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Roberto Mahlab
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Inserito - 30/01/2010 :  09:46:13  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

Le cose non vanno mai come si era preventivato. Già dopo il primo passo di solito dobbiamo riconsiderare il passo successivo e così via, come una barca a vela si avvicina a riva non in linea retta ma zigzagando oppure affonda.

Il bello è che se così non fosse dovremmo preoccuparci ancor più di quanto già ci preoccupiamo normalmente, perchè significherebbe che la vita scorre piatta, inanimata, senza interazione con le altre persone o le cose. Ci avete riflettuto? Che cosa è meglio, una vita in cui si procede tra le onde oppure una vita in cui siamo assimilati ad un mare immoto? Pensateci, la prossima volta che vi lamentate perchè le cose non vanno come avevate preventivato, se così non accadesse, dovreste interrogarvi invece sul senso stesso dell'esistenza.

Agghiacciante vero? Non sorprendetevi, lo scopo dei "brividi di Concerto" è proprio quello di agghiacciarvi.

Ebbene, se siete arrivati fino a qui, significa che avevate preventivato di leggere questo testo, ma ne avevate previsto il prezzo in termini di angoscia? Avete ancora il coraggio di proseguire nel passo successivo di leggere "Mondi paralleli" e scoprire altre assai scomode verità?

Roberto Mahlab
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Inserito - 30/01/2010 :  09:47:45  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab

Secondo i loro amici, gli unici a non sapere che si amavano erano proprio Daniel e Julie, inseparabili da mesi nell'andarsene in giro per Parigi portandosi sempre dietro il piccolo David, il dolce e delicato bambino di cinque anni di Julie.

"Ecco Daniel, adesso vai diritto fino in fondo a Boulevard Saint-Germain e poi a sinistra in Rue Saint-Jacques...", "Ma Julie, hai un gps incorporato?", "No certo, conosco questa strada perchè è vicino al supermercato... ".

David era silenzioso nel sedile posteriore e Julie lo sollecitò :"Ti è piaciuto il ristorante David? E il cuoco giapponese?".
"Quale cuoco mamma?", David appariva assonnato e confuso per le troppe novità di quella serata, "ma il cuoco del ristorante di stasera caro...", "ma non siamo stati al ristorante stasera mamma....", "ma David ..."
"Vedi Julie", intervenne sorridendo Daniel, "in campo scientifico si sta dibattendo sulla teoria delle stringhe, si tratta di una ipotesi che mette d'accordo la teoria della relatività di Einstein e quella quantistica iniziata da Planck e proseguita da Heisenberg".

"Oh lo so David", Julie si stava rivolgendo ancora al bambino ,"tu dici che non siamo stati al ristorante perchè ti ho chiesto che rimanesse un segreto che uscivamo con Daniel!", "ma quale ristorante mamma? io avevo la febbre, non siamo usciti oggi!", "ma David..."

"E' come se adesso noi girassimo a destra anzichè andare diritto", proseguiva intanto Daniel, "in teoria si possono creare a partire da un medesimo istante una serie di universi paralleli che poi evolvono indipendentemente dagli altri, certo affinchè l'ipotesi non sia distruttiva, è necessario che non esista memoria tra i diversi mondi paralleli, altrimenti tu ti ricorderesti che siamo andati
diritti in un universo mentre stai girando a destra nell'altro..."

L'indomani mattina Julie telefonò a sua madre chiedendole come aveva passato la serata, la madre le rispose stupefatta :"ma Julie, ieri sera ero da te, David aveva la febbre e così l'hai tenuto a casa e sono venuta ad aiutarti a preparargli la minestrina...."

Julie non ebbe tempo di meravigliarsi, ci avrebbe pensato al ritorno dal lavoro, l'auto della scorta era già arrivata, fu il caso, ma quel giorno deviarono per via del traffico e si ritrovarono a percorrere la via del ristorante Teppanyaki, "la prego, si può fermare un attimo per favore? vorrei... vedere che cosa hanno per menu per organizzare una cena..."

Julie entrò nel ristorante e si rivolse al signore giapponese che la sera prima li aveva serviti :"mi scusi, si ricorda di me? ieri sera eravamo qui, io, un signore e un bambino, penso di aver dimenticato il golfino..."
Il giapponese la osservò senza comprendere :"ieli sela? qui? Oh no signola, ieli sela ela la nostla sela di chiusula, lei non ela qui e non c'ela nessun signole e nessun bambino..."

Julie impallidì, si volse verso la porta, ma prima di aprirla estrasse il cellulare... 607 5273785 ecco, avrebbe chiesto a Daniel, c'era senz'altro una spiegazione :"pronto?", rispose una voce all'altro capo della linea.
"Daniel? ciao, sono Julie, senti...", "Julie? Julie chi, mi scusi...", "Daniel! ma sono Julie, ti ricordi abbiamo mangiato al giapponese ieri sera...", "Giapponese? ci deve essere un errore signora, io sono allergico al cibo giapponese...", "ma Daniel, sono Julie, ti ricordi, siamo andati in montagna...", "In montagna? ma signora, io sono istruttore di nuoto, non sopporto la montagna, non sono mai andato in montagna, è sicura di aver fatto il numero giusto?"

Julie lasciò cadere il cellulare nella borsa, si appoggiò alla porta, "sta bene signola? vuole che le chiami un taxi?", il tono del giapponese pareva preoccupato.
"Un taxi? no grazie", si riprese Julie, "ho la macchina fuori..." e la sua voce si bloccò... fuori, che c'era fuori?, in quale degli infiniti mondi paralleli sarebbe uscita?

"Vedi Julie, la teoria delle stringhe prevede almeno 26 mondi paralleli, si toccano casualmente come stringhe vibranti secondo gli scienziati, certo non esiste prova concreta, è solo concetto e intuizione, non esiste memoria da uno stato parallelo all'altro, figurati, ne verrebbe sconvolto l'equilibrio dell'universo o dell'insieme degli universi..."

Julie si riscosse, era in auto con Daniel e David, si volse verso il bambino "David... ti è piaciuto il ristorante allora? e il cuoco giapponese?", "Sì mamma, era proprio bello e da grande io voglio fare il cuoco giapponese..."

Julie si appoggiò al sedile dell'auto, la testa le girava, poi respirò a fondo, qualunque cosa fosse accaduta, ora era tornata nel mondo di partenza, "non ci devo più pensare", disse a sé stessa, "Daniel, adesso vai diritto per Boulevard De Montparnasse...."

Roberto Mahlab
(I brividi di Concerto)



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