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 Dedicato a chi marcia per la democrazia
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Roberto Mahlab
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Inserito - 27/09/2007 :  22:25:24  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

"Dopotutto la vita non è altro che un invito a cena. Ho bussato, piano piano, quasi timoroso che qualcuno potesse sentirmi. Poi qualcuno ha aperto. Per favore fatemi sedere al vostro tavolo, non disturberò, lo prometto. Ascolterò tutto quello che direte e imparerò dalle vostre parole. E, se vorrete ascoltarmi, vi narrerò qualcosa anch'io.

Ma non ho trovato i colori per dipingere il mio mondo e qualcuno mi ha detto che non esiste e che, raccontandolo, ho turbato le sue certezze. Invece esiste. Ed io esco di nuovo da quella porta e troverò un altro tavolo e questa volta non dovrò più chiedere il permesso di sedermi, di ascoltare e di raccontare. E nessuno mi dirà che il mio mondo non esiste, che la mia voce ha confuso quella degli altri. Sarà un concerto e canterò anch'io."

Birmania - settembre 2007
(foto : www.mizzima.com)

Con la comparsa di queste parole, nel dicembre del 2001, nasceva il nostro Concerto di Sogni, la "casa del rispetto".
E queste parole vorremmo dedicare ai popoli e alle persone che in queste ore lottano per la democrazia.

Uno dei nostri tanti progetti era di dedicare una piccola parte della nostra rivista a dare voce a chi è costretto a implorare la libertà, a chi ricorda che non è vero che sia un delitto "imporre la democrazia", ma che il delitto sia "imporre la dittatura", a chi dice che tutti gli esseri umani nascono liberi e che il passaggio dalla dittatura alla libertà è un ritorno allo stato naturale e non il viceversa, a chi non comprende come sia possibile che tanti strati del mondo occidentale si schierino a fianco dei regimi e dei movimenti totalitari.

Ci sono luoghi dove chi lotta per la democrazia viene ucciso, come in Birmania in questi giorni, come nelle dittature sparse per il pianeta, dall'Iran alla Siria, dalla Corea del Nord allo Zimbabwe, dalla Bielorussia a Cuba. Come nella Storia è avvenuto sotto i regimi nazisti, fascisti e comunisti.

Ci sono anche luoghi del nostro occidente in cui le voci in esilio fanno fatica a farsi sentire e vengono intimorite al punto da non rischiare, se parlano infatti mettono la loro vita in pericolo oppure si ritrovano con la scorta di protezione.

Salvatore Quasimodo scrisse :

E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore

Il dubbio disperato sul ruolo e sul senso stesso della letteratura nei momenti bui per l'umanità, come si poteva celebrare l'arte, si domandava il poeta, con i nazisti che occupavano il paese e facevano strage.

La redazione di Concerto di Sogni si è posta ieri un dubbio simile, di fronte alle notizie che giungono da Rangoon e poi a quelle sugli eroici iracheni e afgani massacrati dall'infamia dei terroristi fondamentalisti islamici di al qaeda, a quelle sulle donne lapidate e martoriate in Iran.

Vorremmo parafrasare : "e come potevamo noi cantare, con l'angoscia per gli amici minacciati dentro il cuore".

Quando le persone che riconosciamo essere i nostri esempi e maestri, vengono invece offese e si devono nascondere per non essere uccise, i popoli vengono sterminati dalle tirannidi e nelle nostre piazze c'è chi grida in spregio alle voci libere che vengono derise e messe a tacere. Come possiamo noi cantare, scrivere di letteratura, mentre i nostri amici, i nostri fratelli democratici, le donne e gli uomini, vengono calpestati e le bandiere dei popoli liberi vengono bruciate, "l'angoscia per gli amici minacciati dentro al cuore".

Quante di queste voci noi le abbiamo perdute, non abbiamo potuto dare loro spazio, le avremmo messe in pericolo.

E non sappiamo come si possa uscire da questa difficoltà e dalla considerazione della progressiva perdita dei valori sociali in cui crediamo e per i quali Concerto di Sogni è stato fondato e vive.

"I veri pacifisti sono coloro che marciano contro le dittature", questo direbbe il rappresentante dell'isola di Concerto di Sogni se fosse invitato a parlare alle Nazioni Unite.

Siamo piccoli di fronte a tutto quanto accade, ma li abbiamo nel cuore, quando scriviamo poesie e racconti è la voce della nostra anima, dei nostri occhi, del nostro sentimento che diviene libera e la nostra speranza è che il seme che coltiviamo si sparga e divenga fiore per tutti i nostri amici che marciano per la democrazia.

Che ci sentiate vicini.

Concerto di Sogni

   
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