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 La forza della voce/Persi in un mondo cambiato
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Roberto Mahlab
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Inserito - 19/12/2013 :  14:45:22  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Ecco cosa mi dice un esperto professionista in Information Technology per una importante multinazionale giapponese.

"La crisi e l'Italia, il suo settore?"
"Il progresso tecnologico del settore è stato speso per investimenti che alla fine sono serviti per tentare di risparmiare soldi per il personale, per avere una minore incidenza dei costi e una maggiore efficienza. Uno sviluppo dovuto alla crisi nel senso di una mutata richiesta del mercato. In precedenza le aziende fornivano qualsiasi tipo di servizio e la situazione di mercato consentiva di essere rigidi sui prezzi, oggi ci sono altri canali di vendita e altre occasioni e poi ci sono aziende che pensano di farsi del bene e lavorano male, vendono sottocosto e con condizioni di pagamento irreali e questo altera la circolazione monetaria".

"Ma i soldi girano ancora?"
"C'è una sensazione collettiva di mancanza di soldi e di conseguenza sta mancando l'afflusso continuo di domanda ed offerta costante e coerente".

"Le origini di questa sensazione?"
"E' vero che in giro respiri quest'aria di crisi reale, conosco gente in serie difficoltà. Ma tante persone hanno le stesse disponibilità di prima, si è modificato lo stato d'animo, la metafora è :'esco di casa, ma forse piove', prevale l'indecisione e alla fine non esci, però rimanere a casa è una scelta tua, pioggia o non pioggia".

"Le difficoltà a trovare lavoro?"
"Diciamo che se perdi il lavoro, a fronte di tanti che non ti vogliono, ne trovi altri che ti vogliono, il problema è legato più al lato dell'offerta, non c'è voglia da parte delle aziende di presentare prodotti gestiti bene e il riassorbimento della disoccupazione ne risente".

"Imprese che non capiscono cosa è utile fare?"
"Le aziende che hanno innovato hanno chiare le loro possibilità, là fuori non è più come prima, sta cambiando, del resto come è sempre cambiato. Dal lato della spesa delle famiglie, vediamo che stanno aumentando, oltre ai cartelli di 'vendesi', anche quelli di 'affittasi', prima ci si poteva permettere di fare un mutuo per comprare casa, oggi no.
E poi spese per prodotti che prima non c'erano, come i cellulari, a volte quattro telefonini in famiglia. Mi compro un i-phone, ma faccio la spesa all'hard discount".

"Sono le origini della crisi del debito incontrollato, la bolla che è esplosa, ne viviamo ancora le conseguenze?"
"Secondo me la maggioranza non ha capito emotivamente cosa accade, molte imprese non riescono a tirar fuori piedi da fango e rimangono in una situazione che altera le loro percezioni".

"La politica non aiuta ..."
"La tassazione sulla prima casa abolita e invece inasprita sui capannoni di impresa, è incompetenza politica, da noi la tassazione è per far cassa, non si guarda a chi si uccide, ma a quanti soldi si estraggono. Mi vengono in mente le lezioni scolastiche sul significato di parassitismo in zoologia : il parassita si attiva per tenere in vita l'ospite nel quale si trova, la sanguisuga muore se muore il suo ospite, dunque in Italia c'è la miopia del legislatore, se servono i soldi, non si prendono da lì".

"Il numero di aziende che chiude è elevato..."
"Ci sono molte chiusure di aziende che non hanno più mercato e lavoro, mi chiedo se l'avessero avuto prima, oppure se vivevano perché c'era richiesta e tutto si vendeva, era più facile. Oggi la gente è convinta che non ci sono i soldi e molte aziende non ricevono ordini perché non sanno rispondere né offrire qualcosa di allettante".

"Stiamo delineando una società cambiata?"
"Ci siamo persi lungo la strada, il mondo è cambiato, l'approccio è globale, ma noi ci siamo persi la visione di insieme, se voglio vedere il resto della foresta, devo scostarmi dal tronco sul quale ho lo sguardo fisso".

"Come si rimedia?"
"Quando la struttura cambia, è la crepa nel muro ad essere è il problema, non è il suo colore. E' cambiato l'ambiente per mille motivi, per gli anni che passano, cose che oggi sono normali una volta non lo erano, nel bene o nel male, ci vuole in corrispondenza un cambiamento epocale mentale".

"Non è dunque solo una crisi della politica?"
"La politica ha capito molto poco oppure qualcosa ha anche capito, ma non sa cosa fare. E' come se fossi abituato a cucinare in casa e poi mi chiamano a farlo in un ristorante, non saprei nemmeno accendere il fuoco. Arrivano in parlamento e sono presi da un meccanismo che necessita di tempo per cambiare, se vogliono davvero cambiare, ci sono tanti stupidi tra i politici, ma non lo sono tutti, però si sentono di più quelli che gridano".

"Il maggiore problema da affrontare?"
"La burocrazia e il costo delle regole".

"Rispetto all'estero?"
"Siamo in ritardo, all'estero il percorso da A a B si fa più in fretta, la burocrazia è più lineare, noi ci perdiamo nella burocrazia, ci sono miriadi di enti che si occupano delle stesse cose, questi sono gli sprechi, una amministrazione multipla a cui rivolgersi per la medesima cosa, perché non un interlocutore unico?"

"La scuola?"
"E' un problema cronico, la scuola pretende personale qualificato, lo obbliga a percorsi pazzeschi e poi non ha la struttura che consenta agli insegnanti di lavorare, non riconosce loro il merito come si fa con dei professionisti".

"Funziona l'informazione ?"
"All'estero è più facile trovare informazioni oggettive, in Italia le trovi in mille posti, e ti sembra come se ti raccontassero cose di un altro paese, gli articoli buoni sono mescolati a tanti articoli inutili, falsi, o tarocchi o adirittura omessi".

"Futuro per i figli?"
"Non è chiaro, quello che esisteva una vita fa, non c'è più, il lavoro ci sarà per gente disposta a cambiare e adattarsi e ancora ce n'è poca, all'estero è ovvio cambiare lavoro, anche per accrescere la soddisfazione personale e non il compenso, da noi si cambia solo se costretti. Eppure c'è anche la possibilità di aprire partite iva con obblighi minimi, pensiamo ai personal trainer, tra i tanti, la questione è inventarsi e adattarsi".

"Il lavoro non sarà più il posto fisso?"
"Da noi assumere costa, in altri paesi non è così, ma la questione è la mentalità che non c'è, ti assumo a tempo determinato, e allora? Perché no? Il termine precario ha assunto un significato negativo, ma il mercato adesso è diverso, da noi pretendiamo ancora di entrare in una azienda e poi uscirne dopo quarant'anni con l'orologio d'oro".

"Le tasse?"
"La domanda è : dieci anni fa avevi più soldi in tasca? La risposta è sì e la causa sono più spese fisse e gli introiti minori. Non si sa come investire i risparmi, le tasse su qualsiasi tipo di investimento sono eccessive, questo è contrario al buon senso che deve perrmettere ai soldi di muoversi".

"Dare lo spazio alle voci, parlare, può servire per creare una coscienza collettiva?"
"Mi sa che questa coscienza manca. Certamente dovremmo creare una identificazione e lo si fa cercando di capire i motivi che portano alla situazione quotidiana, motivi negativi e positivi che siano, vanno analizzati. L'identificazione dei problemi e nelle soluzioni avviene parlando ed ascoltando gli altri".

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(La forza della voce. Che ciascuno, anziché essere portavoce di se stesso, racconti quello che avviene agli altri che ha attorno, che conosce, di cui ha saputo, con cui parla, di chi ha vicino, racconti gli episodi che opprimono chi lavora, chi non lo può fare, chi vuole fuggire, chi viene schiacciato, che ciascuno sia la voce di dieci voci ciascuna delle quali probabilmente si sente isolata e non sa che le stesse vicende accadono a moltissimi altri, di modo da immedesimarsi e da coinvolgere).


   
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