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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 FIABA CABALICA
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Domenico De Ferraro
Emerito


Italy
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Inserito - 10/02/2006 :  17:07:25  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Domenico De Ferraro
FIABA CABALICA


La signora Carmela spalancò di colpo gli infissi di legno
della sua vecchia casa situata nel centro storico cittadino
e strofinatosi gli occhi accecati dal sole pensò che quella
fosse una bella giornata una di quelle in cui senti
la fortuna baciarti la fronte ed invogliarti
in mille progetti per sogni sospirati.
La signora Carmela dall’aria bonaria tonda pienotta
con un sorrisino che la sa lunga, a conoscenza
di tutti fatti del vicinato donna pia che si reca
in chiesa quasi ogni giorno per non addolorare
con la sua mancata presenza il buon signore
di donna timorata e devota come lei sempre và dicendo d’essere.
In paese la conoscono tutti ,le strade lì sono
lisce scure e strette per lo più portano
su in collina si percorrono a passo lento
costringendoti ad ammirare le vecchie botteghe
degli artigiani alcuni ultimi rampolli d’antiche famiglie
lavoratori di legno e fini cesellatori .
Carmela gli piace andare in giro con la scusa di dover andare
a far la spesa ,s’avventura per le larghe piccole contrade
piene di gente che corre in fretta a lavoro alle prese
con i propri pensieri alcuni che ragionano con se stessi
presi dai tanti problemi d’ordinario vivere.
Mercati d’ogni genere puoi trovare in ogni angolo di via,
bancarelle piene d’ogni cosa, panni usati , oggetti antichi
accendini fatati ove il genio appare tra la fiammella ed esaudisce ogni desiderio. Mercati di vecchi mobili di sedie e tavoli
di legno pregiato ove si sono seduti a pranzare onesti e nobili famiglie di gran lignaggio,altra gente abbattuta
con gli occhi umidi di pianto per la morte d’un loro congiunto.
Mercati di sante reliquie e di tante altre cose
meravigliose come libri scarpe fatate con cui puoi correre
a cento all’ora stando attento però nel frenare
tale corsa si corre il rischio
di consumare il tacco o di forare la suola .
Carmela in questo mondo di venditori locali e mediorientali
con i loro visi piatti e ossuti si perde in tante meraviglie
a tal punto da sentire di ritornare fanciulla.
Il mondo casalingo di Carmela è un mondo austero una misera cucina dove lei ogni ora del giorno prepara qualcosa di buono
ora per il marito di ritorno da lavoro ora per i figli di ritorno
da scuola mai una svago una nuova veste con cui poter
andare altera da mostrare alle sue vicine di case o alla salumiera
dove ella si reca a comprare il pane ogni giorno.
I soldi sono pochi e Carmela non sà mai come fare
così s’arrangia avvolte quando diventava assai difficile
andare avanti con i pochi soldi dello stipendio del marito
s’improvvisa donna delle pulizie in casa della signora
Bice moglie dell’ingegnere Martino .
Per otto euro all’ora spolvera e ramazza,
lava e mette a posto l’intera casa.
La vita grama e restrittiva l’addolora assai ed in cuore
suo è sempre vivo il desiderio di vincere al banco lotto
un cospicuo premio per poter vedere un giorno
schiattare dall’invidia mezzo mondo .
S’andava ripetendo tra sé ah se potrei indovinare
tre numeri a lotto quante belle cose potrei comprarmi .
Farei pure io la vita della signora riverita con una donna
delle pulizie che mi viene a fare i servizi in casa .
Comprerei un palazzo , un castello una macchina
lunga trenta metri una casa al mare è un altra
in montagna, sarei chiamata signora e non più
Carmela la chiatta come mi chiamano per sfottere
quelli della pizzeria ove vado a prendere la pasta
per fare la pizza in casa.
Mangiare a pranzo ogni giorno maccheroni , fritto di pesce
baccalà e sfogliatelle, dolci in quantità.
La sua felicità era sperare di vincere un giorno al banco lotto
con dei buoni numeri cosa che avrebbe cambiato senz’altro
la vita sua e quella della sua famiglia.
Dare così un futuro di serenità ai figli suo e non vedere
più suo marito afflitto e sconsolato ritornare a casa sempre
più depresso. Di nascosto Carmela due volte a settimana
si gioca vari numeri alcuni sussurrati a detto suo in sonno
dalla madre sua defunta o da suo nonno Giuseppe
anche lui in vita accanito giocatore del lotto.
Ma nulla vince ed ella ne rimane male assai
m’ arrendersi a tale sorte mai gli passa per il capo.
Posseduta dal quel demone del gioco la pia donna non sa più cosa inventarsi ,tradurre in numeri eventi e fatti sogni e avvenimenti
che possono portargli fortuna nell’azzeccare tale sospirata vincita.
Di notte và a dormire con la speranza che qualche
caro suo estinto gli viene a sussurrargli
i numeri vincenti della prossima estrazione settimanale.
Sul suo taccuino segreto segna ogni cosa.
Un giorno si rivolse pure da una cartomante famosa, per aver tramite lei un incontro a faccia a faccia con qualche spirito
dell’aldilà capace di chiaroveggenza e di carità per lei
Afflitta da quel meschino scopo del vincere a lotto ad ogni costo.
La fattucchiera gli spillò l’intera paga mensile delle pulizie eseguite in casa dell’ingegnere Martino senza arrivare
a nessuna conclusione .
Disperata non sapendo più a chi santo
rivolgersi decise un giorno di farla finita .
Nella sua disperazione si recò in farmacia e comprato
del veleno per topi l’ingerì e distesa sul letto aspettò
che la morte venisse .
A casa quel giorno non c’era nessuno ella pianse assai
per quel suo gesto insano ma attraverso la morte ella sognava
una vita migliore per i suoi figli.
Una volta lei passata in altra vita avrebbe senz’altro consigliato
dei numeri vincenti a suo marito o ai suoi figli in sonno.
Una ragione per sentirsi felice per quel suo destino crudele
Legati a numeri ingrati che mai avevano arriso la sua vita
con una gioia inaspettata , facendola ritenere una donna
fortunata e non una vittima di sogni e lutti derivati
dal fatidico lotto che un bel dì l’ aveva spinta alla morte.
La fortuna ha le gambe corte e per giungere in aiuto
d’ognuno che la cerca, ella impiega molto tempo avvolte
come nel caso di Carmela mai giunge arrecando
disperazione e lutto oggetto d’interpetrazione
per delle prossime future estrazione al lotto .

   
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