Importante è la Giornata della memoria, affinché i fatti non vengano ripetuti in modo inesatto o dimenticati.
ElenaRicordo di Clara L.
1942
Ogni estate la mia famiglia si trasferiva in una delle ampie valli bergamasche per sfuggire all’afa e alla calura della città.Possono essere piacevolissime le vacanze in montagna quando non sono funestate dagli eventi terrificanti che restarono impressi a fuoco nella mia memoria.
Aveva sette anni Clara,la mia amichetta del cuore, sempre educata e gentile. Ricordo le sue treccine strettamente annodate e i suoi grandi occhi neri.
Viveva in una casetta accanto alla mia con i genitori, il babbo era il farmacista del paese, e due sorelle più grande.
Un giorno vennero ad arrestare l’intera famigliola. Rimasi come inebetita nel vedere Clara trascinata via come una grande colpevole. I vicini, accortisi di quanto stava accadendo, si gettarono sulla bimba, cercavano di strapparla alla furia della polizia fascista.
Avevano deciso di tentare di salvare almeno un membro della famiglia, non riuscirono nel loro intento,vennero puntate le armi alla testa e si fecero riconsegnare la bambina.
Alla fine della guerra tornò solo una delle sorelle, impazzita, non si riprese mai più. La piccola Clara , la sorella più grande, i due genitori diventarono prima cenere poi fumo. La loro grande colpa era di essere ebrei.
La famiglia, racconta sempre la mia amica, era stata denunciata da alcuni paesani, che ricevettero il premio in denaro che era stato stanziato per denunciare gli Ebrei , denaro maledetto ottenuto con la delazione di innocenti e con la piena consapevolezza di ciò che sarebbe capitato a queste persone.
Non era stato un arresto delle SS, bensì della polizia italiana.