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 Un amore nato per caso
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Gabriella Cuscinà
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Inserito - 07/08/2008 :  08:19:29  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Gabriella Cuscinà Invia un Messaggio Privato a Gabriella Cuscinà


Un amore nato per caso

Rachele aveva conosciuto Giancarlo quando aveva diciannove anni. Era stata appena assunta come ballerina professionista nel corpo di ballo del teatro lirico della sua città, dopo aver frequentato per dodici anni i corsi di preparazione dello stesso teatro. Da quando era piccolissima, la sua unica, grande passione era stata la danza classica e quindi aveva trascorso tutti i pomeriggi della sua gioventù a danzare.
Quella mattina era in ritardo per le prove di un nuovo balletto e stava salendo le scale degli artisti a precipizio, quando s’imbatté in un uomo altero che scendeva le medesime scale. Era alto, appena brizzolato e aveva un’aria molto distinta e distaccata. Non l’aveva mai visto, ma fu costretta a fermarsi di botto per non finirgli addosso e perché non riusciva a staccare gli occhi da quel volto.
Rachele era una bella ragazza, con le fattezze da vera ballerina, un visetto da bambola, aveva un portamento speciale come solo chi ha dedicato tutta la vita alla danza riesce ad avere. I suoi capelli biondi erano lunghi e lisci, gli occhi enormi verde smeraldo.
Giancarlo s’era fermato anche lui e aveva guardato quel viso come trasognato. Poi aveva assunto di nuovo la sua aria altera e aveva continuato a scendere.
Quando era giunta tra i colleghi del corpo di ballo, Rachele aveva saputo che il teatro aveva un nuovo direttore artistico che veniva da Parigi. Seppe che era un pianista affermato d’origine italiana e che si chiamava Giancarlo Rossi. Successivamente le amiche ballerine glielo indicarono e lei si rese conto che era proprio il signore che aveva incontrato sulle scale. S’era informata e aveva saputo che aveva circa quarantacinque anni.
Rachele era una ragazza molto responsabile e si occupava da sola di Paolo, il fratello minore, poiché la madre era morta dandolo alla luce. Il padre era morto di carcinoma quando lei aveva compiuto diciotto anni. Per fortuna era stato un ricco imprenditore e aveva lasciato ai figli una discreta eredità. Abitavano in un bell’appartamento, ma i ragazzi avevano imparato a fare tutto da soli, poiché non potevano fare affidamento su nessun altro parente prossimo.
Quell’estate dei suoi diciannove anni, Rachele aveva portato spesso Paolo al mare poiché il medico glielo aveva raccomandato. Il bambino stava giocando sulla spiaggia con altri ragazzi e lei s’era immersa nelle acque calme per nuotare un po’. S’era allontanata a lunghe bracciate e stava nuotando a dorso, quando andò a sbatte contro qualcosa di solido. Emise un piccolo urlo e si voltò di botto rendendosi conto che era andate a sbattere contro un signore che nuotava in senso contrario. Lui disse subito per tranquillizzarla: - No, no, non sono un pescecane, tranquilla.-
Rachele lo guardò meglio e s’accorse che era il suo direttore artistico.
- Oh, mi scusi, nuotavo senza guardare.-
Il direttore s’accorse di conoscerla e riconobbe una delle ragazze del corpo di ballo.
- Ma noi ci conosciamo, - disse - lavora per il teatro lirico o sbaglio?-
- No, direttore, non sbaglia, sono una ballerina professionista.-
Giancarlo guardava affascinato quel viso giovanissimo e tutto bagnato. Vedeva un paio d’occhi verdi che lo guardavano incantati e un sorriso
simpatico e accattivante.
- Dunque è in vacanza come me. Mi faccia ricordare il suo nome.-
- Sono Rachele Bianchi, tanto piacere. Ora vado, perché il mio fratellino mi aspetta sulla spiaggia.-
- Vada, vada Rachele, ma mi permette d’invitarla a cena?-
Credeva d’aver sentito male e ripeté: - A cena? A cena con lei ? Io?-
- Sì, lei perché? E’ impegnata? Deve uscire con il fidanzato?-
- No, no, non ho fidanzato. E’ che……che… mi pare strano che lei m’inviti.-
- Perché? Sono vecchio per lei vero? Ha ragione, mi scusi, non ci avevo riflettuto. Sono scapolo e talora scordo la mia età.-
- Non si tratta d’essere vecchio! Non dico questo. E’ che lei è troppo importante e io non sono nessuno.-
- Non sono per nulla importante e lei invece è una bella ragazza con cui mi piacerebbe andare a cena. Non è una proposta indecente. Comunque la ritiro. Buon giorno signorina e buone vacanze.-
Stava riprendendo a nuotare quando Rachele disse:- Non volevo offenderla direttore. Accetto di venire a cena.-
S’era fermato e aveva detto: - Vuole venire? Vuole venire stasera? Bene, allora mi dica dove vengo a prenderla.-
Erano usciti insieme e così era nato il loro amore, anche se ventisei anni di differenza li dividevano. Ma non ci facevano caso perché lui era molto giovanile e lei invece era più matura della sua età. Giancarlo viveva solo e non aveva nessuno al mondo se non una madre anziana rimasta a Parigi. Trascorreva molte ore al pianoforte a suonare e a comporre brani sinfonici. Era infatti un compositore affermato in Francia. Quando parlava in italiano, che era la sua lingua madre, aveva delle inflessioni prettamente francesi poiché era vissuto quasi trent’anni a Parigi.
Rachele non approfittò mai del fatto che lui fosse il direttore artistico del teatro e non andò avanti nella carriera; rimase sempre ballerina di fila, ma era felice e non chiedeva di meglio che danzare.
I primi tempi vissero come compagni abitando ognuno per conto proprio. Poi, dopo molti anni, quando Paolo divenne avvocato, Rachele sposò civilmente Giancarlo e andò a vivere con lui. Continuò a danzare per il teatro anche quando il marito andò in pensione.
La loro vita insieme non fu mai coronata dalla nascita di figli, ma poterono viaggiare e girare il mondo intero.
Quando Giancarlo chiuse gli occhi per sempre aveva novantadue anni e Rachele sessantasei. Nella sua vita, lei non ebbe mai altro amore se non Giancarlo, un amore nato per caso.

Gabriella Cuscinà

   
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