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 Amore in affitto
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Gabriella Cuscinà
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Inserito - 28/04/2014 :  17:59:48  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Gabriella Cuscinà Invia un Messaggio Privato a Gabriella Cuscinà

Quante volte abbiamo negato che l’amore è una forza, una realtà prepotente, un sentimento estremo? Quante volte ci siamo presi gioco degli innamorati e della loro eccessiva sensibilità? Abbiamo deriso probabilmente i romantici, chi adora i romanzi d’amore. Eppure l’amore non conosce sesso, né età, né latitudine. Quando arriva, arriva. E non puoi evitarlo. T’intontisce e non ti fa capire perché ti piace tanto quell’amica. Piace a te, proprio a te che sei donna! E quell’amico piace a te che sei uomo!
Paola e Mirella stavano insieme ormai da due anni. Si erano conosciute all’università e si erano innamorate l’una dell’altra. Proprio attraverso un’amicizia profonda e collaudata, avevano capito di essere gay e di desiderarsi anche sessualmente. Quindi avevano deciso di andare a convivere in un monolocale in affitto.
I rispettivi genitori erano stati traumatizzati da questa notizia e dalla situazione in generale, ma poi non avevano potuto far altro che accettare quel dato di fatto e addirittura pagavano la pigione alle figlie. Le quali per altro, si erano messe a fare le cameriere in un bar per pagarsi gli studi, il vitto e qualche divertimento.
Il monolocale faceva parte di un appartamento composto di due vani, due bagni e una cucina. Il proprietario affittava entrambi i locali con uso di un bagno ciascuno e della cucina in comune.
La vita delle due ragazze era stata serena, sin quando l’altra stanza non era stata affittata da una coppia di conviventi: Leonardo e Giulia che lavoravano in un’azienda telefonica. Facevano degli stressanti turni di lavoro poiché entrambi erano addetti al Cal center. Quindi a volte, se di notte Leonardo era di turno, Giulia era a casa e viceversa. Inutile dire che i quattro avevano fatto subito amicizia.
La cosa strana era però che quando Paola aveva visto la prima volta Leonardo non aveva più smesso di pensare a lui. Si diceva che era una follia, perché amava Mirella, ma nello stesso tempo non poteva negare a se stessa di essere molto attratta dal nuovo amico.
“Ma allora sono anche eterosessuale!” diceva a se stessa. Fatto sta che tanto aveva fatto gli occhi dolci a Leonardo che quello se n’era accorto e si era sentito lusingato.
Una notte si erano incontrati in cucina e davanti ad una tazza di caffè, si erano confessati di piacersi. Così la notte successiva, approfittando che i rispettivi partner fossero assenti, avevano fatto l’amore. Caso volle però che Giulia finisse il turno prima. Entrando in cucina li trovò allacciati sul tavolo mentre ansimavano e si sbaciucchiavano.
La bomba atomica su Hiroshima sembrò una bazzecola confronto alle reazioni di Giulia. Gridò e sbraitò che erano due vermi, che facevano schifo, che non avrebbe mai immaginato una cosa del genere da parte sua. Disse che l’avrebbe subito raccontato a Mirella. Non ebbe molto da aspettare perché di lì a poco la suddetta rincasò e quando venne a saper dell’accaduto, si sentì male. Appena riavutasi, sputò in faccia a Paola e se ne andò per sempre da quella casa.
I due nuovi amanti continuarono a vivere nella stanza di Paola, dove Leonardo traslocò. Giulia se n’era andata sbraitando e imprecando contro il suo convivente e quindi il suo monolocale era rimasto vuoto.
Qualche tempo dopo, in quella stanza andarono ad abitare Sandra e Guglielmina, una nuova coppia di ragazze omosessuali.
Questa storia era iniziata con delle dissertazioni filosofiche sull’amore, ora assumerà i connotati del genere umoristico perché, incredibile a dirsi, accadde che Paola s’innamorasse di Guglielmina. E quella, appena la vide, sentì battere il cuore, la guardò languidamente e il colpo di fulmine scoccò.
Ormai la cucina era divenuta il luogo di ritrovo, così una notte le due ragazze s’incontrarono e si confessarono il reciproco amore.
La mattina successiva Paola confessò pure a Leonardo questo suo nuovo sentimento e lui cominciò a sbraitare e a chiamarla sgualdrina e sporca ********a. Naturalmente abbandonò la stanza e la sua convivente.
La povera Sandra pianse tutte le sue lacrime quando seppe che Guglielmina si era innamorata di Paola, ma al cuore non si comanda. L’amore non conosce sesso, ma la dignità dovrebbe conoscere un limite.

Gabriella Cuscinà

   
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