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 Vi narro la storia di silluso
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emofione
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Inserito - 16/04/2004 :  18:30:55  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a emofione
Vi narro la storia di silluso, fratello di sinnamorato, nipote di sincantato, lontano parente di sgustato.
Il tarlo di silluso era quello di voler capire fino in fondo, di voler leggere decifrandola l’anima di tutte le persone che gli stavano intorno. Ovviamente era particolarmente interessato a quelle dei suoi cari, ma non disdegnava affatto di analizzare anche le anime di conoscenti e potenziali futuri amici veri.
L’energia leonina di silluso lo rendeva comunque solare, nel rapporto con i suoi simili, tanto che in passato si era sentito per lunghi tratti in pace con il mondo, mai sereno ovviamente, ma comunque sufficientemente pago.
L’incedere del tempo, gonfio delle esperienze e degli stati d’animo di silluso, avevano lentamente eroso quella corazza, tanto che anche la chioma del felino cominciava a divenire posticcia, provata.
Eppure il quadrupede continuava ad annusare, a guardarsi intorno con occhi rapiti, attenti, interessati. Ma il cervello, poco a poco, cominciava a fargli difetto, forse l’età ormai avanzata dell’uomo-bestia faceva sì che certe sviste, non sue comunque, certi errori marchiani, certi atteggiamenti abominevoli o sentiti da lui come tali, ledessero le sue certezze, la propria consapevolezza.
Ecco che l’ennesima riflessione introspettiva aveva portato la mente di silluso ad individuare il perché di certi accadimenti, ed a dar loro una valenza che eufemisticamente qualcuno avrebbe successivamente definito negativa, e che invece assomigliava molto di più ad una sentenza di morte di certi valori, o meglio di certi sentimenti un tempo idolatrati, e successivamente volutamente rimossi.
Il leone, si sa, ha comunque diversi difetti: ha bisogno di sentirsi sempre, se non proprio il re della foresta, almeno qualcuno cui far affidamento, cui rivolgersi per ottenere un consiglio, un aiuto, magari un interminabile abbraccio senza artigli ma deciso, di quelli apportatori di sicurezze.
Perché anche la bestia di silluso, per quanto egocentrica, per quanto tronfia ed eccessivamente piena di sé, di un’autostima tutta da dimostrare, anch’essa aveva un cuore, anch’essa sentiva il bisogno di darsi, magari alla propria maniera, certamente non divenendo lo zerbino degli altri animali della foresta, non della pantera, non della tigre, non dell’elefante, figuriamoci di un’insulsa iena ridens, ma avvertiva quest’esigenza, e voleva solamente poterlo dimostrare, prima di tutti a se stesso.
Aveva sempre lottato per dimostrare di potercela fare, nella vita, anche quando non serviva, anche quando la foresta era tranquilla e la bestia di silluso aveva un ruolo ben preciso, certo, inattaccabile, all’interno del proprio microcosmo.
Del resto era un mezzo leone, per questo ruggiva anche quando non ce n’era bisogno, per far capire che ci sarebbe stato, sempre, comunque, che avrebbe dato la vita per difendere i suoi valori, gli animali a lui cari, il proprio entourage.
Infine il pazzo di silluso si era trovato schiacciato dalla sua stessa personalità, aveva finito per dare di matto, per seguire solo l’istinto, senza preoccuparsi del resto.
Pensava fosse giusto agire in un certo modo in una determinata circostanza?Lo faceva, senza chieder consiglio.
Riteneva di dover vagare liberamente per trovare in sé e nel mondo nuova energia, nuovi posti da esplorare, nuovi strani incroci ferini da conoscere?L’aveva fatto, senza guardarsi indietro.
Sempre certo, il folle di silluso, di trovare, al ritorno, la solita grande famiglia allargata, pronta ad accoglierlo nuovamente, a curare le eventuali ferite, a farlo ripartire di nuovo.
Ecco, un giorno, quel mondo gli si rivoltò contro, per colpe sue ma anche per innumerevoli altri pretesti. Da quel momento capì di esser molto più solo, drammaticamente solo.
E non ebbe più voglia di lottare.
Ma secondo voi la bestia di silluso poteva forse cedere il passo con tranquillità, ritirarsi in tranquillità, passare lo scettro con serenità?
Bè, no, sarebbe stato giusto e ovvio, quasi naturale. Per qualcun altro però.
Perché se l’avesse fatto, papiro, lui, non avrebbe trovato un briciolo di senso neanche al suo passato.
Allora tirò fuori gli attributi di silluso, e si divorò. Lentamente, ma con fierezza.


   
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