del nostro eroe, con chiaroscuri al volto e sui lunghi capelli morbidi e inanellati.
Elena Fiorentini
E. F.