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 IL PIANISTA GIOVEDI' 27.1. RAI UNO
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marcello ravasio
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DA NON PERDERE PER NON DIMENTICARE LA SHOAH
GIOVEDI' 27.1.05 RAI UNO ORE 21


Edited by - marcello ravasio on 07/06/2005 09:02:23

Elena Fiorentini
Curatore


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Inserito - 26/01/2005 :  08:48:05  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
Il pianista
film
di
Roman Polanski

da Elisabetta
Stampato da : Concerto di Sogni
URL Tema: http://www.concertodisogni.com/mp/link.asp?ID ARGOMENTO=2280
Stampato il: Apr 02 2003
Tema:

Autore Tema: elisabetta
Oggetto: Il pianista - film di Roman Polanski
Inserito il: Nov 06 2002 21:50:49

da Elena
...un mio commento a proposito della ballata di Chopin:

Topic author: Elenafior
Replied on: Nov 25 2002 16:34:52
Messaggio:
Caro Paolo,la scena dell'esecuzione della ballata n.1 in sol minore di Chopin è stata grandiosa. Quando non suoni da alcuni giorni, le mani si irrigidiscono.Poi c'era la fame, il freddo, una debolezza estrema. Wladislaw Szpilman ha iniziato bene il pezzo,malgrado tutto, con un suono profondo, ben affondato,poi, alla fine della frase,il vuoto di memoria,la ricerca dei suoni cadenzanti prima del tema principale. ( ho sentito pasticciare Sviatoslav Richter in questo preciso punto)
Poi,ecco finalmente il tema, dapprima incerto,nella partitura é indicato un piano,ma non uno "stentato". Lo stentato é di questo poveruomo,che deve dimostrare di essere veramente un pianista,per salvarsi, forse, la pelle.
Ecco, ribatte una volta di piu gli accordi da eseguire sottovoce,fino a che, finalmente, si libera, é di nuovo un musicista.Il tedesco non c'é piu, le mani si riscaldano, ecco le cadenze,era veramente un grandissimo pianista Szpilman...ed ecco un grande Chopin.
ecco un grande momento creato dal regista.
Del ghetto di Varsavia si sono consumati fiumi di inchiostro. Una curiosità, nella relazione del "trattato istrumentazione" di Berlioz, curata per RAI 3 dal musicista italiano Luigi DallaPiccola, si parla della Concertina,particolare strumento musicale,che, ci raccontava Dalla Piccola, veniva suonato fuori dal ghetto di Varsavia per comunicare messaggi. La scelta di questa specie di fisarmonica che utilizzava quarti di tono era dovuta al suono leggero ma molto penetrante.
"Il pianista" é un film molto interessante e, a mio parere, molto sentito dal regista, che anche lui ebreo, ha vissuto nel ghetto e come Spilman vide suo padre salire sui vagoni blindati del treno che lo portava alla morte e che fece finta di non riconoscerlo per non metterlo in pericolo.
Mi auguro che questo film possa essere visto dai giovanissimi,ci sono troppi tentativi di fare dimenticare ciò che é successo.
Grazie, Elisabetta, che porterai i tuoi studenti, non so se questo capiterà anche a Milano, lo spero. La sala era stra-piena di pubblico.
E grazie anche a Polanski che ci tormenta e non ci permette di dimenticare.....
Elena
Edited by - elenafior on Nov 25 2002 16:35:56

da Roberto

Topic author: Roberto Mahlab
Replied on: Nov 27 2002 23:02:19
Messaggio:
Non si pote' difendersi dallo sterminio, perche' era inconcepibile pensare a quello che poi sarebbe avvenuto.
Ma una scena particolare del film di Roman Polanski, a mio parere, spinge verso la riflessione su qualcosa che era evitabile, che non richiedeva eroismo da parte dei testimoni di cio' che si stava per produrre. Il regista ci mostra come prima della deportazione nel ghetto, sulle porte dei locali pubblici della citta' fu apposto dai nazisti il cartello :"vietato l'ingresso agli ebrei". La scena mostra gli esseri umani con la Stella di Davide al braccio mentre dalla strada osservano entrare in quei locali i loro concittadini. Se e' vero che nessuno poteva difendere il popolo ebraico dalla follia degli sterminatori, e' anche vero che nessuno obbligava gli altri cittadini ad entrare in un locale che portava quell'infame cartello sulla porta. Eppure ci entravano, sapendo che ad altri esseri umani era impedito in quanto non considerati esseri umani. Forse se qualcuno avesse domandato loro perche' ci entravano lo stesso, avrebbero risposto mostrando di non porsi la questione se il loro gesto fosse anche un inconsapevole accordo a non considerare umani gli ebrei che, allora, non avevano neppure una Terra a cui ritornare.
Oggi sappiamo tutti quanto e' avvenuto, sappiamo che e' stato possibile, che e' stata una realta', e oggi per fortuna quando avviene, perche' anche oggi avviene con la scusa della crisi del Vicino Oriente, che i cittadini di origine ebraica vengano a qualsiasi titolo offesi o allontanati, i concittadini democratici si levano al loro fianco, perche' tutti sappiamo a che cosa punta il mostro antisemita. Oggi non c'e' piu' condono per chi invece non segue i democratici di tutte le fedi nel denunciare e disertare luoghi dove il mostro si manifesta.
Kafka e Freud erano europei, i contributi delle persone di origine ebraica alla Storia e alla cultura dell'Europa sono stati elevati. Non so quanto sarebbe ancora possibile che avvenga un contributo del genere, e' improbabile perche' non c'e' piu' il numero, mancano all'appello dell'Europa sei milioni di persone e i loro figli mai nati.
L'Europa talvolta si pone di fronte alle stesse scelte, se considerare i suoi figli di origine ebraica come europei oppure come alieni e se la cultura con la quale essi hanno saputo affrescare il continente sia anch'essa da considerarsi parte della cultura europea oppure come aliena.
E' la differenza tra chi non entra nei luoghi in cui per qualsiasi motivo diviene difficile per una persona di origine ebraica rimanere e chi ritiene che non faccia differenza, che non sia importante entrare in quei luoghi ugualmente.
Credo che in quella scena ci fosse il richiamo alla coscienza dell'Europa a non morire di nuovo.
Roberto


Topic author: elisabetta
Replied on: Nov 27 2002 23:15:04
Messaggio:


Edited by - Elena Fiorentini on 26/01/2005 12:01:09

Edited by - Elena Fiorentini on 10/06/2005 12:28:27Vai a Inizio Pagina

   
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