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 L'ombra del Drago
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luisa camponesco
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Inserito - 18/04/2004 :  13:26:04  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco

Fu Lin, con le mani congiunte inchinò lievemente il capo dinnanzi al piccolo stupa sotto il quale era sepolto il suo maestro Yan Bai Uan, colui che lo aveva cresciuto e gli aveva insegnato tutto quello che sapeva, tutte le conoscenze acquisite. Dopo aver dato l’ultimo saluto, attraversò la Piccola Foresta per dirigersi alla montagna Song, i capelli erano leggermente ingrigiti ma il corpo ancora elastico e robusto. Il monastero, con le sue muraglie color porpora si ergeva ai piedi della montagna, dove l’aveva fondato il santo monaco Damo. Ricordava, con quella sorta di tranquilla pacatezza, il giorno in cui vi era giunto.

Era entrato ancora bambino nel monastero Shaolin lo aveva accompagnato il nonno. Mentre percorrevano il sentiero, il nonno parlava al ragazzo:
- Vedi Fu Lin ? – disse indicando un drago posto sul bordo ricurvo di un tetto – Quello è Haoxian protegge dagli spiriti cattivi. Lui è uno dei nove figli di re Drago
- Sono tutti buoni i Draghi nonno?
- Non proprio tutti - rispose il nonno scuotendo il capo – Yazi è perfido e gode nel veder soffrire le persone, ma tu non devi temere, Long il potente ti proteggerà.
Non parlarono per parecchio tempo, ma non erano necessarie le parole, nonno e nipote erano in sintonia ed entrambi, ciascuno a modo loro, si preparavano al distacco.
Sul portale del tempio, un grande gong annunciava i visitatori, il nonno prese il pesante martello e lo percosse. Poco dopo un monaco aprì, non disse una parola, non ce n’era bisogno, Fu Lin varcò la grande porta, si girò, nonno e nipote di guardarono e quella fu l’ultima volta che si videro.
Negli anni che seguirono, Fu Lin si dedicò alla meditazione alla contemplazione, imparò a vivere in sintonia con la natura, a dipingere ed interpretare gli ideogrammi. Un giorno mentre rifletteva sul grande mistero dell’universo, fu attratto da un grande edificio costruito a lato del monastero dal quale provenivano grida e rumori. Incuriosito si avvicinò e dalla porta aperta, vide monaci lottare fra loro, ma nessuno pareva farsi male eppure i colpi che si scambiavano erano formidabili.
- Questo non un luogo per novizi - una voce autorevole lo fece sobbalzare - è proibito per quelli come te venire in questo luogo. Allontanati!
Fu Lin congiunse le mani si inchinò e fece per allontanarsi.
- Un momento – un’altra voce lo richiamò – Aspetta ! Posso chiederti cosa ti ha condotto qui?
Il monaco che aveva parlato aveva un aspetto solenne, ma c’era anche gentilezza nella sua voce.
- Stavo meditando e pregando quando ho sentito, grida e rumori e la curiosità mi ha spinto fin qui. Chiedo perdono per questa mia debolezza. – rispose Fu Lin e s’inchinò nuovamente.
- Il riconoscere le proprie debolezze e i propri limiti non è solo coraggioso, ma è anche saggio – sorrise, quella fu la prima volta che Fu Lin incontrò Yan Bai Uan.
Incominciarono a frequentarsi, il maestro raccontò che molto tempo prima tredici monaci andarono in soccorso dell’imperatore Taizong assediato in Luoyang e misero in fuga gli invasori. Le immagini del monastero raffiguravano la vicenda. Il loro modo di combattere era chiamato wushu ed era quello che Fu Lin aveva visto quel giorno nella grande palestra. I monaci perpetuavano nel tempo la tradizione di questa lotta che comprendeva esercizi diversi, posizioni offensive, difensive, mobili o immobili.
Ascoltava con attenzione Fu Lin, affascinato dal narrare del maestro e qualcosa di nuovo era entrato nella sua mente, ma ancora non osava esternarlo. Il maestro capì
- Vorresti imparare lo so, ma è una disciplina dura, è l’equilibrio fra materia e spirito, fra mente e corpo. Osserva. – lo condusse dinnanzi ad una roccia
- Toccala! – vedi quanto è solida! – ora la mia mente dirà ai miei occhi e al mio braccio che essa è morbida come il manto di una pecora.
Chiuse gli occhi, il corpo immobile, il respiro impercettibile, poi, veloce come un lampo il braccio teso scattò innanzi, un urlo uscì dalla bocca … la roccia si spezzò.
Fu Li spalancò gli occhi incredulo, Yan Bai Uan gli sorrise.
- Come hai fatto maestro?
Il monaco non rispose, nascose le mani nelle ampie maniche e lentamente s’incamminò verso il monastero.
L’addestramento di Fu Lin incominciò, il wushu richiedeva l’assoluto controllo del corpo, una perfetta coordinazione tra movimenti e respirazione, tra spirito e forza interiore.
- Non occorre un grande spazio per allenarsi – diceva il maestro - è sufficiente quello occupato da un bue accovacciato. Il giovane s’impegnò, stringendo i denti quando il dolore era molto forte, passava ore e ore in silenzio per trovarsi in armonia con se stesso e con la natura che lo circondava, finchè riuscì a percepire il rumore dell’erba che cresce. Il suo corpo si era irrobustito e diventato flessibile come un giunco al vento.
Venne il giorno in cui potè lasciare per un breve periodo il monastero e tornare a casa dal nonno, dalle persone che aveva lasciato molto tempo prima. Certo, non era più il ragazzino che un giorno era partito dal villaggio, ora era una giovane uomo, ma il suo cuore era rimasto semplice come allora. Ed era con questo spirito che si avviò sulla via di casa. Il suo cuore cantava insieme agli uccelli che volavano sopra di lui in un cielo azzurro come mai era stato, poi, in lontananza, proprio in direzione del suo villaggio vide un fumo nero levarsi in alto, come un’orrenda macchia su di un foglio immacolato. Preso da intensa inquietudine, accelerò il passo che poi divenne corsa disperata. Quando giunse al villaggio, la distruzione e la morte regnavano ovunque, ben poco restava di quello che un tempo era stato un fiorente centro agricolo. Incomiciò ad urlare a chiamare il nonno, guardò in ogni luogo finchè lo vide. Riverso sopra un piccolo tavolo pareva dormisse e se non fosse stata per quella macchia rossa sulla schiena poteva anche sembrar vero.
- Ti stava aspettando- una voce alle sue spalle lo scosse.
La vecchia era appoggiata ad un robusto bastone, una smorfia di dolore apparve per un istante sul suo viso, i piccoli piedi fasciati dovevano essere un vera tortura ma la riconobbe era Zohua
- Voleva darti questo – aprì la mano e mostrò un medaglione raffigurante Long il potente drago del cielo
Fu Lin lo prese e dopo averlo stretto in pugno urlò contro il cielo e lo spirito di Yazi s’impadronì di lui. Non tornò al monastero, il suo unico scopo era ora la vendetta.
Divenne ben presto famoso, spietato, seminò il terrore in tutta la regione. A capo di una banda, saccheggiò, incendiò e devastò ogni cosa si trovasse sul suo cammino. Il suo cuore si era indurito, non guardava più il volo degli uccelli, non sentiva più il profumo dei fiori, ora la picca, la lancia e la spada erano le sue uniche compagne. Quando venne a sapere che gli uomini che avevano ucciso suo nonno e distrutto il villaggio si trovavano accampati vicino a Cangzhou nell’Hebei, una frenesia lo colse, ma non voleva commettere errori, controllò più volte le informazioni. Alla fine inviò uno dei suoi uomini più fidati a sul luogo. L’uomo al ritorno confermò la presenza della banda di predoni. Con freddezza e calcolo preparò l’attacco. L’accerchiamento alle prime luci dell’alba, poi il segnale, fatto con gesti silenziosi fino a quando gli uomini si trovarono sotto le tende dei nemici e la battaglia cominciò. Colti nel sonno non ebbero scampo, non si aspettavano nessun attacco. Anche le sentinelle dormivano.
La furia di Yazi guidò il suo braccio e davanti a lui si fece il vuoto. Quando tutto sembrava finito un uomo incappucciato gli si parò innanzi, Fu Lin non esitò, non si accorse che l’uomo non portava armi, ma accecato dall’ira lo colpì.
- Ritrova te stesso Fu Lin - disse mentre si accasciava al suolo.
Quella voce lo riportò ad un tempo lontano, un tempo sepolto nel più profondo del suo spirito. Chinatosi gli strappò il cappuccio e riconobbe il viso addolorato del maestro Yan Bai Uan
- Tu ! Maestro!
- Volevo solo riportati una cosa che avevi perduto – e con la mano tremante estrasse da una piccola borsa di pelle di capra un medaglione raffigurante Long, l’ultimo dono del nonno
Qualcosa cambiò. All’inizio non si accorse neppure, un antico calore incominciò ad emergere e a diffondersi nel suo corpo… e il vento gli portò il profumo del loto
- Ecco ora sei tornato, io posso andare in pace- così morì Yan Bai Uan

Fu Lin , con le mani nascoste nelle ampie maniche, era già in vista del monastero, quando alcuni ragazzini, con il capo rapato come si conveniva a dei novizi gli corsero incontro e lo circondarono.
- Maestro, maestro è già ora della lezione. – sorrise Fu Lin ed arrivato sotto la porta d’ingresso lesse ad alta voce:
- SHAO LIN SI, questo fu scritto dall’imperatore Kangxi personalmente. Dovete sapere che molti, molti anni fa tredici monaci andarono in soccorso dell’imperatore Taizong assediato in Luoyang… e narrò la storia imparata molto tempo prima.


Ancora oggi ai piedi del monte Song si può ammirare monastero shaolin e l’arte del wushu è divenuta patrimonio culturale del popolo cinese.
Quando vidi il monastero, si intravedevano ancora i colori vivaci di un tempo, fu permesso a me e ai miei compagni di viaggio di visitarne una parte, ma nella palestra, ragazzini d’ogni età, dopo averci salutato congiungendo le mani ed inchinando il capo, si esibirono in quella antica e affascinante arte.


   
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