Fiction e realtà si mescolano alla perfezione in Nassiriya, Per Non Dimenticare.
Ecco alcuni elementi per aiutare ad avere un quadro più chiaro di ciò che corrisponde alla realtà del fatti e si differenzia dal romanzo.E’ vero che
• la moglie dell’allora Vice Brigadiere Coletta chiese al marito di non telefonarle ma di scriverle delle lettere, una di queste è infatti le arrivò dopo l’attentato;
• una volta arrivati gli fu fatto firmare il Codice di Procedura Penale Militare di Guerra (CPMG), disposizione del comando inter force che viene applicato anche in tempo di pace;
• i nostri carabinieri trovarono la base lasciata loro dagli americani (“Animal House” ex camera di commercio di Nassiriya) in condizioni disastrose: come nel caso dei militari che anno partecipato all’apertura di altre missioni in passato, spesso i mezzi e le strutture non erano pronti ad accogliere il nostro contingente così che gli stessi militari hanno dovuto ricostruirsi gli spazi e le strutture necessarie alla loro missione;
• avevano il compito di riorganizzare la polizia irachena ma si scontrarono con le difficoltà dei vecchi poliziotti sostenitori del regime di Saddam;
• hanno riportato l’acqua nonché la corrente elettrica (ricordo che oltre alle intossicazioni per acqua contaminata un altro grave problema locale sono le ustioni per lampade ad olio);
• l’ospedale di Nassiriya era in condizioni disastrose e l’allora Luogotenente Enzo Fregosi tramite i contatti suoi personali e della moglie Paola, fece arrivare un incubatrice e scorte di medicinali. La prima incubatrice arrivò dall’ospedale di Pisa e non da quello di Palermo come viene detto nel film. Una volta arrivata l’incubatrice Fregosi raccontò ai familiari che questa veniva usata per le cure contemporanee di fino a tre neonati. Solo in seguito all’attentato l’associazione benefica istituita dalla Vedova Coletta inviò altri medicinali e un’incubatrice che partì dall’Ospedale di Palermo;
• distribuivano l’acqua a chi si avvicinava loro per la strada ricordo l’aneddoto riportato Sandro Addario, cronista de Il Giornale, :”Ad un tratto Fregosi ordinò all’autista di fermarsi sul ciglio della camionabile “Ci sono dei bambini dietro quella tenda. Fermati e diamogli qualcuna delle nostre bottiglie d’acqua. E’ la sola cosa che ci chiedono. Non dobbiamo fargliela mancare”;
• come molti ricorderanno Coletta aveva perso un figlio;
• l’Appuntato Maiorana chiedeva alla mamma il caffé oro “quello buono”;
• Fregosi era stato nel GIS (uno dei fondatori) e questo riferimento lo troviamo in uno dei personaggi;
• era stata istituita una squadra speciale per il recupero e la salvaguardia dei reperti archeologici della quale facevano parte Fregosi, Bruno e Ragazzi;
• avevano un interprete locale morto anche lui nell’attentato;
• avevano ricevuto messaggi dai servizi segreti che avvertivano del pericolo attentati;
• L’Appuntato Intravaia la sera prima dell'attentato disse ai figli di dormire nel letto con la mamma ;
• Sabrina, la moglie dell’allora Luogotenente Cavallaro, ricevette la notizia dell’accaduto mentre era in auto con la figlia, la quale nel film interpreta la stessa drammatica scena;
• i bambini, come in altre missioni, sostavano nei pressi della caserma in cerca di viveri, la storia di Hassan è di finzione ma vuole rappresentare i tanti legami di affetto che si sono creati tra i nostri militari e i bambini locali; ricordiamo la storia del bambino rimasto gravemente ferito nell’attentato e che fu simbolicamente adottato dai carabinieri in missione a Nassiriya nonché quella di un bambino del quale si presero cura Ragazzi e Trincone durante i mesi di missione a Nassiriya;
• la foto che il personaggio di Raoul Bova si fa scattare con il bambino rappresenta la stessa foto che Fregosi scattò con una bambina irachena e che è presente alla fine del film;
• il personaggio di Hassan fotografa la riservetta: il container dove venivano custodite le armi. Questa è esplosa durante l’attentato raddoppiando gli effetti dell’esplosione del camion bomba;
• l’autobotte usata per l’attentato conteneva 3500 kg di esplosivo, la polizia irachena l’aveva sequestrato un mese prima dell’attentato e bastarono 300 dollari per corrompere i poliziotti ciò è stato confermato da Al Kurdi ideatore della strage che venne arrestato dagli americani nel 2005;
• non ci sono state storie d'amore tra i caduti e donne appartenenti al contingente americano, ma sappiamo che come in tutti i posti di lavoro ma soprattutto in circostanze particolari come queste tali legami nascono con frequenza...spesso l'amore nasce nei luoghi e nelle circostanze più impensabili;
Cosa manca
• il caldo che è stata una delle difficoltà maggiori per i nostri militari, un caldo insostenibile con le loro divise e i loro equipaggiamento;
• buona parte del lavoro portato avanti dai nostri militari forse impossibile da riprodurre in una fiction di due puntate;
• maggiore spazio alle figure dei civili rimasti uccisi nell’attentato: ricordiamo Marco Beci, l' esperto di cooperazione il quale era in Iraq per aiutare due bambini cardiopatici permettendogli di essere salvati dai nostri medici e per occuparsi del riallaccio dell' acquedotto cittadino e il regista Stefano Rolla impegnato nel progetto “Babilonia terra tra due fiumi” un documentario sull’operato dei militari italiani in Iraq. Nella fiction il regista e il suo assistente (che dovrebbe far riferimento ad Aureliano Amadei l’aiuto regista di Rolla rimasto gravemente ferito nell’attentato e autore del libro Venti Sigarette a Nassiriya) arrivano l’ultimo giorno, in realtà erano già stati lì per più di un mese ed erano in stretto contatto con i nostri militari;