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 La cupola
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luisa camponesco
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Inserito - 09/12/2007 :  16:08:06  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco


La cupola

Visto dall’alto il globo aveva una intensa colorazione arancione, chiazze bluastre punteggiavano i due poli a ricordo degli antichi ghiacciai. Gli oceani, ormai privi di ogni forma di vita, erano ridotti a meno di un terzo dell’ampiezza originale. La cupola sospesa nello strato più alto dell’atmosfera, meglio dire di ciò che rimaneva, si spostava seguendo la linea dell’equatore.
L’interno, pressurizzato, era adibito ad osservatorio, le strumentazioni monitoravano anche il più piccolo mutamento delle condizioni del pianeta.
La Terra si stava trasformando come il vicino Venere, in un inferno di calore, a meno che non si trovasse il modo di invertire tale trasformazione. La temperatura al suolo rasentava i 400° C e l’anidride carbonica rappresentava il 90% dell’atmosfera. Nessuna forma di vita era presente sulla terra ferma.
- Variazioni?
Jan Sukov primo direttore del progetto “LAST HOPE” guardava con aria interrogativa il viso accigliato di Peg Lor, terza ricercatrice del centro “New Land”. Jan pensò a quanto sarebbe stata più bella se avesse sorriso ogni tanto.
- Niente di apprezzabile. Il calore in superficie è aumentato di un decimo, ma era previsto.
- E pensare che cinquecento anni fa questo era il più bel pianeta del sistema.
Il pianeta azzurro, con i suoi oceani e le foreste, fino al giorno in cui l’atmosfera iniziò ad assottigliarsi e a nulla valsero i trattati o le convenzioni per fermare il disastro, c’era sempre qualche nazione che in nome del progresso immetteva sempre più gas nell’atmosfera. Ora era solamente un pianeta sterile e bollente.
- Qual’ è la posizione di “bigstone”?
- Dovrebbe penetrare nel sistema solare tra un anno 2 mesi e 24 giorni secondo il calendario terrestre, a meno che e non intervengano variazioni
- Le ritieni possibili?
- Vedi Peg nella medesima area è apparso un altro frammento, non così grosso, ma nel caso di una collisione fra i due, la rotta potrebbe cambiare
- Voglio avere i dati necessari per calcolare tutte le variabili. -
- Sono d’accordo Peg ti darò una mano.
Jan sedette accanto a lei, mentre il telescopio ruotava a 360° catturando ogni minima pulsazione dello spazio.
L’umanità aveva lasciato la terra secoli prima trasferendosi, in parte su Marte e in parte su Europa, Io e Ganimede, aveva imparato a vivere in città sotterranee, sotto un sole artificiale e a guardare molto più lontano, oltre il sistema solare. In una di queste era nata Peg ventisei anni prima. Sichuan City una delle sub-town su Europa, i lineamenti del suo visto tradivano la lontana origine asiatica. Europa era stata colonizzata dai cinesi, mentre gli europei occupavano l’emisfero sud di Marte, gli americani quello nord. I Russi si erano stabiliti su Io, invece, su Ganimede viveva una società multietnica e vivace, per ingegno e cultura. Jan aveva vissuto e studiato ad Orsk la città principale di Io. Si erano conosciuti all’Accademia delle Scienze della città cupola Pàris su Marte, la più prestigiosa. Avevano studiato molto e superato tutti i test con il massimo punteggio, solo in questo modo potevano far parte del gruppo di controllo della Cupola-Terra.
Peg e Jan erano consapevoli della responsabilità del loro lavoro, come del resto lo erano le altre sei squadre, formate sempre da due persone che si alternavano periodicamente. L’affiatamento era fondamentale.
- Per il momento la traiettoria dei due meteoriti non è mutata.
- Ma potrebbe accadere in qualsiasi momento. – Replicò Jan
- Jan?
- Si!
- Hai mai pensato a come sarebbe stato vivere sulla terra?
Jan la guardò con aria perplessa, non si aspettava una simile domanda da una mente razionale come quella di Peg.
- No! – Rispose – A cosa servirebbe? Nessuno di noi,da generazioni è nato sulla terra. Quello che sappiamo lo abbiamo appreso dagli oleo-documentari.
Peg si pentì, quella domanda, non era da lei e poteva essere scambiata per un segno di debolezza.
- Però, adesso che me lo hai chiesto, Peg, sto cominciando a pensarci.
Peg si sentì sollevata e riprese l’osservazione del pianeta.
Quello che secoli prima si chiamava oceano Pacifico ora aveva l’ampiezza di un mare diviso da un lembo di terra, un tempo era nota come California.
La Cupola era attrezzata per ogni tipo di indagine e munita di un potente telescopio capace di raggiungere molte galassie alla ricerca di pianeti potenzialmente adatti alla vita umana. Per la verità ne avevano trovati almeno tre che, per caratteristiche erano simili alla Terra in età preindustriale. Il problema erano ancora le distanze. Gli scienziati stavano studiando la possibilità di viaggi interstellari ad una velocità doppia della luce. Alcuni esperimenti riusciti erano stati fatti fra Io e Ganimede, ora bisognava applicare il medesimo principio su distanze miliardi di volte superiori. Si prevedeva di effettuare un primo lancio entro il 2.924 anno terrestre, una data ancora molto lontana, Peg sospirò pensando che non l’avrebbe mai visto, per quanto la vita umana si potesse allungare.
- A cosa pensi Peg?
- Ad una cosa sciocca!
- Tu non pensi mai a cose sciocche!
Jan nutriva nei suoi confronti una stima incondizionata, non se la sentiva di deluderlo e preferì cambiare discorso.
- Sono arrivati nuovi dati sulla posizione dei meteoriti?
- Nulla di rilevante!
- Cosa farai quando finiremo il turno? Non manca molto.
La Cupola era strutturata in modo da poter essere abitata per quattro mesi, oltre all’osservatorio e laboratorio di ricerca, c’era una zona destinata ad uso privato, molto confortevole dove si poteva dormire, ascoltare musica nelle pause di lavoro. C’era anche un piccolo giardino con piante e fiori tropicali, i pannelli solari fornivano una energia praticamene illimitata. Si stava talmente bene nella Cupola che spesso il ritorno a casa creava problemi di adattamento. Per questo motivo i dirigenti di “LAST HOPE” cercavano di ridurre il tempo di permanenza dei vari gruppi.
- Ho un fratello a Vegas. – rispose Jan
Vegas era una città cupola di Marte, che ricordava, anche nella sostanza, una antica città americana. Si poteva giocare e a volte vincere delle vere fortune.
- Un fratello a Vegas! Non lo sapevo. – Peg era alquanto sorpresa - Quanto mi piacerebbe visitarla!
- Allora vieni! Posso trovarti una sistemazione, ti farebbe bene staccare un po’.
- Purtroppo non posso. – Sospirò Peg devo tornare su Europa
- Non dico di rimanere per tutto il periodo ma per un po’, in fondo ce lo siamo meritato.
- Chissà un giorno forse, ma ho preso un impegno alla Scuola di Astrodinamica per una serie di conferenze. È da parecchio che mi aspettano, ho sempre rimandato per un motivo o l’altro, prima mi tolgo questo pensiero meglio è.
Jan assunse una espressione delusa ma talmente buffa che entrambi scoppiarono a ridere.

Puntuale come sempre la coppia formata da Dean Scopper e Bert Carrera, entrambi provenienti da Marte, fece il suo ingresso nella Cupola.
- Cambio della Guardia! – esclamò Bert.
- Andata a godervi la vostra vacanza. – soggiunse Dean sfregandosi le mani.
- Troverete i dati aggiornati nel file “return”
- Ottimo Peg, abbiamo portato qualcosa da Cupola Roma, una delizia fatta da mia moglie. Un’antica ricetta di origine terrestre tramandata dalla sua famiglia, si chiama “saltinbocca”. Credetemi non la scorderete.
Senza attendere risposta, Bert aprì il contenitore ancora caldo, un profumo invitante invase la Cupola.
- Qualunque cosa sia la voglio! – esclamò Jan.
Bert servì gli amici con una punta di orgoglio.
- Senti un po’! – Dean aveva la bocca piena ma questo non gli impedì di proseguire. – Tua moglie conosce altre ricette come queste?
Bert fece un segno affermativo col capo, in quel medesimo istante un led rosso prese a lampeggiare.
- Vado io – disse Peg – In fondo il nostro turno non è ancora finito, abbiamo ancora una manciata di minuti.
Nessuno protestò, anzi, ripresero a mangiare con maggior avidità. Solo più tardi si accorsero del silenzio di Peg.
- Che succede? – chiese Dean., ma l’espressione accigliata della donna mise in allarme Jan. Lavoravano insieme da troppo tempo, i due avevano imparato ad interpretare ogni piccolo movimento del viso.
- C’è una novità! Se la rotta del secondo meteorite non cambia entreranno in collisione.
- Meglio avvisare il Centro.
Poco dopo arrivò la risposta da New Land.
- Peg, Jan dovete rimanere nella Cupola fino a nuovo ordine!
In fondo se lo aspettavano. La Cupola ora sembrava più piccola, quattro persone indaffarate in continuo movimento. Calcoli, proiezioni, analisi, poi ancora da capo……e il tempo scorreva.

- Sei sicura?-
- Credimi Jan, ho fatto e rifatto i calcoli non ricordo quante volte, ma vorrei avere un riscontro da parte tua e anche da parte di Bert e Dean, senza fa sapere loro le mie conclusioni.
Il lavoro riprese febbrile ognuno preso dal suo compito, mentre sotto la Terra continuava la sua rotazione.

°°°

Le luci della Cupola si accesero poiché si trovava nella zona d’ombra del pianeta, attorno al tavolo in plexiglass. Scuri in volto i quattro si trovarono a confronto.
- Non ci sono dubbi! – ruppe il silenzio Bert – il secondo meteorite colpirà “bigstone” con una potenza tale da deviarlo di 35° .
- Con la conseguenza di farlo piombare nel Sistema Solare come una palla da bowling - proseguì Dean
- E destabilizzerà l’ orbita di tutti i pianeti. - concluse Peg.
Il pensiero delle spaventose conseguenze li fece ammutolire.
- Dobbiamo avvertire il Centro.
- Preparo i dati da trasmettere.
Peg sedette alla consolle e le due dita tremarono sui tasti. Poco dopo arrivò l’ordine: Comunicate costantemente ogni variazione anche insignificante e tenete la posizione fin quando è possibile.

Nella Cupola regnava un’atmosfera pesante “bigstone” continuava inesorabile la sua marcia verso il sole.
- Cosa sta accadendo nelle colonie? – Bert pensava a sua moglie e alla famiglia.
- Il Governo Centrale ha predisposto l’evacuazione …..
- Non ce la faranno mai! I viaggi intergalattici sono ancora in fase di progettazione. – Dean si mise le mani fra i capelli.
- Potrebbe non essere così catastrofico. – Disse Jan ad alta voce, ma più per convincere se stesso che per altro.
- Devo tornare su Marte non mi importa degli ordini , voglio stare con la mia famiglia. -
- Tutti vorremmo essere a casa Bert. Ma il nostro dovere è rimanere dove siamo più utili.
Nessuno sperava in qualche cambiamento, bigstone aumentava di velocità man mano si avvicinava al sole.
- Quanto tempo ci rimane? – chiese Bert.
- Se non succede qualcosa, il meteorite entrerà nel sistema solare entro un anno terrestre.
-

°°°

Nel frattempo su Marte, Io, Ganimede ed Europa era in atto una incessante attività di ricerca di mezzi per allontanarsi , almeno quel tanto che bastava , e mettere in sicurezza i coloni.
- E se si fossero sbagliati? I calcoli inesatti? – Chen Guy di Europa si stava accalorando.
- Le capacità di coloro che lavorano nella Cupola non si discute. E se non sbaglio Peg Lor è conosciuta e stimata proprio su Europa. – il rappresentante di Marte si era alzato e puntava un dito minaccioso verso Chen,
- Calma, calma, in questo modo non si va da nessuna parte.
Nonostante i secoli passati, la diffidenza e l’ostilità permanevano fra i vari gruppi, proprio come sulla vecchia Terra.


°°°Sei mesi dopo°°°

Nella Cupola, a parte qualche breve intervallo, il gruppo dei quattro continuava il suo lavoro di osservazione e controllo.
- Notizie dai nuovi insediamenti?
Dean aveva fatto un doppio turno e voleva sapere come procedevano i lavori su Plutone. Infatti, data l’impossibilità di costruire in tempo navi interstellari, era iniziata la costruzione di città sotterranee in grado di contenere tutti, almeno così si sperava, prima dell’impatto.
Plutone era considerato un pianeta relativamente sicuro data la sua distanza dal sole, quello che mancava era proprio il tempo. Non c’era possibilità di effettuare collaudi accurati, bisognava fare in fretta, non c’erano alternative praticabili.
- Diciamo che procedono – rispose Peg – Nuova Europa accuperà l’emisfero orientale, le colonie di Marte quello occidentale, Io e Ganimede si posizioneranno ai poli.
- Spero facciano in tempo, guarda! Bigstone ha aumentato la velocità sarà nel sistema fra quattro mesi e mezzo.
Ora appariva nettamente sullo schermo, con le dimensioni di una piccola luna avanzava portando con sé la minaccia di una distruzione totale.

°°°

Arrivò l’ordine di abbandonare la cupola.
- Io rimango, è importante che qualcuno resti ancora per un po’ e monitorare l’arrivo del meteorite, solo in questo modo sarà possibile aggiornare le informazione istante per istante.
- Noi puoi, la Cupola sarà spazzata via, non serve questo sacrificio. – replicò Jan.
- C’è in gioco molto di più che una vita.
- Peg ha ragione. – fece eco Dean, - potremo salvare molte più vite fornendo informazioni in tempo reale.
- Potremo?
- Si, io rimango con Peg , ma tu Jan , e Bert dovete andare dalle vostre famiglie.
- Rimaniamo tutti.
- Escluso! Sarete più utili su Plutone, credetemi ne avrete di problemi da risolvere, la vostra esperienza sarà preziosa.

°°°mille anni dopo°°°

- Seguite la linea verde! – disse l’androide ai visitatori – le sale sono segnate in ordine progressivo al vostro ingresso si attiverà automaticamente la simulazione olografica.

Lo Space Museum era visitato periodicamente da milioni di persone provenienti dai tre pianeti abitati, di classe M, vicini, se così si può dire, al Sole .
- Allora andiamo a vederla, mamma? Me lo hai promesso.
- Certo Bert ma prima dovrai conoscere un po’ di storia, ad esempio com’era il Sistema Solare prima del Grande Impatto.
Il bambino non sembrava molto convinto, ma, da troppo tempo attendeva quella visita, era stato necessario prenotarla anni prima, data la quantità di richieste, tutte a numero chiuso.
La sala Alfa si illuminò non appena Bert e sua madre entrarono.
- Ohh !! – fece il bimbo
- Ecco Bert, il globo luminoso al centro è il Sole e questi i nove pianeti ciascuno con la sua orbita.
Il bambino rimase con la bocca aperta, mentre col dito seguiva la loro traiettoria.
- Ora passiamo all’altra sala!
In apparenza pareva uguale alla prima.
- Ma mamma!
- Guarda Bert, guarda!
All’inizio sembrava un puntino nero dietro il sole. Poi divenne sempre più visibile, più grande sempre di più grande, talmente grande che Bert si coprì istintivamente gli occhi.
Colpì la Luna e si abbatté sulla terra, provocando una carambola che sconvolse pianeti e satelliti. Una lunga lingua infuocata percorreva tutto il Sistema
- Andiamo oltre. – la donna prese per mano il figlio, ancora tremante di paura.
La terza sala li sommerse di luci.
- Mah!
- Si Bert, questo è il nuovo Sistema Solare. Vedi? Quella che un tempo era la Luna ora occupa il posto della Terra, Venere si è spostata su un’orbita parallela ed entrambe ruotano agli antipodi attorno al Sole
- Ma la Luna è tutta azzurra!
- Certo, la Luna ora ha un’atmosfera, oceani, foreste, animali.
- È abitata?
- Non proprio, è un pianeta protetto, solo studiosi e scienziati possono andarci, le loro ricerche sono importanti perché ci dicono come può nascere la vita nell’universo.
- Si ma, la Terra dove è andata a finire?
- Qui un tempo c’era Marte, ora c’è la fascia di asteroidi di Peg. Ora vieni c’è ancora una cosa da vedere.
L’ultima sala era immensa quasi non si vedevano le pareti, nel centro, appoggiata a robusti sostegni i resti di un’antica struttura.
- Questo è ciò che rimane di Cupola Terra insieme al ricordo dei suoi eroi, uno di essi è un tuo antenato, e tu porti il suo nome. Ma è grazie al sacrificio di Peg Lor e Dean Stopper che, con le loro informazioni hanno permesso alle colonie di mettersi in salvo ed inoltre hanno documentato la distruzione della Terra e il riassetto del Sistema Solare. Quello che hai visto poco fa.

°°°

La visita allo Space Museum era terminata e, mentre Bert e sua madre uscivano, altri entravano in riverente silenzio.


Luisa Camponesco

   
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