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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 Una vera storia accaduta ad un uomo d'arme
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palsai.
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Inserito - 15/02/2003 :  22:08:03  Mostra Profilo  Visita la Homepage di palsai. Invia un Messaggio Privato a palsai.
Stava in mezzo ad una via polverosa.
Come ogni folle che si rispetti camminava sulle mani: le palme ispessite dai calli, le unghie spezzate e sudice, rivelavano quanto antica fosse la sua pazzia.
Mi vide di lontano e agitò freneticamente gli stinchi, ruotandoli quasi fossero pale di molino.
Non avevo fretta, ero in giro per mio diletto.
Volevo inoltrarmi nel bosco attraversato da quella via deserta, la cui ragione di esistere sembrava proprio quella di invitare i viandanti ad introdursi nella verzura ombrosa.
-Ei tu, uomo d'arme! - Mi sentì chiamare con tono perentorio.
- Vieni, avvicinati: ti devo parlare!-
Feci spallucce, voltandomi indietro: forse stava chiamando qualcun altro, ma non vidi nessuno, anzi, mi accorsi di come il silenzio fosse sceso in quella landa, tanto che persino le cime maestose degli alberi stavano ferme ed immobili: nessun alito di vento smuoveva quell'assenza di suoni che il folle aveva squassato con la forza stentorea della sua voce.
Risoluto ad ignorarlo, presi ad avanzare con passo spedito con l'intento di superarlo.
Giunto in sua prossimità, però, con un balzo degno di uno scoiattolo, mi si pose davanti, agguantandomi il braccio nella morsa delle dita del suo piede destro: "Lasciami!" Gridai "Lasciami o ti infilzerò con la mia lama e allora ti pentirai amaramente dei tuoi gesti!"
Il folle subito allentò la stretta ma prese nel contempo a canzonarmi, additandomi con l'alluce - ahahah anche tu sei come tutti gli altri: omuncolo! Sei un omuncolo, una bestia! Un violento! -
Mi ritrassi esterrefatto: "Come osi? Tu sei una bestia! Tu, creatura perversa e sovvertita! Non cammini forse sulle palme? Quale uomo degno di appellarsi tale lo farebbe?!"
Ed il folle mi rispose, - Io ero uomo come te!- Continuò piagnucolando, - camminavo, come si suole, colle piante dei piedi, avevo amici ed una moglie, ero rispettato ed avevo un lavoro... -
"E allora? Chiesi, "Cosa ti ha ridotto in questo stato?"
Lui mi si avvicinò bisbigliando, -accucciati e ti rivelerò un segreto! –
Diviso tra il disgusto della sua figura e la curiosità che mi animava, addivenni al compromesso di chinare un poco il busto, a metà strada fra il suo volto polveroso e quei piedi prensili.
" Su racconta, ti ascolterò…"
-Tu diverrai come me!- Gridò a squarciagola il folle, sputandomi in faccia la più fragorosa risata che avessi mai sentito.
Lo spavento che provai mi fece fare un balzo inconsulto e caddi a terra di schiena: " Pazzo! Folle! " e gridando lo scalciai.
Ci trovammo tutti e due nella polvere, io sconvolto dall'ira e lui dal gran riso che non aveva cessato neanche dopo la caduta.
- Vedi?- Disse, - da sdraiati e ricoperti di polvere in fondo siamo uguali. Chi ci distinguerebbe vedendoci adesso, senza averci conosciuto prima?-
Allora capì che il folle mi aveva veramente comunicato un gran segreto: gli uomini sono sempre uomini, per quanto strani e diversi ci possano apparire.
Il pazzo si tirò su in piedi e subito dopo mi aiutò a rialzarmi.
Scotendomi la polvere dai vestiti aggiunse queste poche parole: " Quando vedi qualcosa che ti turba, non lasciarti prendere dalla paura e sii uomo fino in fondo: vai incontro alla diversità in pace!"
Ci salutammo stringendoci la mano, il vento agitava le fronde e le creature del bosco presero di nuovo a frusciare nascoste dalla penombra silvestre.
Qualche ora dopo calò il tramonto ed io gettai la spada, divenuta ormai troppo pesante per la mia coscienza.


   
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