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 Le analisi di Roberto Mahlab
 Cose che non si dicono (08/09/08)
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Inserito - 17/09/2008 :  06:30:30  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Admin Invia un Messaggio Privato a Admin
Ci sono anche delle statistiche che sarebbe meglio non pubblicare, neppure su concerto.
Riguardano il debito pubblico in corrispondenza del prodotto interno lordo. Il prestito dei cittadini nei confronti dello stato si evidenzia nei buoni del tesoro che vengono emessi dai governi per coprire le spese, tali spese sono quindi finanziate dai cittadini che hanno la sicurezza della solidità del loro prestito, e infatti prendono gli interessi, grazie alla considerazione che comunque tale prestito è assai minore del prodotto interno lordo e quindi è sempre coperto.
Per esempio si parla tanto del buco di bilancio americano che metterebbe in pericolo il dollaro e l'economia, ma di fatto, in cifre, il debito americano è solo poco più del cinquanta percento del prodotto interno lordo, seimila milioni di miliardi contro tredicimila. Dunque il debito è coperto due volte dal prodotto.
L'Italia invece, a differenza di quasi tutte le economie mondiali, ha un debito pubblico del 104 percento, cioè più del quattro percento superiore al prodotto. Di fatto, se proprio vogliamo scendere nei dettagli che sarebbe meglio non conoscere, l'Italia spende il quattro percento in più di quanto produce, il che significa che, al contrario degli Stati Uniti, se si arrivasse alla richiesta di rimborso per qualunque motivo, gli Stati Uniti sarebbero sempre in piedi con la metà del loro prodotto, l'Italia sarebbe in fallimento, tutto il paese non basterebbe a coprire il debito. Questo significa anche che qualsiasi investimento finanziario in Italia, se proprio vogliamo scendere nei dettagli, non vale la carta su cui è stampato, che siano bot, cct, pronti contro termine o obbligazioni bancarie.
Tutto questo non si dice, perchè, se si dicesse, cadrebbe il sistema Italia che viene tenuto su facendo finta che tutto questo non esista e che l'Italia sarebbe comunque sempre in grado di restituire il prestito, il che è falso, data la differenza tra debito e prodotto interno.
Queste considerazioni mi sono venute in mente dalle tabelle delle due banche mortgages americane, seminazionalizzate dal governo americano, perchè i loro assets non sono sufficienti a coprire un eventuale default di tutti i possessori di mutuo di casa negli Stati Uniti. Però i reportages europei, quando parlano di tale problematica, non tengono conto che non è vero che non ci sia un controvalore all'eventuale debito, perchè il controvalore è il valore di tutte le case, dunque il debito vero e proprio è la differenza tra la valutazione delle case e i junk bonds, i famosi subprimes, sensazionale delitto delle banche di tutto il mondo che hanno inflazionato e venduto più volte bonds relativi alle posizioni con i rischi maggiori di impagato.
L'intervento del governo americano non è dunque proprio una botta al mercato, non è proprio una nazionalizzazione, ma è un rallentamento del processo di indebitamento senza controllo, di modo che in due anni il buco della differenza tra il valore delle case e i bonds in circolazione sia azzerato. E' evidente che sarà il mercato a dover tirare fuori i trecento miliardi necessari, ma dobbiamo sempre tenere conto che ogni anno l'America crea miriadi di volte tale cifra di prodotto solido. Certo queste cifre ci parlano di una recessione in arrivo, che sarà più leggera quanto più la somma necessaria per riportare l'equilibrio verrà spalmata nel tempo. Non solo, se la spalmatura sarà abbastanza lunga, il problema si tradurrà non in una recessione, ma in un rallentamento della crescita economica, che rimarrebbe in questo caso positiva, capace quindi di moltiplicare gli effetti positivi di creazione di prodotto e di reddito.
Ovviamente tali possibili vie d'uscita da una situazione di colossale catastrofe, possono avvenire solo negli Stati Uniti, paese in cui non si è creato uno stato che si mangia il privato, ogni riferimento all'Italia è voluto e non casuale.
Comunque sono cose che non si dicono, perchè l'Italia, almeno fino a che il debito pubblico non scenderà al di sotto del prodotto interno lordo, si regge su un tacito accordo nazionale che tale differenza non esista davvero.
Poi che in Italia si facciano soldi solo comprando bot e prendendone gli interessi, questo è un altro discorso, discorso ben presente nel portafoglio titoli delle grandi banche estere che ovviamente condividono il tacito accordo di non dire a nessuno che il debito non è coperto.
Francamente, non riesco ad essere molto ottimista sul fatto che un qualsiasi governo faccia allontanare la mano pubblica dal sistema economico, perchè direttamente o indirettamente sono una decina di milioni gli italiani che vivono di questa mano pubblica, che pur soffoca il privato.
Se avessi una banca, eviterei qualsiasi investimento in Italia, perchè anche i bot italiani sono come i junk bonds dei subprimes, non sono coperti, in caso di inciampo. Certo anche per questo gli interessi che l'Italia concede sui buoni del tesoro sono più alti di quelli di altri paesi e l'anno scorso la preoccupazione di un non rinnovo dello stock di titoli in scadenza ha fatto sudare freddo il tesoro italiano.
Comunque tutto questo non si dice, neppure su concerto, che poi i nostri cento milioni di lettori si lasciano prendere dal panico e iniziano a vendere.

   
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