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 Quando la morte chiama
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Gabriella Cuscinà
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Inserito - 26/04/2012 :  17:31:10  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Gabriella Cuscinà Invia un Messaggio Privato a Gabriella Cuscinà
Quando la morte chiama

Emilio era un medico affermato e di lunga esperienza. Svolgeva il suo lavoro con grande professionalità e passione. Per lui gli ammalati erano persone da assistere, seguire e trattare con ogni riguardo. I casi che affrontava e i vari pazienti rappresentavano per lui un impegno importantissimo. Insomma la sua era una vera missione e non il normale lavoro di un medico angiologo. Era sposato con Teresa, anche lei medico e avevano tre figli studenti universitari. Non si era mai arricchito e non avrebbe potuto farlo perché spesso non si faceva pagare dai clienti, quando comprendeva che versavano in difficoltà finanziarie. Era un uomo buono e generoso, infatti i suoi pazienti lo adoravano e si fidavano solo di lui. La sua competenza faceva invidia a molti, ma Emilio non si curava di codesta invidia, anche se talora l’aveva avvertita sulla pelle come una lama affilata. I colleghi sparlavano di lui dicendo che si riteneva una specie di santone e curava la gente offrendo i farmaci gratuitamente.
Quel sabato mattina era uscito di casa insieme a Teresa e aveva trovato, per terra, un’immagine della Madonna addolorata. La moglie non avrebbe voluto che la raccattasse ma lui l’aveva fatto e anzi aveva riposto l’immaginetta nel portafogli. Poi la sera erano andati ad un ricevimento di medici chirurghi ed Emilio aveva incontrato il cardinale della diocesi. S’erano messi a discutere sulla differenza tra anima e corpo, sull’aldilà e su argomenti teologici. Emilio aveva espresso le sue perplessità sulla resurrezione della carne, anche se affermava di accettarlo come dogma, ma siccome era anche un chirurgo, si poneva il dubbio se il corpo sarebbe risorto con i vari organi che lui aveva spesso asportato ai pazienti.
- Una volta, ho dovuto eliminare l’apice inferiore del fegato di un ammalato - aveva detto, - ora mi domando, al momento della resurrezione, il mio cliente recupererà anche quella parte di fegato?
Il cardinale era parso in imbarazzo e s’era messo a ridere, allora Emilio aveva insistito che da giovane universitario, aveva assistito alle lezioni sui cadaveri sezionati. Li aprivano come fossero scatolette di tonno, senza il minimo rispetto e considerazione. Le varie parti del corpo venivano aperte, i vari organi continuavano ad essere sezionati dai professori per le dimostrazioni e le lezioni.
- Come, e con quale pazienza il Padre Eterno poteva ricomporre tutto quello scempio?
Il cardinale allora aveva ribadito che l’Altissimo rivela sempre verso i suoi figli proprio quel rispetto e quella considerazione di cui lui parlava e inoltre mostra un amore infinito per ogni parte del nostro corpo di cui sovente noi dimentichiamo la perfezione.
Erano circa le quattro della domenica mattina quando il telefono aveva suonato insistentemente. Emilio aveva risposto insonnolito ed aveva udito una voce concitata che gli diceva di avere urgentemente bisogno di lui.
- Dottore, forse non ricorda ma un anno fa ha operato mio padre salvandolo da morte sicura. Ora è mio marito che ha bisogno di lei. Ha una peritonite acuta e bisogna operarlo subito. Ho fiducia solo in lei. La prego, venga subito qui a Bagheria. Mio marito è ricoverato all’ospedale. Io mi chiamo……. - e aveva detto il suo nome e cognome.
- Ma signora, non mi ricordo di lei e non ho nessuna intenzione di venire a Bagheria ad operare suo marito.
Nel frattempo Teresa sbuffava, gesticolava e insisteva affinché il marito interrompesse la comunicazione e tornasse a dormire: - Lascia stare, chiudi il telefono, ti pare orario di chiamare!
- Questa ha bisogno che operi subito il marito all’ospedale di Bagheria, - aveva detto Emilio con la mano sulla cornetta.
- Cooosaaaaaa? Ma è matta? Tu non vai da nessuna parte.
Invece sentì che lui chiedeva maggiori informazioni come raggiungerla e riconoscerla e poi capì che la signora gli aveva dato appuntamento in un bar vicino l’ospedale e gli aveva comunicato il proprio numero di cellulare.
Teresa aveva gridato: - Certo! Lui corre! Lui va! Ma dove vai a quest’ora? Ti devono fare Santo subito? Rimani a casa e lasciala sbattere, sicuramente qualche altro bravo dottore opererà suo marito.
- No devo andare.
- Emilio ti prego rimani a casa.
- No devo andare, c’è bisogno del mio aiuto e devo andare. Se per caso venissi a sapere che questo tizio è morto sotto i ferri, ne avrei rimorso tutta la vita per non averlo operato io.
Era andato via da casa con la sua potente auto e non era più tornato perché allo svincolo autostradale si era scontrato frontalmente con un’altra auto. Era morto sul colpo.
Tra i rottami, il cellulare di lui non era stato più trovato.
Teresa non conobbe mai il nome della signora che Emilio doveva incontrare, costei non s’era fatta più sentire, era sparita nel nulla.
Da ricerche effettuate, non aveva trovato nessuno che lui avesse operato l’anno precedente e che avesse salvato da morte sicura. All’ospedale di Bagheria non le avevano voluto dire quale ammalato dovesse essere operato di peritonite.
Ai funerali di Emilio era presente il cardinale che volle testimoniare la sua ammirazione per quel medico capace e generoso, e come avesse ravvisato in lui uno stato di grazia, di estasi, un distacco incredibile dalle cose materiali. Si era sorpreso a pensare che quell’uomo fosse già pronto per l’altro mondo.

Gabriella Cuscinà

   
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