Un favore grande

“Mi sembrava arzillo e in buona salute” pensò. Subito dopo, senza perdere tempo, cominciò a trafficare nel grande armadio della camera da letto.
Non fece caso all’odore di naftalina dei vestiti appesi ordinatamente , aprì una voluminosa scatola di cartone ch’era sul fondo e prese un borsalino da uomo di colore grigio scuro.

Lo accarezzò con la mano, quasi a togliere un’invisibile polvere e, dopo averlo avvolto con una carta velina bianca, lo infilò in una capace borsa e uscì di casa.

Quando arrivò a casa del defunto Pasquale, tutto era già stato predisposto per la veglia funebre anche se il via vai di parenti e amici non era ancora cominciato.
“Sembra che dorme!” disse Annunziata alla vedova in lacrime, abbracciandola forte.
Quest’ultima, a vedere l’amica, aveva cominciato a piangere più forte: “Che dolore, amica mia, che dolore.. Anche tu hai provato quello che sto passando io....Si volevano tanto bene i nostri due mariti!”

Annunziata non parlava. Ad un tratto, quasi prendendo un coraggio che non sapeva darsi, disse alla vedova:” Solo io ti posso capire, amica mia...ma io ti devo chiedere un favore, un favore grande, grande, grande.
A Giuseppe mio, quando è morto due mesi fa', mi sono dimenticata di mettergli il cappello nella bara.
Lui così elegante, ammodo... e adesso Pasquale glielo deve portare.”

La vedova smise di piangere, sgranò gli occhi e disse: “Ah, amica mia, questo è impossibile: mio marito è così irascibile, e come faccio a chiederglielo?
Prova con Saverio, il falegname che abita in piazza. Dicono che stà più di là che di qua....e lui sì che è un uomo che non rifiuta un favore a nessuno!”