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Roberto Mahlab
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Inserito - 01/06/2008 :  22:00:46  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Tutti li avevo visti ormai, tutti i film polizieschi o di fantascienza regolarmente stroncati dai critici cinematografici e che invece a me piacevano moltissimo, non mi rimaneva altro da fare nelle scorse sere che andarmene al parco con un bel libro, giallo naturalmente.
Certo, avevo letto che anche 'Sex and the City' era stato stroncato, ma non era da me andarlo a vedere, neppure per far dispetto ai critici. Figurarsi, non era un thriller, non c'erano i buoni e i cattivi, che ci potevo capire?

Però mentre mi facevo la barba, all'alba di venerdì, lo specchio mi restituiva uno sguardo perplesso, era il film dell'anno, una prima in tutto il mondo e così risposi a me stesso :"ma chi sei se non vai a vedere 'Sex and the City'?".

Tornato dal lavoro mi misi il libro giallo sotto braccio, per salvare le apparenze e, quatto quatto, camminando rasente ai muri, sgattaiolando tra un incrocio e l'altro, giunsi al cinema, uno dei più grandi della città, in cui quella sera ci sarebbe stata la proiezione, di solito il venerdì non c'è quasi mai nessuno ed ero ragionevolmente persuaso che la mia presenza sarebbe passata inosservata, io non ci vado a vedere questo genere di film, ad un adepto di Alien and Predator e di Indiana Jones, non è consentito, si può finire davanti ad una trama romantica, non è etico, credo.

Arrivo presto, non c'è proprio nessuno, compro il biglietto e mi accomodo nella poltrona della sala, non è in un angolo come piace a me, è il sistema computerizzato che sceglie il posto, ma tanto cambierò prima dell'inizio del film, di venerdì le sale sono vuote.

Un gruppo di donne, elegantemente vestite, entra e si siede sul fondo, poi un altro e un altro e un altro ancora prendono i loro posti. Entrano a cascate, tutte donne, decine, poi centinaia, in pochi minuti l'intera sala si riempie, non una sola poltrona libera, forse quattrocento donne in totale e io mi faccio piccolo piccolo, non era previsto.

Anche se la stessa mattina, sulla rivista Time Magazine, l'editorialista Richard Corliss aveva raccontato come due signore di Vancouver avevano pagato sedicimila dollari per farsi trasportare a New York ad assistere alla prima. Erano arrivate prenotazioni da donne di ogni età, così tante che gli uomini si erano tenuti alla larga, come spaventati dalla comparsa sul grande schermo delle disavventure delle quattro protagoniste del serial tv dal medesimo titolo, 'Sex and the City', che aveva monopolizzato il piccolo schermo dal lontano 1998.

Sono sempre loro, Carrie, interpretata da Sarah Jessica Parker, alla ricerca del suo Mister Right o Mister Big, interpretato sempre da Chris Noth, e poi Samantha (Kim Cattral), la collezionista di uomini, Miranda (Cynthia Nixon), l'elegante avvocato che fa rigare diritto marito e figlio e infine la dolcissima Charlotte (Kristin Davis), che riesce a trasformare la sua vita in fiaba e che è la protagonista preferita dagli spettatori. Il film è spiritoso, ma non leggero, il tempo e le preoccupazioni hanno fatto breccia nella spensieratezza delle protagoniste. I tacchi a spillo e gli splendidi locali di New York non nascondono i drammi di persone che lottano con tutti i mezzi per raggiungere la felicità e l'equilibrio.

Le quattrocento spettatrici ridono, applaudono, infieriscono, fanno commenti salaci, mi rannicchio sempre più nella mia poltrona, meno male che è buio e forse non si sono accorte di me, in caso contrario, appena riapparirà la luce alla fine del film, mi sono preparato delle frasi di circostanza :"ho perso la memoria, non so che ci faccio qui, pensavo fosse un ristorante", oppure meglio :"sto aspettando che questo film finisca perchè dopo danno 'l'Invasione degli ultracorpi", insomma qualcosa che mi permettesse di guadagnare secondi preziosi per poter raggiungere l'uscita.

Vi chiedete il perchè?


Sul Time Magazine del 28 agosto dell'anno 2000, oltre alla copertina, le protagoniste del serial televisivo 'Sex and the City', vengono citate come esempio della rivoluzione femminile della nostra epoca. Walter Kirn afferma che ad ogni decade quello che le donne cercano negli uomini cambia. Tamerlin Drummond racconta come le donne possano crescere i figli senza gli uomini. James Poniewozik trova che il messaggio di 'Sex and the City' consenta di comprendere quello che le donne pensano degli uomini, 'it is simple : men are dogs'. Credo che non sia necessario tradurre.

Il giornalista spende l'articolo a spiegare che non si tratta di un'offesa, i cagnolini dopo tutto sono i migliori animali domestici, che si adattano, che si fanno benvolere e gli uomini devono seguirne l'esempio, affinchè ogni donna possa trovare il suo Principe, quello giusto.

Ed ecco perchè, oggi sul grande schermo, come dieci anni fa sul piccolo schermo, 'Sex and the City' è considerato il mito in grado di raccontare che cosa le donne pensano degli uomini. Ed ecco perchè le sale cinematografiche si riempiono di donne ed ecco perchè gli uomini se ne tengono lontani, meglio non sapere.

Comunque, nonostante gli articoli dei critici e dei giornalisti, mi sono divertito, le attrici e gli attori sono bravi e sono in grado di far comprendere gli stati d'animo che interpretano.

Bene, penserete che con questo abbia detto la parola fine ai film romantici.

E invece no, strano a dirsi, ma la sera dopo sono andato a vedere una pellicola che è una piccola opera d'arte, i media raccontano che un regista del calibro di Steven Spielberg ne è rimasto affascinato, si tratta di "Once".

"Once" è un film sull'amore che passa attraverso la musica, i protagonisti sono dei musicisti di professione, Glen Hansard, cantante e chitarrista del gruppo irlandese "The Frames", Marketa Irglova, la giovanissima pianista e musicista cecoslovacca, che accompagna il cantante da qualche tempo, lo stesso regista del film, John Carney, suona il basso nella band.

E il risultato è stato la agognata statuetta dell'Oscar a Hollywood, il 25 febbraio scorso, per la miglior canzone originale, :"Falling Slowly", una meraviglia musicale, tanto orecchiabile da continuare ad essere mormorata dagli spettatori alla fine del film.

Una pellicola così romantica da essere favola reale, due giovani che si incontrano e si uniscono in una amicizia trascinata dalle parole e dalle note che ora l'uno, ora l'altra, creano, prima in ricordo dei loro amori lontani, poi per compiacere il nuovo affetto reciproco.
Non c'è quasi istante del film che non sia accompagnato dagli strumenti e dalle voci dei protagonisti, un gioiello di musical, ma non forzato, del tutto naturale. Gli artisti protagonisti sono ormai affermati in campo internazionale e proseguono le tournèe in Gran Bretagna e negli Stati Uniti.

E con questo, non chiedetemi più di andare a vedere film romantici, dalla prossima settimana arrivano i nuovi gialli e le nuove pellicole d'avventura, sono quelli il mio pane, non certo 'Sex and the City' e "Once".

E poi non ditelo a nessuno che sono andato a vederli, ci perderei la mia reputazione, mi raccomando, mi fido di voi.

Roberto Mahlab

... dove c'è il grande cinema, Concerto c'è...


   
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