Il canto popolare - prima parte
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13/12/2025
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Autore Tema: Elena Fiorentini
Oggetto:
Il canto popolare - prima parte **
Inserito il:
15/12/2004 14:23:01
Messaggio:
Parte prima
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Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 15/12/2004 19:06:49
Messaggio:
I primi documenti moderni sul folclore si datano attorno alla fine del 1700 e sono opera di storici , filologi e amatori. Nel 1800 tra i nomi più insigni citiamo Hegel,Herder, Niccolò Tommaseo, Carlo Cattaneo, D'Indy, Costantino Nigra, e i questo secolo Liuzzi, D'Ancona, Barbi, Leydi.
Gli studi dei filfologi erano all'inizio rivolti alla poesia popolare ed alla ricerca di un archetipo rivelatasi poi inutile . Infatti, per quanto riguarda quest'ultimo problema il Tommaseo dice:
"...le varianti sono studio di estetica e di alta filologia..."
Un solo canto con più varianti può essere per lo studioso più interessante di un numero maggiore di canti, due o tre o quattro in più.Nel 1800 gli studi miravano a ribadire il concetto di nazionalità e provocarono in tal modo la nascita delle "Giovani scuole nazionali" , che , pir accettando gli strumenti della musica moderna , inserirono elementi del folclore nazionale: la giovane scuola nazionale russa, boema, ecc.
La disciplina della etnomusicologia, che si occupa delle tradizioni orali della musica è pervenuta assai tardi allo studio dei cnti euro-occidentali, essendo dapprima rivolto allo studio delle musiche africane e asiatiche, nel tentativo, non completamente fuori luogo,dato il patrimonio rimasto incontaminato e quantitativamente interessante, di riscoprire le origini del linguaggio musicale e non, dei popoli protostorici. Si evidenzia, nella ricerca del canto che a noi interessa, un genere vocale che per interesse storico e valore artistico, sorpassa di gran lunga altri generi minori , nati in cerchiepiù ristrette: la canzone epico-lirica le cui origini si fanno risalire all'alto medioevo.
Dalla Francia settentrionale , dove è nata, si è rapidamente diffusa in Spagna e, per quanto riguarda l'Italia,in Piemonte, divenuto il centro di irradiazione, sia presso le lingue celto-romanze che presso altri dialetti -Veneto e Toscana -ed è divenuta l'unica forma di cnzone epica che abbia avuto l'Italia.
Musica e testo sono caratterizzati da grande semplicità , varietà di contenuto, tratti vigorosi. Narra di fatti storici , casi romanzeschi, familiari e tragici.
Ecco alcuni titoli:
Donna lombarda
La figlia del re di Francia
La storia del Moro Saracino
Il testamento del capitano
La pesca dell'anello
La contessa di Carisi
e molte altre tuttora note.
La canzone epico-lirica manca di elementi coltie manca di una forma fissa.
Così il Barbi la descrive:
" Canzone con i versi ordinatamente divisi in due membretti, uguali o no, con cesura piana, se la seconda parte finisce in ossitono o viceversa; assonanza, strofe rese più o meno complicatedalla ripetizione degli emistichi o dal ritornello.
Sono monorime, a terzetti in modo che , se i versi assonanti sono ossitoni , il verso è piano o viceversa. " da "Storia di poesia popolare" Barbi
Questo concetto è seguito dall'esempio seguente
e :
Il verso musicale presenta caratteristiche dell scala pentatonica .
La tonalità è in re minore , il sib ha la funzione di evitare il Tritonus, di scomoda intonazione.
S tratta piuttosto di un modo dorico con seso grado , il si bemol, abbassato.
Il testo è proveniente da Cintano, nel Canavese, dettato a Costantino Nigra da Teresa Bertino.
La bergera larga i mutun
al lung de la riviera
E 'l sul levà l'era tant càud
la sè setà a lìumbreta
Jiè sorti 'l grand lùv dal bosc
cun la buca ambajeja,
a j'jà pià 'l pi bel barbin
ch'à l'era 'nnt la trupeja
La bergera s'buta a criar
"Aj mi, povra fieta
se quaicadùn a m'ajutèis,
saria sua muruseta.
Passa da lì gentil galnt
con la sua bela spaja
a j'a dàjje trei culp al lùv,
barbin l'è sautè in terra.
"Ve ringrassio gelntil galant,
ve ringrassio d'vostra pena.
Quand el barbin sarà tondù
ve dunarò la lena"
Mi n'a sun pà marchant du pann,
nianca marchand de lena.
Un basin del vost buchin
me pagherà la pena.
***
Edited by - Elena Fiorentini on 15/12/2004 20:57:15
Topic author: Elena Fiorentini
Replied on: 23/12/2004 11:54:06
Messaggio:
Appartengono al canto popolare i canti di lavoro, scomparsi nel momento in cui quel lavoro non venne più praticato.
I canti dei "batti pali" scandiscono il pesante lavoro sul terreno. Sovente iniziavano con le parole che scandivano i movimenti: "Ohhh issa.." e poi si sviluppavano in brevi e ripetute melodie.
Il lavoro delle mondine nei campi e, peggio, nell'acqua delle risaie, è fortunateamente scomparso.
Anche mio padre sempre me lo diceva
di stare lontano dalla miniera.
Ma io testardo ho sempre lavorato
finchè una mina mi ha rovinato.
Non ci son medici nemmeno medicine
non c'è più rimedio di guarigione.
O Santa Barbara che sei la protettrice
fammi guarire dal mal de la mina.
E la mia mama
sempre me lo diceva
di star lontano
da la miniera.
Ma mi, testardo,
sempre ci sono ndato
finchè la mina
mi ha rovinato.
O Santa Barbara
dei minatori,
sempre in periglio
della lor vita.
Più breve la seconda versione e l'uso del dialetto fanno pensare che sia la più antica, quella che ha generato la versione italiana.
Edited by - Elena Fiorentini on 23/12/2004 11:58:26
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