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 Prendimi l'anima
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Roberto Mahlab
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Inserito - 19/01/2003 :  23:03:09  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
L'alba della psicoanalisi, sullo sfondo la Storia d'Europa.
Nel film "Prendimi l'anima", il regista Roberto Faenza insegue e scopre la vita di una psicoanalista dalla vita avventurosa, Sabine Spielrein, ebrea russa in cura da Karl Gustav Jung, agli inizi del secolo a Zurigo.
La rivoluzione della psicoanalisi viene mostrata passo a passo, la persona malata viene curata come essere umano e non piu' come reietta dalla societa', nasce la volonta' di reinserirla stimolandone l'apertura dell'animo e la rivelazione di se' stessa.
Sabine passa dallo spegnimento della vita ad una passione che travolge lo stesso Jung.

La vicenda viene raccontata in flash back attraverso le indagini di due storici che ai nostri giorni ritrovano i carteggi tra Jung e Freud e tra Sabine e Jung, la assoluta bellezza e cura del film rapisce anche i due storici, che vengono narrati e interpretati con tutta la profondita' dell'animo umano, famosa e' la frase della ragazza francese che riconosce un suo sentimento e che lascia un biglietto allo studioso inglese :"Abbiamo scoperto insieme tutto di Sabine, ma in tutto questo tempo non ci siamo mai parlati di noi".

Sabine prosegue la sua vita laureandosi in psicologia e tornando in Russia tra gli anni venti e trenta, dove aprira' "L'asilo bianco", in cui i bambini vengono curati con il metodo della "creativita'". E' il momento fondamentale in cui la psicoterapia freudiana e poi junghiana viene ampliata con lo sforzo di far riscoprire al paziente la propria stessa creativita' come metodo per ritornare con un se' definito nel mondo di cui crede di non essere piu' parte. Fu una scuola che si sviluppo' proprio durante la seconda guerra mondiale con l'apporto di psicologi internati nei campi nazisti, metodo terapeutico che nei campi non poteva che essere solo pensiero di reclusi e che dopo la guerra pote' vedere luce effettiva e proseguire. Forse questi studiosi cercavano un metodo per poter tornare essi stessi alla consapevolezza di esistere, dopo l'inferno inenarrabile dello sterminio nazista.

Sabine non vedra' neppure la fine della guerra e il risultato della sua incredibile vita, breve ma cosi' intensa, verra' uccisa in una sinagoga insieme a tutta la comunita' ebraica della citta' russa occupata dai nazisti.

La colonna sonora del film riempie come ogni scena di una pellicola che davvero racconta una esistenza.

"La creativita' insegna la liberta'".

E' con frasi di questo tipo che Sabine Spielrein gestiva l'asilo per i bambini e queste frasi che facevano parte del suo metodo le causarono l'ostracismo e la violenza che subi' dalla dittatura che Stalin stava imponendo alla Russia, queste frasi sono passate alla Storia, fiaccole che non si sono spente, le sue parole tramandate.

Tanti mattoncini, anche il nostro vorrebbe essere uno di quei mattoncini, uno solo di per se' non e' che un granello di sabbia, preda del vento, ma se altri granelli di sabbia si depositeranno in molti altri luoghi, allora presto esistera' una spiaggia e il vento non potra' far altro danno che portare un granello in giro per la spiaggia stessa, senza disperderlo.

Uno dei nostri sogni, di Beppe e mio, era che la creazione di Concerto di Sogni servisse a consentire di utilizzare il racconto e la poesia come linguaggi universali, creativi, chi riesce a raccontare riesce anche a considerarsi parte del mondo, chi riesce a far emergere dai cassetti poesie e racconti scritti magari solo per i propri occhi crea con la parola i pupazzetti che Sabine all'inizio della sua vita creava con l'argilla, solidi, reali, sapevano raccontare che lei era, nonostante non lo riconoscesse prima di guarire e crescere e di dare il suo apporto alla comunita'. Le parole sono come quei pupazzetti, esistono e permettono di osservare che chi le ha create esiste, e' parte e cosi' si deve sentire.

Quando tanti e tanti sapranno lasciare le loro impronte con la loro propria creativita', tanti e tanti avranno contribuito a dare la voglia ad altri di farlo e il numero di mattoncini crescera' e quando questo avverra' nessuna violenza, nessuna arma di morte, nessun ostracismo potra' cancellare la liberta' che affianca la creativita'.

I buoni amici di concerto hanno ideato il termine di "laboratorio artistico creativo" e la frase "scrivete per un mondo migliore".

Un piccolo granellino di sabbia da ognuno di tanti.

Roberto

elisabetta
Senatore


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Inserito - 21/01/2003 :  22:09:30  Mostra Profilo  Visita la Homepage di elisabetta  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a elisabetta
sono appena tornata dal cinema. confesso di esserci andata perchè ho letto le cose che hai scritto tu Roberto. confesso anche che non avevo idea di chi fosse Sabine Spielrein.
ma ammiro da un po' Roberto Faenza. i suoi film mi hanno sempre dato tanto dentro all'anima. mi hanno riempito la mente ed invogliato a conoscere altre cose.
Come con 'Prendimi l'anima': splendido film dal punto di vista non solo recitativo, ma scenografico e della ricostruzione dell'epoca e degli ambienti... come il museo in cui Sabine e Jung si incontrano e ammirano gli splendidi quadri di Klimt.
la vicenda è molto bella (soprattutto nella drammaticità dell'intenso rapporto medico-paziente) dal punto di vista femminile e decisamente difficile da accettare (non assolutamente da comprendere) dal punto di vista dell'alievo prediletto di Freud.
fa riflettere la vicenda soprattutto in questi giorni dato che si avvicina il Giorno della Memoria e che Sabine è stata anch'essa una vittima della barbarie nazista.

elisabettaVai a Inizio Pagina

leda cossu
Senatore


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Inserito - 01/11/2003 :  18:29:16  Mostra Profilo  Visita la Homepage di leda cossu  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a leda cossu
Ho visto questo film un giorno particolare, alla vigilia di un periodo particolare della mia vita.
Sicuramente non a caso. Come molti accadimenti che diventano “eventi” se li guardiamo da un’angolazione spirituale (o se vogliamo chiamarla: interiore…).

Sabine ha ripreso (iniziato) a vivere partendo da se. Si è relazionata col suo terapista (Jung) ricevendo molto, ma donandogli moltissimo.
Avevano un’intensa percezione l’uno dell’altra: lui visse la morte di lei sentendola, presagendola; era in camera da letto con la moglie, si alzò, si affacciò alla finestra.. stava male da morire, in quel momento lei con sua figlia ed altre persone, perché ebree, stavano per essere uccise, raccolte e sparate, in una chiesa.

Jung iniziò a comprendere Sabine ascoltandone il suo mondo, osservandola giocare con una piccola segreta raccolta di oggetti che lei nascondeva in un pozzo. Sabine entrò nella vita di Jung col suo amore, il suo rispetto per le persone ed uno spirito gioioso, libero, amante della verità, dell’autenticità delle persone, amante delle persone.

Si dice che dietro ogni grande uomo ci sia sempre una donna. Sabine per Jung lo è stata certamente e quindi lo è stata per la psicanalisi.
Ed anche per il suo paese dando vita ad un’esperienza creativa in un asilo rimasto nel vissuto e nella memoria di quei bimbi, piccolo seme per un mondo migliore.


LedaVai a Inizio Pagina

Renato Attolini
Senatore



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Inserito - 13/03/2004 :  23:30:08  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Renato Attolini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Renato Attolini
Ho visto oggi questo stupendo film e mi sono andato a leggere i vostri commenti. Penso non ci sia nulla d'aggiungere se non che credo sia giusto ringraziare queste pellicole che danno l’opportunità di conoscere, queste grandi persone come Sabine Spielrein che hanno lasciato un’impronta nella storia dell’umanità, sopravvissute ad una morte crudele come lei stessa ebbe a dire agli agenti della polizia di Stalin: “Potrete uccidermi, ma io vivrò per sempre!”.
Tra le tante cose bellissime di questo film, quella breve scena della mostra di Klimt, la cui opera, si é detto, fu influenzata molto dalla nuova scienza della psicanalisi che allora muoveva i primi passi.


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