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ophelja
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Inserito - 18/05/2004 : 18:46:12
Il 21 Maggio uscirà l’atteso film “Troy” di W. Petersen, con Brad Pitt nella parte di Achille, e già se ne fa un gran parlare. Sono andata a cercare il mio vecchio libro dell’Iliade, edizione 1956, copertina nera con guerriero a colori nell’atto di scagliare un giavellotto, e mi è tornato in mente un episodio che riporto.
“L’ultima notte di Troia”
Nella classe c’era il silenzio delle grandi occasioni che poi, relativamente ai professori, era quello riservato alle ore dei compiti in classe e/o quella dell’interrogazione. Per qualcuno, poco motivato ad imparare cose astratte o lontane, anche la propria. Nella circostanza - si era nell’ ora del compito in classe di italiano - la professoressa Cesira D. non ammetteva distrazioni. In silenzio, ferma e decisa come sempre, aveva dettato i tre temi che aveva scelto per noi. Dei primi due ho perso il ricordo mentre ho vivo in mente la traccia del terzo, quello che scelsi: “L’ultima notte di Troia” Una sana frequentazione dell’oratorio parrocchiale, una famiglia che bandiva il turpiloquio, ed una innata ingenuità, comune, all’epoca, nelle ragazzine di tredici o quattordici anni, mi metteva al riparo da pensieri che non fossero quelli ispirati dal poema di Omero; descrissi quindi la città in fiamme, il fragore della battaglia, il risveglio improvviso e le urla strazianti degli abitanti , …tutto da un’ottica privilegiata. Parlavo infatti in prima persona. L’argomento mi piaceva e il tema si stava configurando bene, in una forme scorrevole, con gli opportuni riferimenti…ma con il passar del tempo non riuscivo a trovare una giusta chiusa a tutto quello scrivere. Nel poema si narra , infatti, che solo Enea, con il figlioletto ed il vecchio padre sulle spalle, riescì a fuggire. Come trovare un plausibile finale alla storia? I miei compagni consegnavano i loro compiti e i minuti passavano. Ricordo che , consapevole della mia facciatosta, ipotizzai di essere sopravvissuta all’incendio, fuggendo al seguito di Enea ; non potendo essere Creusa, moglie dell’eroe, smarritasi come sappiamo tra la folla urlante della città, potevo “almeno” essere una nutrice ….in fondo, poi, qualcuno doveva pur badare ad Ascanio…. La severa professoressa rimase impassibile ma nei suoi occhi azzurri guizzò una luce di divertimento. Ophelja
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Inserito - 22/05/2004 : 00:03:46
"Cantami, o Diva , del Pelide Achille, l'ira funesta, che infiniti addusse lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco generose travolse alme d'eroi…"Ed è per Achille, un Brad Pitt quanto mai credibile, che sarà ricordato (e prevedo,premiato) questo film. Crudele ed umano, nobile e selvaggio, tutto quello che il mio immaginario si era costruito con le antiche letture, l'ho ritrovato in "questo" Achille. Anche la sua ansia di immortalità è mostrata come un pensiero predominante, appannato dalla malinconia per una normalità comunque desiderata, che pervade ogni sua azione Bellissimi e spettacolari i duelli: da soli, meriterebbero una menzione speciale. Ed Omero? La storia dovrebbe essere quella, ma quante inesattezze… Personalmente le perdono tutte perché il film è, nell'insieme, grandioso e mi fa venire voglia di rileggere il poema. Ophelja |
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