Elena Fiorentini
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Italy
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Inserito - 10/11/2004 : 09:24:33
San Carlo e la peste del 1576 nel tempo della dominazione spagnola.

La peste aveva rallentato tutta la vita della città; la miseria era estrema. San Carlo fece strappare tutte le tappezzerie del suo palazzo e ordinò che se ne facessero degli abiti. Vendè la sua mobilia, le sue pellicce, i suoi abiti cardinalizi più preziosi, impegnò il suo patrimonio per potere dare con maggior larghezza. Scrive un contemporaneo: " Adesso non ha più di che vivere e si è fatto povero egli stesso...la città non ha refrigerio che in lui; sembra che la sua presenza resusciti i morti". Egli era il vero orgnizzatore di tutti i soccorsi. Alla sua chiamata i sacerdoti si dispongono dietro di lui, i laici vengono a rivestirsi del sacco di grossa tela scura - la divisa della città. San Carlo andava dappertutto : visitava egli stesso i quartieri, incoraggiava, consolava, esortava. "Con molta carità, senza temere per se stesso di contagio , distribuiva a tutti le sue elemosine corporali e spirituali. " Un giorno, andando a consacrare un cimitero in un sobborgo decimato dalla peste, non temè di restare tutto il tempo prescritto dai riti in mezzo a un campo già coperto di morti. Non volendo divenire per altri il veicolo del male, che non temeva per sé, si faceva precedere da un uomo che allontanava tutti dalla sua strada. Nel mese di novembre 1577 San Carlo organizzò una grande cerimonia funebre per tutti coloro che erano morti di peste; ne erano morti diciassettemila. Questa famosa epidemia è ricordata come "la peste di San Carlo" e l'immagine del cardinale Carlo Borromeo che che visita gli appestati è una delle più rappresentate nelle chiese della Lombardia. Il suo corpo si trova nella cripta del Duomo di Milano ed è venerato dai Milanesi. S. Carlo Borromeo è ricordato il 4 novembre.
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