Concerto di Sogni
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 L'ascensore
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Beppe Andrianò
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Inserito - 05/10/2003 :  21:03:37  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Beppe Andrianò Invia un Messaggio Privato a Beppe Andrianò
Non sapevo a che piano abitasse.
La vedevo entrare tutti i giorni in quel palazzo, ne conoscevo
perfettamente i lineamenti, il ritmo del suo passo sulle lunghe gambe, quel distratto modo di guardare in giro come se di ogni cosa vedesse tutto o nulla.
Ero coinvolto.. non posso parlare d'amore o di qualcosa di simile.La mia era più una partecipazione ad una esistenza, il desiderio intenso di essere più vicino e di conoscere meglio, di scoprire.. sì forse era solo desiderio di scoprire.
Anche quella mattina la vidi passare davanti al vetro del mio bar..
indossava un piccolo giubbino nero corto di pelle con dei ricami rossi.. i capelli neri tirati a disegnare il profilo del cranio perfetto e la lunga frusta di capelli dietro di lei a indicare il moto e a moltiplicare l'onda dei suoi passi..
Chissà se si sarebbe mai accorta di me.. a volte avevo provato ad
aspettarla sull'ingresso abbozzando un sorriso gentile.. niente.. il nulla osservato attraverso l'infinito.. ma non era altera, non era distante, forse non era semplicemente quì.. pensavo fosse una studentessa d'arte o forse anche una professoressa.. non riuscivo nemmeno a capirne l'età... poteva essere giovanissima oppure una donna di trent'anni.. non sono mai riuscito a vederne un sorriso, una persona molto determinata e sicura.. pensavo tra me.. oppure timida? i dubbi si muovevano rimbalzando come palle da biliardo nella mia testa..

Mi decisi.. quando l'avessi vista tornare l'avrei incrociata con una scusa qualsiasi per sentire la sua voce.. chissà che voce avrebbe avuto, con quel collo lungo e sottile certo una voce molto alta ma non acuta. vibrante.
Aspettai il pomeriggio con un'ansia crescente.. sapevo esattamente che
alle sei e mezza circa lei sarebbe ripassata da li sulle sue lunghe gambe ed avrebbe impiegato due o tre secondi per attraversare l'intera lunghezza della mia vetrina.. non potevo distrarmi...

Mi rendevo conto che agli occhi di quelli che mi chiedevano il solito
caffè oggi potessi sembrare piu' strano del solito.. non guardavo nessuno negli occhi e sembravo distratto.. osservavo oltre.. esattamente cinque metri più in là.. l'universo oltre il cristallo della vetrina..Eccola..
corro..
ma.. non posso lasciare il bar senza nessuno.. come ho fatto a non
pensarci prima.. che stupido che sono.. posso solo vederla camminare con il suo solito passo da animale esotico cosi' diverso dai ritmi di questa vecchia citta.. ed entrare nel suo palazzo.. il palazzo che racchiude il piu' grande e desiderato segreto di questi miei tempi da proto quarantenne.. ma forse è proprio l'avvicinarsi di questa soglia a rendermi cosi' assurdamente progettuale e incapace d'agire.. no non sarebbe stato ancora così...

Misi il cartello "torno subito" ed aspettai che gli ultimi clienti, una turista inglese e il suo boyfriend finissero di bere il loro rituale "cappucchino" e li seguii all'uscita chiudendomi alle spalle il mio universo all'aroma di caffè.

Mentre mi avvicinavo a quel palazzo non sapevo cosa avrei fatto.. non
avevo idea.. pensavo di poter seguire il suo profumo forse.. non lo so..entrai.. non c'era nessuno in portineria.. meglio.. non avrei saputo rispondere ad alcuna domanda.. il palazzo aveva otto piani.. immediatamente e con risolutezza decisi che non valeva la pena di rischiare un infarto.. presi l'ascensore.

Partiamo dall'alto.. sentivo che lei doveva abitare in alto.. dove il suo sguardo avrebbe potuto perdersi nell'infinito di una città fatta di cemento su cemento..ottavo piano..

Esco sul pianerottolo non sapendo cosa sarebbe successo.. e se me la fossi trovata davanti? c'e' un ulteriore piano di scale.. un appartamento nel soffitto? si e' molto da artista.. deve essere cosi'.. salgo.. ad ogni scalino ricordavo un particolare di lei.. arrivo sulla porta non c'e' scritto nulla sul campanello.. niente.. sono indeciso.. sento voci dall'interno.. una voce maschile che parla ad alta voce.. nessuno risponde.. lo sento camminare avanti e indietro.. si altera.. nessuno risponde.. lo sento urlare e dare
un calcio a qualcosa.. e nessuno risponde.. mi spavento.. voglio scendere ma se lei fosse li.. se lui le stesse facendo del male.. lui urla forte una imprecazione e grida "vieni qui.. adesso!" e ancora nessuno risponde..
rompo gli indugi.. suono..sì .. suono il campanello.. subito il rumore siattutisce.. sento silenzio.. poi dei passi, decisi, maschili. La porta si apre.. e.. ed e' l'architetto del the delle cinque.. al telefono.. mi guarda sorpreso
sorride e mi indica il telefono e con il dito mi chiede un minuto.. mi fa entrare.. e cosa gli racconto adesso?.. che figura..

Ecco ora viene da me.. "mi scusi ma quando si lavora da casa.. il telefono e' proprio una necessità ed una prigione.. cosa posso fare per lei? mi ha portato il the inglese che le ho chiesto?".. salvato per un pelo.. mi ero
completamente dimenticato di quella richiesta.. "no ecco.. appunto venivo a dirle che la twinings non importa più il "nero di scozia".. però se lei vuole posso farlo arrivare dall'inghilterra direttamente.." .. lo vedo riflettere.. "Si.. ok
lo faccia arrivare.. ci sono cosi' poche cose belle nella vita.. mi
dispiace che sia venuto fin qui per dirmi questo.. ma.. come faceva a sapere che abitavo qui??".. ha ragione.. cosa gli dico.. "bhe sapevo che era un architetto questo era l'unico posto dove poteva abitare.. o era lei o era quella ragazza mora dai capelli lunghi che ogni tanto passa.. ".. "sorprendente.. lei deve fare il detective e non il barman.. non ho idea di quale ragazza mora.. ma a giudicare da come ne ha parlato deve essere notevole..." .. arrosisco..

"anche lei architetto potrebbe fare il detective.. in effetti".. sorrido e lo saluto avvinandomi alla porta.. "buona sera architetto.." "buona sera Mario ci vediamo domani per il mio the.."

Ma sono pazzo.. ma come mi e' venuto in mente di fare una cosa così..
risalgo sull'ascensore deciso a tornare al bar, al sicuro e dimenticare questa mia follia.. sarà una specie di menopausa al maschile.. entro, chiudo le porte e premo la T... l'ascensore si muove.. ad ogni piano penso che lei potrebbe essere dietro le porte degli appartamenti che appena intravedo.. 7 6 5 4...3....2.....

....

che succede? si e' fermato? ma perche' diavolo sono venuto qui oggi.. e' fermo.. niente panico.. sarà mancata la corrente.. prendo l'accendino (io non fumo.. e' per i clienti) e leggo le istruzioni.. praticamente..aspettare.. sarà un fatto di poco.. c'e' un bottone.. lo premo.. nulla.. silenzio totale..

Sono passati già dieci minuti.. non succede nulla.. il mio bar e' chiuso..qualcuno noterà l'assenza.. certo ma mica immagineranno che sono qui.. "ehiii.. c'e' nessuno.... " batto con la mano sulle pareti in metallo e legno dell'ascensore.. "c'e' nessunoooooo".. mi sento come la particella di sodio e mi viene da ridere.. e' un riso isterico.. "C'e' Neeeeessuunooooo" imito la voce della pubblicità.. starò impazzendo..
Sento una voce.. una signora anziana.. "c'e' qualcuno nell'ascensore??" ..batto piu' forte.. "Si signora sono nell'ascensore.. sono mario del bar quisotto.. può avvisare qualcuno.. il custode?.." "Comeee? e' il custode??"
"Nooo sono mario.. del bar.. qui.. lasciamo stare.. può chiamare qualcuno per farmi uscire di qui????"... silenzio.. "Signora??? per favore.."
silenzio..

Do un calcio all'ascensore.. "Ma diavolo.. siete già tutti morti in questo palazzo del cavolo???".. inizio a battere con forza e poi ripetutamente sulle porte dell'ascensore.. .. "ehi calma non lo distrugga che ci serve ancora.."dice una voce maschile da fuori.. "aspetti che stiamo azionando il movimento a mano..".. "era ora.. " dico sottovoce.. grato in fondo alla vocemisteriosa..
"Adesso tra poco arriverà su e le apriremo.. ancora un poco di pazienza"
..
mi calmo.. e mi metto in paziente attesa.. il movimento e' lentissimo e snervante.. vedo spuntare la luce del prossimo piano mia agognata meta..pensavo sarebbe stato piu' semplice farmi scendere al piano sucessivo ma .. stiamo salendo.. sapranno loro cosa fare.. vedo apparire il marrone delle porte.. due scarpe.. vicine alla porta dell'ascensore.. sale lentamente e io mi distraggo.. quando mi giro di nuovo verso la porta e' quasi completamente arrivato al piano.. le scarpe sono sparite.. si apre la porta.. di lato.. finalmente..

E a tenere aperta la porta c'e' lei.. "Ci scusi.. e' andata via la
corrente in tutto il quartiere.. io sono Arianna la figlia del portiere..." io la guardo..
sorrido..
chissà se si accorge che il mio sorriso è più grande del normale.. "io.. io sono mario del.. " "si del bar qui sotto.. la vedo spesso ma lei e' sempre cosi' indaffarato a preparare quei caffè dal profumo così buono.. " .. "anna..anche io ti ho vista ma sembri diversa.. più normale.." sorride.. "come normale?..
che cosa curiosa.. ma esca dall'ascensore non credo mio padre possa
tenerlo fermato al piano a lungo.." sorrido.. "eh si.. mi sa che dovrò
offrirvi un bel caffè a lei ed a suo padre.. " .. sorride.. "andiamo l'accompagno..così mi spiega come sono quando sono -non normale-..."

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Ogni riferimento a fatti, personaggi e luoghi è assolutamente voluto ma che nessuno si senta obbligato a riconoscersi o a rispondere o a sorridere..

beppe

Beppe Andrianò

   
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